Il litorale palermitano: Isola delle Femmine

QUADRO NEWS.pngIsola delle Femmine (Isula in siciliano) è un comune italiano di 7.296 abitanti della provincia di Palermo in Sicilia.

LA STORIA

Il comune deve il nome all’isolotto che gli sta di fronte chiamato appunto Isola delle femmine. Diverse leggende hanno subito il fascino…

esercitato dalla torre ormai in gran parte diroccata che sovrasta l’isolotto. Quella più conosciuta considera erroneamente la torre come prigione per sole donne. In realtà il nome “isola delle femmine” è frutto di un lungo processo di italianizzazione, infatti l’antico nome dell’isolotto, secondo la tradizione popolare, era “insula fimi”, anch’esso frutto di un processo di omologazione e derivato da “isola di Eufemio”, dal nome del generale Eufemio di Messina.

Sia la torre sulla terraferma, detta Torre di “dentro”, sia quella sull’isolotto, detta Torre di “fuori”, facevano parte del sistema di avviso delle Torri costiere della Sicilia. Quella sulla terraferma è sicuramente la più antica, di forma circolare, e la tipologia del manufatto la fa risalire a quelle coeve di Capo Mongerbino e di Capo Rama, probabilmente costruite nel ‘400 al tempo del re Aragonese Martino il giovane. Quella sull’isolotto è invece di tipologia riconducibile all’architetto fiorentino Camillo Camilliani, molto più noto per essere stato l’artefice della Fontana Pretoria a Palermo.

Attualmente l’isola è una riserva naturale orientata gestita dalla LIPU.

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LEGGENDE

Diverse sono le versioni cui le tradizioni popolari attribuiscono il nome dell’isola. Si narra che il bellissimo isolotto denominato “Isola delle Femmine” fosse stato un tempo una prigione occupata solo ed esclusivamente da donne. Tredici fanciulle turche, essendosi macchiate di gravi colpe, furono dai loro congiunti imbarcate su una nave priva di nocchiero e lasciate alla deriva. Vagarono per giorni e giorni in balìa dei venti e delle onde finché una tempesta scaraventò l’imbarcazione su un isolotto nella baia di Carini. Qui vissero sole per sette lunghi anni fin quando i parenti, pentitisi della loro azione, le ritrovarono dopo molte ricerche. Le famiglie così riunite decisero di non fare più ritorno in patria e di stabilirsi sulla terraferma. Fondarono quindi una cittadina che in ricordo della pace fatta, chiamarono Capaci (da “CCa-paci” ovvero: qui la pace) e battezzarono l’ isolotto sul quale avevano dimorato le donne “Isola delle Femmine”. Una testimonianza di Plinio il Giovane in una lettera indirizzata a Traiano, considera l’isola residenza di fanciulle bellissime che si offrivano in premio al vincitore della battaglia. Altra presunta origine trova nel nome latino “Fimis” la traduzione dell’arabo “fim” che indicherebbe la bocca, il canale che separa l’isola dalla costa. Secondo altri autori il nome dell’isola deriverebbe da “Insula Fimi” in riferimento ad Eufemio di Messina, governatore bizantino della Sicilia.

IL TERRITORIO DELL’ISOLOTTO

L’isolotto di Isola delle Femmine è stato considerato sin dall’antichità e per tradizione un luogo da impiegare a scopo economico e difensivo grazie alla sua posizione e conformazione, che lo rende un sicuro riparo contro i venti di levante per le piccole imbarcazioni. L’isolotto si trova, infatti, a 300 metri dalla costa ed ha una conformazione ovale dovuta all’erosione dei forti venti che spirano nella zona. Dal promontorio dell’isola si possono vedere il monte Pellegrino, il promontorio di Capo Gallo, l’isola di Ustica e i comuni di Carini, Isola delle femmine e Capaci. Dato che il terreno, per la particolare configurazione del suolo, non era adatto alla coltivazione, l’unico mezzo di sostentamento per gli abitanti della zona era la pesca. Non distante infatti in quelle acque vi era stagionalmente il passaggio dei tonni e ben presto i pescatori della vicina Capaci si organizzarono per la pesca del tonno. Risalgono al periodo ellenistico i resti di sette vasche in cocciopesto per la preparazione del garum, una ricercata salsa di pesce, commerciata nel Mediterraneo: la traccia di uno stabilimento per la lavorazione del pesce rende il luogo importante dal punto di vista archeologico. Il ritrovamento nel mare antistante di ceppi di ancore in piombo e resti di anfore puniche e romane accresce il valore del sito. La torre di Fuori, costruita in prossimità del punto più alto dell’isola (35 m sul livello del mare), risale al XVI secolo. Ha pianta quadrata, con spessori murari di oltre due metri che la rendevano una fortezza inserita nel sistema difensivo delle torri costiere contro gli attacchi dei pirati alla terraferma. Sfortunatamente, gli eventi che hanno caratterizzato lo sbarco degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale, l’incuria del tempo ed il disinteresse hanno trasformato la torre in un rudere, il cui muro, quasi intatto, al di sopra della ripida scogliera del versante nord è ancora il volto che l’isola offre al mare.

La riserva, istituita nel 1997 dalla Regione Siciliana e affidata alla LIPU dal 1998, è nata per tutelare il patrimonio floristico locale e favorire la sosta delle specie migratorie.

La flora presente sull’isola è costituita da 144-145 specie diverse alcune delle quali specifiche del luogo. Fra esse si possono ricordare l’asfodelo, l’iris, la salicornia, la speronella, la romulea, il ginestrino delle scogliere e molti altri. La superficie dell’isola presenta piccoli prati, cespugli di macchia mediterranea e prateria steppica nella parte più elevata.

La fauna è costituita da specie stanziali e molte specie di uccelli migratori presenti in diverse epoche dell’anno. Fra i più diffusi si possono ricordare fra i rapaci la poiana ed il falco pellegrino mentre fra i migratori occorre sottolineare la presenza del cormorano, della garzetta, dell’airone cenerino oltre al martin pescatore ed altre specie meno comuni. Il fatto che l’isola non sia abitata costituisce uno dei motivi per cui queste specie vi sostano lungo la loro migrazione fra l’Africa ed il nord Europa. Fra le specie terrestri è ancora presente il coniglio selvatico, una specie di lucertola e numerosi coleotteri.

Sul fondale marino esiste una vasta gamma di fauna favorita dalla purezza delle acque e dalla limpidezza del mare. Fra le specie faunistiche si annovera la murena, l’aragosta e la cernia oltre ad altre specie di pesci di scoglio, cavalluccio marino, la stelle marina e varie tipologie di mulluschi. Si trovano inoltre colonie di gorgonia rossa, corallo rosso e attinia.

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I FONDALI

I fondali, con profondità diverse fra la zona dell’isola fronteggiante la terraferma e quella affacciata sul mare aperto, presentano diversi reperti archeologici di età romana e greca a quelli di periodi più recenti. La limpidezza delle acque consente una visione eccellente ai sub che si immergono per godere delle bellezze naturali dei fondali dell’isola.

CLIMA

Isola delle Femmine ha un clima prettamente mediterraneo, e quindi caldo e secco in estate e con precipitazioni concentrate soprattutto nel semestre invernale. Nei mesi più freddi non sono infrequenti i temporali e le tempeste di vento, ma le temperature non scendono mai sotto lo zero. Il valore più basso registrato dalla storica stazione meteo di Isola delle Femmine è stato di +1,4 °C durante l’ondata di freddo (che portò la neve fin sulle coste) del 31 gennaio 1962. Le stagioni estive, anche se calde, sono costantemente ventilate (grazie anche alle brezze che soffiano frequentemente lungo le coste siciliane) e generalmente non eccessivamente umide, fattori che contribuiscono a rendere piacevole il soggiorno ai numerosi turisti che arrivano in zona. La media termica annuale è di circa 20 °C, il mese più freddo è gennaio ma le medie delle minime non scendono sotto i 10 °C, mentre agosto è il mese più caldo con massime intorno ai 31 °C e minime che si aggirano sui 22 °C. Mediamente cadono circa 650mm; il mese più piovoso è dicembre, quello più asciutto luglio.

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Il litorale palermitano: Isola delle Femmineultima modifica: 2011-07-22T15:35:00+02:00da football12
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