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Palermo, invasione di meduse a Mondello e Capo Gallo

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, meduse, salute, mondello, capo galloCome se non bastasse l’alga tossica. Stamattina a Mondello diversi bagnanti sono incappati fra i tentacoli delle meduse, e per otto di loro sono state necessarie le cure della guardia medica. Ma già la scorsa notte il centro di primo soccorso della borgata marinara – fanno sapere i medici – ha accolto alcuni ragazzi che si stavano godendo un bagno notturno e che, nel buio, non sono riuscti a vedere in tempo i celenterati. Le meduse sono state individuate anche nello specchio di mare all’interno della riserva di Capo Gallo.

La specie di medusa più diffusa nella nostra costa è la “Pelagia noctiluca”, per intenderci quella dall’ombrello marrone-rosato o rosa-violetto, ed è quella che produce più ustioni. Si tratta della specie che si avvicina più a riva nel periodo estivo. Poi ecco alcuni miti da sfatare: non è vero che le meduse amino le acque calde e pulite, ma semplicemente sono guidate dalle correnti”.

I RIMEDI ALLE USTIONI. Al fine di prevenire le ustioni del veleno, la presenza in commercio di creme in grado di rendere difficoltoso l’attacco dei tentacoli alla pelle. Nel caso in cui le vittime siano bambini è vivamente consigliato di applicare quanto prima un rimedio e consultare un medico.

Non strofinate bocca e occhi (se si viene colpiti in queste zone, rivolgersi subito al pronto soccorso). Eliminare eventuali frammenti dei tentacoli della medusa facendo scorrere acqua di mare o miscela di acqua di mare e bicarbonato (ottimo) o con le mani, evitare lacerazione dei tessuti (non usare pinzette). Non lavare con acqua dolce la parte colpita dai tentacoli della medusa. Prima di adoperare pomate e creme è sempre bene chiedere il consiglio di un medico o uno specialista.

Il rimedio migliore in caso di contatto con i tentacoli delle meduse è l’applicazione di gel astringente al cloruro d’alluminio. Cortisonici ed antistaminici non vanno bene come primo soccorso, in quanto la loro azione si manifesta dopo circa mezz’ora dall’applicazione quando la fase acuta è già passata. Le credenze popolari di strofinare sabbia o altro sulla parte lesa è sbagliata (potrebbe provocare infezione e altre lacerazioni), così come non è provata l’efficacia dell’ammoniaca (urine). Ottimo risulta un impasto fluido di bicarbonato di sodio e acqua (di mare) applicato per 30 secondi. (PalermoToday)

Palermo, la riserva naturale Capo Gallo in fiamme

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, capo gallo, incendiAncora fiamme in un’area naturale protetta alle porte della città. Dopo il rogo che ieri ha distrutto tre quarti della riserva Grotta Molara, un incendio di vaste proporzioni ha interessato stanotte e stamattina la riserva di Capo Gallo. Tre squadre dei vigili del fuoco e due della forestale stanno ancora lavorando per salvare quanto più possibile la macchia mediterranea all’interno della riserva. Già mille i metri quadri di Ampelodesmo, una pianta tipica della macchia mediterranea, andati distrutti.

Il rogo è scoppiato in piena notte, intorno alle 3, e nonostante le alte temperature i vigili del fuoco e la forestale temono che dietro l’incendio ci sia la mano dei piromani.

Le fiamme si sono sviluppate in una zona non troppo difficile da raggiungere: nella parte bassa di Barcarello. Motivo per cui nessun elicottero è stato impiegato per spegnere il fuoco, ma solo mezzi terrestri. Alle sette, quando il fuoco era stato già spento, ha ripreso a bruciare la stessa area ed è stato necessario il ritorno delle squadre antincendio che stanno ultimando il loro intervento.

Fonte: RepubblicaPalermo

AGGIORNAMENTO:

Sterpaglie in fiamme stamattina nei pressi di viale Regione siciliana a Palermo e nelle campagne di Casteldaccia, Carini e Termini Imerese. Sono intervenuti i vigili del fuoco. Spento invece il rogo divampato la notte scorsa nella riserva Capo Gallo. Distrutte alcune piante tipiche della macchia mediterranea. Ieri un’altro incendio di vaste proporzioni era divampato nella riserva palermitana Grotta della Molara. (ANSA)