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Beppe Grillo: “Non daremo il voto di fiducia al Pd né altri”

QUADRO NEWS.png“Il Movimento 5 stelle non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle”. Lo ha scritto su Twitter il leader Beppe Grillo, correggendo le parziali aperture post-elettorali di alcuni esponenti del suo movimento.

Grillo, è partito per Roma. Lo ha detto la moglie Parvin ai giornalisti che attendevano l’ex comico davanti alla villa di Sant’Ilario a Genova. “L’ho portato stamattina in aeroporto – ha affermato – è partito per Roma”. Grillo era uscito di casa in auto intorno alle 9 accompagnato dalla moglie senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti assiepati all’esterno della sua villa.

Grillo ha fatto sapere che alle consultazioni che Giorgio Napolitano farà per incaricare il prossimo presidente del Consiglio ci andrà lui di persona e gli ribadirà che il suo Movimento non si allea con nessuno. Gli dirà anche che i “cittadini” eletti in Parlamento sotto il simbolo delle 5 stelle ostacoleranno in tutti i modi un eventuale governissimo. Ma se ad essere incaricato premier dovesse essere il segretario del Pd, leader della coalizione di centrosinistra che si è aggiudicata il corposo premio di maggioranza a Montecitorio mentre al Senato ha un disperato bisogno di voti per governare? Una fiducia al segretario del Pd, bollato da Grillo come “Gargamella” per tutta la campagna elettorale, è esclusa ma un dialogo sull’esempio di quello siciliano è possibile: “Il modello siciliano – ha detto il comico – è meraviglioso. Noi non siamo mica contro il mondo, vedremo quando saremo dentro al Parlamento” come comportarci, “esattamente come abbiamo fatto in Sicilia”, dove i deputati del M5S “entrano insieme, escono compatti e fanno da ago della bilancia. Se ci sono proposte che rientrano nel nostro programma può esserci una collaborazione. Dovranno seguire il nostro programma e il nostro programma lo abbiamo già detto in campagna elettorale e lo hanno detto quelli che lo stanno realizzando in Sicilia. Il nostro appoggio dipende da questo”.

La collaborazione varrà anche sulle cariche istituzionali. Bersani si è detto “favorevole ad una corresponsabilità. Fra l’altro, il M5S, seppur non di molto, è il primo partito alla Camera. Allora bisogna che secondo i modelli democratici ciascuno si prenda le sue responsabilità”. Parole che in molti hanno interpretato come l’offerta al M5S dello scranno più alto di Montecitorio. Per quanto riguarda il capo dello Stato, Grillo ha spiegato che “il candidato del M5S sarà deciso dagli iscritti attraverso un voto on line”. Lui vedrebbe di buon occhio Dario Fo che, però, in giornata ha declinato. E anche sulle altre cariche, hanno assicurato i grillini, ci sarà una consultazione della base. Visto il peso parlamentare del M5S è quasi certo che il movimento di Grillo finirà per essere eletto a qualche presidenza: anche qui vale il modello Sicilia dove grillino è il vicepresidente dell’Ars e grillino è il presidente della Commissione Ambiente. (TMnews)

Il presidente Crocetta apre al Movimento 5 stelle

QUADRO NEWS.pngIl governatore Rosario Crocetta non ha dubbi sul comportamento di certe forze politiche nelel elezioni appena concluse: “UdC e PD hanno fattto male i conti. All’UdC hanno fatto una scelta suicida e comunque non ci sarà alcun rimpasto di governo“. Indiscrezioni invece parlano di un sicuro rimpasto in seno alla ARS, e ci sarà anche entro breve tempo. I bene informato però smorzano la tensione: non un rimpasto, ma solo qualche piccolo ritocco all’assetto amministrativo, perché, volente o nolente, Crocetta dovrà governare sia con l’UdC che con il PD.

Da valutare anche il fatto che il partito di Casini ha scelto di sostenere la Lista Monti, in aperta concorrenza con il Partito Democratico e con la stessa lista “Il Megafono” di Crocetta. E proprio Pierferdinando Casini ha dichiarato: “Adesso da Crocetta ci aspettiamo i fatti” Crocetta ribatte: “Mi chiedo come abbiano fatto gli assessori della mia giunta che appartengono all’UdC, a votare un candidato come Monti, che ha penalizzato fortemente la Sicilia. Comunque, nonostante i centristi abbiano sbagliato, sarò fedele all’alleanza. Continueremo a governare insieme, ma qualcosa dovrà cambiare“.

Secondo alcuni, in seguito al deludente risultato che l’UdC ha ottento in Sicilia, il governatore potrebbe optare per un’apertura politica allo scopo di assicurarsi la maggioranza alla ARS, e tale apertura non potrà che essere verso il Movimento 5 Stelle. Lo stesso Crocetta dichiara: “Credo che dopo gli ultimi risultati non possano tirarsi indietro. Chiederò loro di aprire un dialogo. Anzi, di riaprirlo. Del resto, proprio io sono stato il primo ideologo in Italia di un’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle“.

E come modello, tale scelta potrebbe risultare conveneinte anche a Montecitorio, dove i democratici sembrano intenzionati a chiedere un’apertura a quello che è, stando al responso delle Urne, risulta essere il primo partito d’Italia al di fuori di una coalizione.
Crocetta evidentemente sta calcolando, molto astutamente per altro, il tempo che lo separa dalel prossime elezioni amministrative, fissate a maggio, la cui campagna elettorale inizierà fra un mese e mezzo. Giusto il tempo per tirare le somme alla ARS e fare un bilancio approfondito. (palermo.ogginotizie.it)

Sicilia, Movimento 5 stelle restituisce rimborsi elettorali

QUADRO NEWS.png“Oggi con un atto formale ufficializziamo la nostra rinuncia ai rimborsi elettorali. Non si tratta di un mero atto simbolico, ma rinunciamo veramente a una quantità ingente di denaro in un momento in cui la politica si lamenta sempre della carenza di risorse”. Così il portavoce regionale de movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, a Palermo davanti alla sede dell’Ars con un fac-simile gigante di un assegno da un milione e 426 mila euro, importo del rimorso elettorale per le regionali in Sicilia, cui il movimento rinucia.

“Al di là del gesto simbolico -ha chiarito Cancelleri- oggi con un atto formale invieremo alla presidenza della Camera dei deputati e, per conoscenza alla Presidenza dell’Ars, una rinuncia ufficiale ai rimborsi. La nostra speranza è che lo stesso esempio sia seguito dagli altri partiti dando cosi seguito al referendum del ’93 con cui
i cittadini hanno voluto dire no a finanziamento pubblico ai patiti”.

“Sulla rinuncia delle indennità dei singoli deputati dell’Ars, non ci sono particolari problemi. Possiamo seguire due strade: o una donazione formale alla Regione siciliana, oppure attivare uno specifico capitolo di bilancio all’Ars da destinare, ad esempio, al micro-credito”, ha detto ancora Giancarlo Cancelleri. “Rimane da capire -ha proseguito- il problema delle tasse da versare a fronte di uno stipendio di circa 20mila euro al mese. Di questo parleremo con un consulente ma, oltre ai 2.500 euro già stabiliti e alla
diaria, non vorremmo superare i 4.000 euro, considerata la differenza da versare per le tasse”.

Per Cancelleri occorerebbe una legge per rinunciare alle indennità che non si
desiderano. “Durante la campagna elettorale -ha aggiunto- abbiamo raccolto circa 37 mila euro e, di questi, ne abbiamo spesi soltanto 25mila. Ora non sappiamo cosa fare del resto – ha concluso- ma ci consulteremo con i cittadini”.