L’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata, commissariato dalla Regione siciliana dopo che questa aveva registrato “gravi anomalie” nella gestione finanziaria nel capoluogo, tali da provocarne il dissesto economico, è stato chiamato dal presidente del Senato Renato Schifani in qualità di consulente per la…
realizzazione di un importante disegno di legge che riguarda i tagli alla spesa negli enti locali, con l’obiettivo di migliorare il funzionamento dei servizi pubblici. Una vicenda che avrebbe dell’incredibile se non fossimo ormai abituati ai paradossi all’italiana, dove non è certo la meritocrazia ad avere la meglio.
CHIESTA LA REVOCA DELLA NOMINA – Quasi costretto ad andarsene da Palermo dopo la crisi finanziaria e politica in cui ha fatto sprofondare la città, oltre agli scandali che negli ultimi mesi della sua amministrazione lo hanno visto protagonista, Cammarata si ritrova adesso a ricoprire un incarico per il quale evidentemente non è adatto. «È la persona meno capace di interpretare questo ruolo, al quale è stato concesso anche un rimborso forfettario di 1000 euro al mese. Un insulto a tutti gli italiani», tuona il vicepresidente dei senatori dell’Italia dei Valori e segretario regionale del partito in Sicilia, Fabio Giambrone, che chiede a Schifani l’immediata revoca della nomina «se non vuole che mezza Italia gli rida dietro e l’altra mezza si indigni ulteriormente».
LA DIFESA DI CICOLANI – In difesa di Cammarata è sceso in campo il senatore del Pdl, Angelo Maria Cicolani, nonché Questore del Senato. Secondo lui, infatti, il contributo dell’ex primo cittadino di Palermo è assolutamente positivo e produttivo e precisa che la decisione di questa nomina, fatta in virtù delle conoscenze giuridiche e amministrative di Cammarata, è frutto della «legittima possibilità di disporre di questo tipo di collaborazione all’interno del servizio di Questura, come previsto dalla pianta organica».
NUOVA VITA A ROMA – Motivazione quanto mai curiosa, perché, ammesso che sia così, è comunque inevitabile non cogliere l’aspetto ironico della faccenda. Vedere Cammarata rivestire il ruolo di esperto all’interno del team di consulenti che dovranno valutare e analizzare la legge sulla spending review, perché, sempre a detta di Cicolani, «conosce i problemi che deve affrontare un sindaco nel gestire le aziende comunali», strappa un sorriso amarissimo. È proprio per la mala gestione di aziende comunali come l’Amia, finita in amministrazione straordinaria dopo aver rischiato il fallimento, e la Gesip, anch’essa sul perenne orlo del crack finanziario, che ha portato Cammarata a cercare rifugio altrove, dopo dieci anni di permanenza a Palazzo delle Aquile. E l’ha certamente trovato sotto l’ala protettrice di Schifani, che aveva già tentato, senza però riuscirci, di nominarlo consigliere all’Agcom. Rimane, inoltre, l’altra consulenza: quella sul diritto commerciale allo Iulm di Milano, ateneo retto da Gianni Puglisi, assessore alla Cultura con Cammarata nel 2004, e per la quale l’ex sindaco ha incassato circa 2.200 euro. (ilvostro.it)