Stato – Mafia: Consulta, si’ a ricorso Napolitano. Le intercettazioni vanno distrutte

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, mafiaNon spettava alla Procura di Palermo “valutare la rilevanza della documentazione relativa alle intercettazioni delle conversazioni telefoniche del Presidente della Repubblica”, e “omettere di chiedere al giudice l’immediata distruzione” di tali atti.

Questa la decisione della Corte Costituzionale, che ha accolto il conflitto sollevato dal Quirinale contro i pm di Palermo, relativo alle intercettazioni indirette di quattro conversazioni tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, coinvolto nell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e mafia.

Nel dispositivo diffuso stasera al termine della camera di consiglio, durata circa 4 ore, i giudici costituzionali rilevano che la distruzione delle intercettazioni casuali del presidente deve avvenire “con modalita’ idonee ad assicurare la segretezza del loro contenuto, esclusa comunque la sottoposizione della stessa al contraddittorio delle parti”. La Consulta sembra cosi’ aver condiviso l’intera sostanza del ricorso del Colle. Gli avvocati dello Stato, nell’udienza di stamane (a cui ha assistito anche il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo) avevano rilevato che e’ stato arrecato un “vulnus” alla riservatezza delle conversazioni del presidente della Repubblica, che si sarebbe aggravato se vi fosse stata “una divulgazione” delle intercettazioni. Il professor Alessandro Pace, che davanti alla Corte ha rappresentato la Procura di Palermo, aveva indicato invece quale soluzione “lineare” il ricorso al “segreto di Stato”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha atteso serenamente e ha accolto con rispetto la sentenza della Corte Costituzionale. Ora attende di conoscere il dispositivo. Anche Messineo, interpellato, risponde: “leggero’ il provvedimento, non ritengo per ora di dover fare commenti”. Il pm di Palermo Nino Di Matteo afferma: “Vado avanti nel mio lavoro tranquillo, nella coscienza di avere agito correttamente e ritenendo di avere sempre rispettato la legge e la Costituzione”. Le motivazioni della Corte saranno depositate in gennaio.
 

Intanto, a Palermo, il gup Piergiorgio Morosini ha rigettato tutte le eccezioni di incompetenza territoriale presentate dai difensori di 10 dei 12 imputati. Il procedimento resta dunque nel capoluogo siciliano. In particolare, per gli ex ministri democristiani Calogero Mannino e Nicola Mancino, il gup ha stabilito la competenza del giudice ordinario di Palermo, mentre i legali dei due imputati avevano proposto la competenza del foro di Roma, o del Tribunale dei ministri, della Capitale o dello stesso capoluogo siciliano. (AGI)

Stato – Mafia: Consulta, si’ a ricorso Napolitano. Le intercettazioni vanno distrutteultima modifica: 2012-12-05T15:09:00+01:00da football12
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One thought on “Stato – Mafia: Consulta, si’ a ricorso Napolitano. Le intercettazioni vanno distrutte

  1. FRANCESCO BUFFA DESIGNER

    Siamo tornati al medioevo! Secondo il Presidente della Repubblica le intercettazioni delle telefonate con Mancino vanno distrutte! E secondo la legge, a noi sudditi nulla è dato di sapere. Come se in un momento storico così inquietante, mentre la popolazione vive uno stato di ansia senza precedenti, l’uccisione di magistrati che hanno pagato con la vita l’attaccamento alle istituzioni per proteggere la libertà di tutti, fosse una semplice faccenda di gossip.

    Ma al di la di procedure di impenetrabili leggi riservate a pochi eletti, sempre che queste in realtà necessariamente debbano esistere, con quale serenità i cittadini di un paese che si definisce democratico e stato di diritto, devono subire la negazione di una informazione indispensabile alla conoscenza della verità storica, sacrosanto diritto che non ha bisogno di leggi fatte da uomini che si ritengono tanto illuminati da tenere all’oscuro la popolazione su realtà indispensabili allo svolgimento dell’esistenza democratica.

    E, per usare espressioni “terra terra” dell’uomo della strada, è come se – per assurdo – il presidente della Repubblica confidasse telefonicamente a persona fidata l’uccisione della propria moglie, con la massima tranquillità, tanto, tali intercettazioni andrebbero distrutte, tanto sua eccellenza non può essere intercettata neanche casualmente, soltanto i sudditi sono perseguibili! – ma, è chiaro! certe cose solo gli illuminati possono capirle! Il popolo deve farsi pecora e accettare quello che i famosi illuminati sentenziano! – poveri sudditi ignoranti, perché dovrebbero capire la scienza di caste impegnate a garantire una giustizia patrimonio di pochi eletti – chi ha detto che è il popolo sovrano? Sovrano è chi comanda e gestisce il potere e attenzione a mettere il discussione il potere, pochi sanno infatti che potere significa servizio, ma chi se ne frega!.

    Ha ragione il Colle! La Procura di Palermo ha sbagliato – punto e basta! – e meno male che il nostro tanto discusso Ferdinando IV di Borbone Re delle due Sicilie, andando contro i suoi stessi interessi, rinunciò a privilegi assoluti in materia di legge, inventando “le motivazioni della sentenza”, altrimenti, non avremmo potuto neanche sapere perché, come nel caso specifico, non tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, persino un re Borbone, già nei primi anni dell’ottocento aveva intuito il problema superandolo! Noi siamo sicuramente andati indietro di un secolo con l’uso di comportamenti, tanto elevati da essere riservati a pochi illuminati, gli altri, come diceva il duce, devono “credere … e…obbedire”.

    Ma cosa c’era in quelle intercettazioni di così importante!? – ma che cosa volete sapere? Neanche i posteri potranno mai saperlo – le intercettazioni vanno distrutte così hanno deciso uomini colti! E noi poveri sudditi ignoranti dobbiamo tacere (tacere lo ordinava pure il duce) – tutto il resto va in secondo piano, speriamo che tutti coloro che hanno dato la vita nelle stragi mafiose, quelle di stato e nelle ipotetiche trattative fra stato e mafia – ammesso che ci siano state non lo sapremo ora più che mai! – possano riposare in pace senza rivoltarsi nelle loro tombe – silenzio!.

    Scusate se ho – forse – fantasticato sul contenuto delle telefonate negate! Ma tutto questo mi ha dato una certezza! Finalmente ho capito perché un notissimo signore dopo avere passato venti anni a usare il Parlamento per farsi leggi ad personam, aspirava e aspira all’altissimo Colle.

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