Cucina

Palermo, il cibo di strada fa bene. La scienza conferma

QUADRO NEWS.pngSpesso condannato dai nutrizionisti, ma amatissimo dalle buone forchette, il cibo da strada è senza dubbio tra gli elementi più rappresentativi del popolo palermitano: testimonianza gastronomica di secoli di storia e di influssi culturali. Panini con le panelle, focacce con la milza, sfincione e altre delizie sono state passate ai raggi x da Silvio Buscemi, medico internista al Policlinico “Giaccone” di Palermo, che…

ha presentato i risultati della prima inchiesta scientifica sul cibo da strada palermitano, riconosciuto come tra i più ricchi e variegati al mondo. “Nella nostra indagine abbiamo individuati i forti consumatori di cibo di strada e in questi abbiamo rilevato la presenza di problemi come l’obesità e altre disfunzioni cardiovaclari, ma non troviamo questi problemi nei soggetti che ne fanno un uso normale”.Per questo la ricerca spiega come inserire lo street food made in Palermo all’interno di una dieta bilanciata senza rinunciare alla tradizione e al gusto. (TMNews)

I ristoranti siciliani premiati da Gambero Rosso

QUADRO NEWS.pngLa ristorazione siciliana si conferma di altissima qualità. Lo dice chi conosce l’eccellenza enogastronomica e lo confermano i riconoscimenti che gli chef isolani raccolgono in giro per l’Italia e non solo.
La Guida del Gambero Rosso, tra le più conosciute e seguite in Italia dà seguito a questa tendenza e…

conferma questa attenzione con l’esaltazione della cucina di Pino Cuttaia de La Madia di Licata e di Accursio Craparo de La Gazza Ladra dell’Hotel Palazzo Failla di Modica che hanno conquistato il massimo riconoscimento: le tre forchette, con i punteggi, rispettivamente, di 91 e 90. (GDS)

Ed ecco la lista completa e il punteggio dei ristoranti siciliani:
La Madia – Licata (AG) 91
La Gazza Ladra dell’Hotel Palazzo Failla – Modica (RG) 90
Duomo – Ragusa 88
Al Fogher – Piazza Armerina (EN) 86
Principe Cerami dell’Hotel San Domenico – Taormina (ME) 86
Locanda di Don Serafino – Ragusa 84
Coria – Caltagirone (CT) 83
Casa Grugno – Taormina (ME) 83
Bellevue dell’Hotel Metropole – Taormina (ME) 82
L’Oste e il sacrestano – Licata (AG) 80

Ricette: spaghetti con cozze e ricci di mare

QUADRO NEWS.pngGli spaghetti con cozze e ricci di mare, sono una ricetta creativa e semplice da preparare; in più, il particolare sapore della polpa dei ricci unito all’inconfondibile gusto delle cozze renderà questo piatto un sicura golosità, specialmente se gustato nelle calde serate estive…

Ingredienti

  • Aglio
    2 spicchi
  • Cozze
    200 gr
  • Olio
    mezzo bicchiere
  • Pepe
    nero macinato q.b.
  • Prezzemolo
    tritato 2 cucchiai
  • Ricci di mare
    20
  • Spaghetti
    400 gr.

Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua e portatela ad ebollizione.
Aprite intanto i ricci di mare, estraendo la polpa con un cucchiaino e ponendola in una terrina. Aprite anche le cozze (possibilmente senza cuocerle) e adagiatele in una terrina con la propria acqua.
Mettete sul fuoco in un tegame la metà dell’olio di oliva e l’aglio intero schiacciato; quando si sarà colorito, asportate l’aglio e versate nel tegame prima le cozze con la propria acqua e poi la polpa dei ricci di mare.
Cuocete gli spaghetti al dente, scolateli e versateli nel tegame tenendo da parte un po’ di acqua di cottura; girate per qualche secondo per amalgamare e insaporire, aggiungendo l’acqua di cottura della pasta all’occorrenza, dopodiché spegnete il fuoco.
Aggiungete l’altra metà dell’olio, il prezzemolo tritato, il pepe secondo i vostri gusti e girate ancora per altri pochi secondi.
Versate in un piatto da portata e servite ben caldo.

Per aprire i ricci di mare senza grande difficoltà, se non avete lo strumento taglia ricci, sarebbe opportuno prendere l’animale delicatamente, con la parte avente il forellino rivolta verso l’alto, e grattare le spine con la lama di un coltellino, per poi incidere il buco con la punta del coltello, (badando di non far cadere le schegge all’interno della conchiglia) allargandolo sempre di più fino a poter continuare con le dita ed avere un’apertura sufficientemente ampia per estrarre la polpa con un cucchiaino.
Se volete essere originali potrete servire questo piatto con i gusci dei ricci sul bordo del vassoio di portata, ma facendo bene attenzione a non spezzare le spine che, essendo fragili, potrebbero essere pericolose.

E’ abbastanza recente la notizia che i ricci di mare possono raggiungere l’etá di 200 anni senza mostrare segni evidenti di invecchiamento nè essere affetti da malattie.
Ma ancora più sorprendente é il fatto che la capacitá riproduttiva di questi animali non viene compromessa dall’etá, che sembra anzi funzionare persino meglio che negli esemplari giovani! (GIALLOZAFFERANO)

Palermo, mangiano il pesto e finisco all’ospedale

QUADRO NEWS.pngSono saliti a cinque i giovani palermitani ricoverati per intossicazione da botulino. Quella che doveva una cena tra amici come tante altre si è infatti trasformata quasi in tragedia per i cinque a causa del pesto alle melanzane cucinato e conservato dalla mamma di uno di loro. I ragazzi, come scrive il Giornale di Siclia, sono ricoverati nei reparti di rianimazione dell’Ingrassia e Buccheri La Ferla a Palermo e del Civico di…

Partinico. Con ogni probabilità la salsa non era ben conservata e si è trasformata in un potente veleno, perchè si è sviluppata la micidiale tossina che ha effetti mortali sull’uomo: si inizia con la paralisi dei muscoli facciali, poi gli occhi ed infine arriva il blocco respiratorio.

Appena scoperta l’intossicazione a Villa Sofia, è stata allertata la Prefettura di Palermo ed è stato attivato un ponte aereo con la Protezione civile con il quale il siero antibotulinico da Roma è arrivato in poco tempo all’ospedale Cervello e poi smistato nei reparti dove i giovani erano ricoverati. Adesso, dopo la somministrazione del farmaco la situazione è stazionaria. (CORRIERE DEL MEZZOGIORNO)

I gamberi di Sicilia verso il marchio Dop

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, gambero, pesce, cucinaI gamberi rosso, viola e rosa di Sicilia saranno presto Dop. È infatti in fase di definizione il progetto «Ricerca dei limiti ambientali, alieutici e di filiera allo sfruttamento del gambero» realizzato nell’ambito del programma «Innovazione dei Distretti» e promosso dalla Regione siciliana e dal ministero dello Sviluppo Economico. «Il gambero rappresenta il 21% del…

nostro pescato», ha spiegato il presidente del distretto produttivo della pesca, Giovanni Tumbiolo, «e il 40% del nostro fatturato, ma possiamo fare di più. Subiamo la concorrenza dal Sudamerica, Cina e dai mari del nord». Il progetto, di cui il distretto della Pesca è capofila, ha il supporto scientifico dell’Ispra, del parco Scientifico e tecnologico della Sicilia, l’università di Palermo e l’istituto zooprofilattico.

L’obiettivo è stato quello di identificare i limiti ambientali della pesca del gambero nonché «la resa, il danneggiamento degli attrezzi e i limiti commerciali e di filiera come la temperatura di congelamento, il packaging e lo stoccaggio. Dopo questa fase, si è proceduto alla formulazione di linee guida e la messa a punto di nuove attrezzature come i dispensatori automatici di metabisolfito o altri batteriostatici per evitare l’annerimento del gambero. Sono dei passi fondamentali», prosegue Tumbiolo, «per la creazione di un marchio Dop attraverso il disciplinare. Ciò per dare la giusta dignità al prodotto siciliano». (CORRIERE DEL MEZZOGIORNO)

Il drink dell’estate 2011? Rigorosamente anni ’20 ’30

QUADRO NEWS.pngQuest’estate…si torna agli anni ’20 ’30. Almeno per quanto riguarda i drink da sorseggiare in vacanza, all’ora dell’aperitivo o durante i balli sfrenati in discoteca. Qualche nome? Beh, c’è ovviamente il “Manhattan”, il famoso drink a base di whisky. Leggenda narra che sia stato inventato nel 1871 un barman del Manhattan Club di New Yorrk. Di gran moda anche l'”Aviation”, un…

classico a base di gin e succo di limone creato in onore degli aviatori inglesi.

Per l’aperitivo lo ‘Spritz’ si conferma il re dell’estate: il drink veneto a base di vino, soda e Aperol (o in alternativa Campari) sembra aver stregato anche i tanti turisti che visitano ogni anno il Belpaese. Tra i cocktail che invece non scadono mai, non possono mancare Mojito e Caipiroska. (affaritaliani.it)

Ricette: risotto ai frutti di mare

QUADRO NEWS.pngIl risotto ai frutti di mare è un primo piatto classico della cucina italiana, ottimo sia nei mesi freddi che in quelli caldi. Ovviamente il risotto ai frutti di mare ha un risultato strepitoso se preparato con del buon pesce fresco, anche se la sua preparazione ovviamente sarà economicamente più dispendiosa. Anche se in apparenza può sembrare una…

ricetta assai complessa, in realtà il risotto ai frutti di mare non richiede particolare perizia e abilità tra i fornelli, l’importante è scegliere accuratamente il pesce con cui preparare questa pietanza e dotarsi di un po’ di pazienza.
Il risotto ai frutti di mare che vi proponiamo in questa ricetta è preparato utilizzando cozze, vongole, gamberi e calamari ma questa tipologia di pesce può variare a seconda dei propri gusti o in base alla disponibilità del pesce.

Ingredienti

  • Aglio
    2 spicchi
  • Brodo
    di pesce un paio di mestoli
  • Calamari
    già puliti 400 gr
  • Cipolle
    cipollotto 1
  • Cozze
    1 kg
  • Gamberi e Gamberetti
    350 gr di code sgusciate
  • Olio
    extravergine d’oliva q.b.
  • Pepe
    q.b.
  • Peperoncino
    1 facoltativo
  • Prezzemolo
    un ciuffo
  • Riso
    carnaroli 320 gr
  • Sale
    q.b.
  • Vino
    bianco 1 bicchiere
  • Vongole

La prima cosa da fare per la preparazione del risotto ai frutti di mare è pulire il pesce. Per le vongole: sceglietele una per una scartando quelle rotte e mettetele a mollo (meglio se per una notte intera) in una bacinella piena d’acqua fredda. Per le cozze: pulitele le cozze, strofinandole con una retina di acciaio sotto l’acqua corrente.
Eviscerate, spellate e lavate i calamari sotto l’acqua corrente, poi tagliateli ad anelli, quindi occupatevi delle code di gambero che devono essere private della corazza.

Passate quindi alla cottura delle vongole e delle cozze. Prendete due casseruole capienti, in una versate le vongole e nell’altra le cozze. Copritele con un coperchio e fate cuocere a fuoco vivo fino a quando tutte le conchiglie non si saranno aperte (serviranno pochi minuti). Quando le vongole e le cozze si saranno dischiuse, spegnete il fuoco, filtrate l’acqua con un colino e tenetela da parte.

A questo punto sgusciate cozze e vongole, tenendo da parte qualche vongola e qualche cozza intera che vi servirà per la guarnizione finale del risotto ai frutti di mare. Poi passate alla cottura dei calamari. Preparate un battuto con il sedano e la carota e fatelo soffriggere insieme all’aglio (intero da eliminare successivamente o tritato) e al peperoncino, poi aggiungete i calamari; sfumate quindi con mezzo bicchiere di vino bianco e lasciate cuocere fino a quando saranno diventati teneri. Nel frattempo preparate il riso. In una casseruola capiente fate appassire la cipolla nell’olio a fuoco molto basso; quando la cipolla sarà diventata trasparente unite il riso carnaroli, fatelo tostare e aggiungete l’altra metà di vino bianco. Una volta che il vino sarà sfumato proseguite la cottura aggiungendo poco alla volta il liquido filtrato dei molluschi.

Aggiungete i gamberi ai calamari ormai teneri, unite il prezzemolo tritato e fate cuocere per 5 minuti; se necessario potete aggiungere un paio di mestoli di brodo di pesce.

Trascorso il tempo sopra indicato, unite il composto di calamari e gamberi al riso e amalgamate bene, aggiungete poi anche le cozze e le vongole sgusciate. Terminate con tutti gli ingredienti la cottura del riso e spegnete il fuoco (18). Lasciate riposare il riso per un paio di minuti e se vi piace spolverizzate il risotto ai frutti di mare con una manciata di prezzemolo tritato. Servite il risotto ai frutti di mare guarnendo il piatto con le cozze e le vongole intere che avrete tenuto da parte. Buon appetito! (giallozafferano.it)

Ricette: la macedonia

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, macedonia, cucina, ricetteLa macedonia è un fresco dessert preparato con frutta di stagione ideale da servire a fine pranzo o come genuina merenda.  Può essere preparata con qualsiasi tipo di frutta a seconda del periodo dell’anno in cui ci si trova. Un ottimo consiglio per servire la vostra…

macedonia è sistemarla nella calotta di un melone scavato in modo da avere una presentazione assai scenografica. Utilizzate il succo di un limone, dello zucchero semolato e qualche fogliolina di menta per arricchire e profumare ulteriormente la vostra macedonia.

INGREDIENTI:

  • Ananas
    150 gr
  • Banane
    150 gr di polpa
  • Fragole
    200 gr
  • Kiwi
    200 gr
  • Limoni
    il succo di uno
  • Melone
    100 gr di polpa
  • Zucchero
    semolato 40 gr

Per preparare la macedonia, iniziare tagliando a metà il melone, in senso perpendicolare rispetto alle venature, svuotatelo con un cucchiaio dei semini interni e con l’apposito attrezzo ricavate delle palline dalla sua polpa. Con un cucchiaio scavate bene l’interno del melone, e potrete poi utilizzare la buccia come simpatico contenitore per la vostra macedonia. Pulite l’ananas e riducete la polpa a cubetti.

Sbucciate i kiwi e tagliate anch’essi a piccoli cubetti, poi lavate bene le fragole, privatele del picciolo verde e tagliatele a metà o in quarti. In ultimo sbucciate le banane e tagliatele a rondelle non troppo sottili. Una volta aver tagliato tutta la frutta Versatela all’interno di una ciotola e mescolatela delicatamente.

Ricavate il succo da un limone e aggiungetelo alla frutta, unite poi anche lo zucchero e mescolate ancora delicatamente. Lasciate riposare la macedonia per circa un’ora. (GialloZafferano)

Festival del gelato a Cefalù, boom di adesioni

QUADRO NEWS.pngOltre 180 le richieste di partecipazione da gelatieri di tutto il mondo per la quinta edizione del Festival Internazionale del gelato artigianale di Cefalù. Inevitabile quest’anno un incremento degli stand che, dal 15 al 18 settembre, ospiteranno ben 35 gusti di gelato artigianale lungo il corso principale della…

cittadina madonita e nel lungomare. Soltanto 35 eccellenze del panorama internazionale saranno selezionate in questi giorni per far parte della quinta edizione. Cinque in più, rispetto allo scorso anno. Tra gli stand anche uno per celiaci, uno di gelato biologico e uno di gelato all’azoto. Si parlerà di gelato a 360 gradi, ripercorrendo la storia con mostre, rappresentazioni, foto e video.
Per far si che tutti i 35 gelatieri possano produrre le loro creazioni nel contesto ideale, Carpigiani, sponsor dell’evento, allestirà un grande laboratorio di produzione nella Corte delle Stelle di Cefalù. Sul palcoscenico di uno degli scorci più suggestivi d’Italia saranno messe a disposizione le più innovative macchine per la produzione del gelato artigianale: mantecatori, pastorizzatori e turbomixer firmati Carpigiani, e inoltre vetrine di design, mega-schermi, telecamere e molte altre sorprese. Sabato mattina i più curiosi potranno effettuare un tour del laboratorio con il direttore tecnico, Antonio Cappadonia, che mostrerà i gelatieri all’opera.

Per prenotazioni e dettagli www.sherbethfestival.it

Sherbeth Festival, inserito tra le manifestazioni di grande richiamo turistico della Regione Sicilia dal 2010, è un’idea di Iris Communication S.R.L. organizzata in ATS con il Comune di Cefalù. La kermesse nasce in Sicilia dove si conservano le origini del gelato e prende il nome da “Sherbeth”, un termine arabo con cui venne definito il primo “sorbetto granito” prodotto proprio in Sicilia durante la dominazione del IX secolo.
Sherbeth Festival non è solo un momento di festa e degustazione, ma vuole contribuire a diffondere la conoscenza di questo prodotto e delle sue origini, occasione di incontro e confronto tra i gelatieri. Degustazioni, convegni e turismo si mescolano nel Festival Internazionale del Gelato. Background la cittadina madonita fra i primi distretti turistici della Sicilia: Cefalù, con la sua storia e il suo patrimonio artistico che sarà possibile scoprire grazie alle guide del Servizio Turistico della Regione Sicilia e all’educational tour sulle Madonie e dintorni per giornalisti e buyer. (Giornale di Sicilia)

Vino falso, glucosio al posto dell’uva. 11 arresti: venduti 285mila ettolitri

QUADRO NEWS.pngLa guardia di finanza di Palermo ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere fra Napoli, Palermo, Catania, Trapani, Caltanissetta, nei confronti di persone accusate di aver fatto parte di una associazione per delinquere. La banda, dal 2005 al 2007, avrebbe commercializzato a…

prezzi concorrenziali «285 mila ettolitri di vino prodotto non con uve ma con altri prodotti, come il glucosio, spacciandolo come vino di pregio, traendo in inganno i consumatori e con grave danno per gli operatori del settore».

Le indagini sono partite dal sequestro, nel porto di Palermo, di una cisterna piena di glucosio destinata a una ditta «fantasma», ma in realtà diretta alle aziende responsabili della frode. Il liquido «sucrosweet», viene utilizzato di solito nell’industria alimentare. Nell’ambito della stessa indagine, è stata accertata inoltre l’indebita percezione di aiuti comunitari per 600 mila euro. La frode in commercio e la truffa all’Unione Europea sono i reati contestati agli indagati.

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, culminata nell’operazione «Non solo vino», è durata circa tre anni: il vino, spacciato per prodotto di pregio, non era nocivo, ma di bassissima qualità. Il materiale sequestrato a Palermo proveniva da Napoli ed era destinato ad una società del Marsalese. Le indagini hanno accertato che la società era inesistente e che il prodotto era in realtà destinato ad una cantina vinicola di Mazzarrone, in provincia di Catania, che ha prodotto ingenti quantitativi di «pseudo vino» ricavato con tecniche di sofisticazione e l’utilizzo di glucosio, vinacce ed acqua che, una volta imbottigliato, è stato immesso in commercio a prezzi concorrenziali sul mercato locale e straniero con l’ulteriore intento di ottenere ingenti contributi comunitari quali aiuti alla produzione.

La frode è stata resa possibile grazie ad un sistema messo in atto da una società per azioni napoletana di rilevanti dimensioni produttrice di glucosio tipo «sucrosweet» che tra il 2005 e il 2007 ha inviato 8.717 tonnellate di questo prodotto a diversi operatori del settore vinicolo delle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Catania. (Corriere del Mezzogiorno)