Mare

Arriva a Palermo la Emma Maersk, la portacontainer più grande del mondo

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mareE’ arrivata a Palermo la “Emma Maersk”, una delle otto più grandi portacontainer esistenti, che sarà sottoposta ad alcuni lavori di riparazione e manutenzione nello stabilimento Fincantieri. La commessa impegnerà l’impianto per quattro mesi, dando una boccata d’ossigeno alle maestranze che da anni si alternano nella cig a rotazione.

Almeno quattro mesi di lavoro. “Poca cosa”, protestano i sindacati che chiedono di utilizzare il cantiere anche per la costruzione di navi. E pressano il presidente della Regione perchè sia sciolto il nodo della ristrutturazione dei bacini galleggianti: la gara è stata vinta mesi fa dalla Cimolai di Pordenone, ma tutto è bloccato e “i bacini rischiano persino di affondare”.

La maxi portacontainer è lunga 398 metri, larga 56 metri, ha un pescaggio massimo di 15,5 metri, e una stazza di 171.000 tonnellate per una capacità di carico massima di undicimila container. E’ una delle otto navi gemelle della compagnia A. P. Moller-Maersk Group e attualmente sono le navi mercantili più grandi del mondo in servizio. Le misure delle gemelle Maersk sono state battute solo dalla superpetroliera norvegese Knock Nevis, lunga 458 metri e smantellata nel 2010.

Le dimensioni della nave hanno comportato una delicata operazione di attracco. Secondo quanto riferisce la Guardia costiera, la manovra di avvicinamento e ingresso al molo sta impegnando sei rimorchiatori, due piloti, lo spostamento temporaneo in altre zone del porto di quattro navi e un bacino galleggiante.

Grandi numeri, ma poco lavoro, protesta Francesco Foti della Fiom Cgil: “Fino al 2009 questo cantiere garantiva un milione di ore di lavoro, 600.000 delle quali assicurate proprio dalle costruzioni. Diretto e indotto erano pienamente occupati. Adesso siamo diventati 480 con 195 inseriti nella cig a rotazione”. Mercoledì è in programma l’incontro alla Presidenza della Regione. “Chiederemo a Fincantieri di implementare la nostra missione produttiva – dice il sindacalista – e alla Regione di intervenire sulla questione dei bacini impantanatasi nelle maglie della burocrazia, mentre stanno affondando: Fincantieri ha compiuto un intervento tampone da quasi un milione di euro per impedire che affondassero”. (Repubblica.it)

Turismo, la spiaggia dei Conigli di Lampedusa proclamata la più bella del mondo

QUADRO NEWS.pngLa Spiaggia dei Conigli di Lampedusa è la più bella del mondo: è quanto ha decretato Tripadvisor, il sito di recensioni di viaggi, che con il Traveler’s Choice Beaches Awards 2013 ha messo sul gradino più alto uno dei più rinomati gioielli turistici della Sicilia.
Ma vengono premiate anche alcune spiagge della Sardegna, molte di queste al top nella graduatoria italiana, con ben cinque litorali segnalati.

Tra queste La Pelosa (a Stintino), seconda classificata, seguita da Cala Mariolu (Orosei). La Pelosa entra anche nella graduatoria europea, piazzandosi all’ottavo posto.
La Spiaggia dei Conigli ha avuto la meglio, su un totale di 276 località esaminate, grazie al mare cristallino e alla sabbia bianca che si fa largo tra costoni di roccia
arricchiti da macchia mediterranea. Un luogo incontaminato, certifica Tripadvisor, grazie alla riserva naturale gestita da Legambiente, dove ogni anno a primavera inoltrata le tartarughe marine Caretta Caretta depositano le uova nella parte orientale della spiaggia.

Qui Legambiente gestisce una riserva naturale per conto della regione Siciliana. ”La cosa emblematica” osserva Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente “è che la Spiaggia dei Conigli riassume la natura e il turismo: l’estrema naturalità connessa all’unica nidificazione conosciuta delle tartarughe marine nel sud Italia e il legame con un turismo di massa, sebbene contigentato. L’abilità è stata di tenere insieme queste due esigenze”. Inoltre, “l’accessabilità a questa baia è migliorata; tutti i lavori infatti hanno recuperato percorsi di accesso alla spiaggia anche grazie ai progetti Life”.

Tra l’altro Venneri racconta di una spiaggia “strappata a un destino di abusivismo. La storia della spiaggia dei conigli è di quelle ‘classiche’ della Sicilia del degrado; basti pensare che la zona del belvedere, una terrazza meravigliosa che domina l’insenatura, era fino a vent’anni fa un parcheggio, ci sono immagini terribili degli anni ’80 in cui tutta la spiaggia era una distesa di camper che vendevano panini e bibite”. In questo, spiega Venneri, si deve molto al “lavoro di ripristino di legalità, un percorso difficile e faticoso.

A livello mondiale la Spiaggia dei Conigli sopravanza i Caraibi, con la Grace Bay nell’isola di Providenciales (nell’arcipelago di Turks and Caicos, non lontana da Cuba) e l’australiana Whitehaven, nell’isola di Whitsunday. A seguire la Baia do Sancho, a Fernando de Noronha (Brasile) e la Flamenco Beach a Culebra (Portorico).
La classifica italiana comprende, dopo la Spiaggia dei Conigli di Lampedusa, La Pelosa di Stintino e Cala Marioli di Orosei, la Baia del Silenzio di Sestri Levante (Liguria), la Spiaggia di Tuerredda a Teulada (Sardegna), quella di San Vito lo Capo (Sicilia), di Tropea (Calabria), Cala Brandinchi (Sardegna), la Spiaggia del Fornillo a Positano (Campania) e Cala Goloritze a Baunei (Sardegna).

Pesca di novellame, la Regione ritira il decreto

QUADRO NEWS.pngLa Regione siciliana ha ritirato il decreto che aveva autorizzato la pesca del novellame. L’assessore all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, ieri ha firmato il decreto di revoca del precedente provvedimento, recependo così le indicazioni emerse nell’ultima riunione di  giunta, presieduta dal governatore Rosario Crocetta, che tuttavia contesta al governo di Roma di non avere mai varato il piano di gestione della pesca del novellame, così come previsto dalle regole di Bruxelles.

Il via libera alla pesca di sardine e rossetto, per un periodo di 40 giorni in modo da sostenere il settore in forte crisi, aveva scatenato forti polemiche da parte degli ambientalisti e delle opposizioni. Era intervenuto subito anche il ministero delle Politiche agricole che aveva ordinato alla Capitaneria di porto di bloccare i pescherecci “onde scongiurare il possibile avvio di una procedura d’infrazione comunitaria”. La pesca del novellame è vietata dall’Ue. (GDS)

Sferracavallo, amministratori e cittadini contro il depuratore

QUADRO NEWS.png“Vedere cittadini, esperti, professionisti e amministratori, in una stessa sala, a discutere insieme di un problema che riguarda uno specifico territorio è già una conquista. È quello che io intendo fare, una ‘politica partecipativa’, un nuovo modo di vivere la politica, con e per la cittadinanza. È importante che la politica impari ad ascoltare le richieste del territorio”.

Queste le dichiarazioni di Fabrizio Ferrandelli, deputato Pd all’Ars e segretario della commissione Territorio e ambiente, al termine dell’affollatissima assemblea cittadina che si è svolta ieri sera all’hotel Bellevue sul futuro di Sferracavallo e sul progetto di ampliamento del depuratore di Fondo Verde che andrebbe a scaricare direttamente nelle acque del golfo della borgata palermitana.
“Ci rassicurano anche le posizioni del presidente della Provincia Avanti e dell’assessore comunale Barbera – continua Ferrandelli – che hanno confermato pubblicamente il loro impegno nella tutela del territorio. Nessun depuratore scaricherà dunque nel nostro mare, ma verranno studiate soluzioni alternative, nel totale rispetto dell’ambiente. Continueremo comunque a vigilare affinché non vengano commessi errori con interventi poco ponderati che possano creare danni irreversibili”.

Ad aprire i lavori Rossella Megna, consigliere della VII circoscrizione, che ha sottolineato l’importanza di ragionare su interventi atti “a migliorare e promuovere il nostro territorio. La costa di Sferracavallo va tutelata e salvaguardata. L’appalto per ampliamento dell’impianto di depurazione, che è stato aggiudicato lo scorso 22 dicembre, prevede infatti lo scarico a mare di acque reflue di 100 mila persone e andrebbe ad alterare inevitabilmente l’equilibrio ambientale. Non possiamo permettere un simile scempio”.

Sulla stessa scia anche il presidente della Provincia regionale di Palermo, Giovanni Avanti: “Sferracavallo è un luogo simbolo per tutti noi e dobbiamo pensare al suo futuro, valorizzandone tutte le risorse. Le riserve sono attrazione turistica e rappresentano più di un’occasione per la crescita del territorio. Il depuratore di Fondo Verde – precisa Avanti – fu progettato anni fa, ma mai realizzato del tutto e per tale ragione la Comunità europea ha avviato una procedura di infrazione, perché non in regola con le direttive vigenti. L’indicazione data ai progettisti è quella di trovare soluzioni alternative per bloccare l’infrazione, senza però pregiudicare il contesto ambientale. Ad oggi – spiega – non c’è nessun progetto approvato, ma sono stati stanziati 500 mila euro per avviare studi sul territorio. Perché una soluzione va trovata. Ma in un’area marina protetta non posso essere scaricate acque reflue di nessun tipo. Non troverete mai una mia firma – rassicura Avanti – su un documento che riguarda il depuratore di Sferracavallo”.

Alcune alternative possibili sono state proposte da Francesco Licata di Baucina, direttore Arpa Sicilia. “Premetto che in questo luogo vi sono due riserve naturali e un Sic, si tratta dunque di un’area protetta che va tutelata. Ma è anche vero che il depuratore di Fondo Verde al momento non funziona bene. Una parte degli scarichi, depurati, finiscono a Villadriana, il resto al porto di Palermo. L’Arpa ha rilevato un refluo non conforme e sono già in corso procedimenti giudiziali. Quindi bisogna comunque intervenire. Si potrebbe però ragionare all’inverso – spiega il direttore – portare cioè i reflui di Sferracavallo a Fondo Verde, e non il contrario, o, in alternativa, a Carini. Quel che è certo è che non si può scaricare all’interno di un’area protetta”.

Un’idea sul riutilizzo delle acque depurate viene direttamente dall’assessore comunale all’Ambiente, Giuseppe Barbera, che propone di impiegarle per l’irrigazione dei campi e combattere la siccità endemica del nostro territorio. “In questo momento mi sto occupando dell’area della Conca d’Oro e so che necessità di irrigazione. In questo modo risolveremmo due importanti problemi, facendo solo del bene all’ambiente. Questa città si sta giocando il suo futuro – continua – ma non permetterò all’amministrazione comunale di fare un danno ad una preziosa risorsa ambientale. Non c’è infrazione comunitaria che tenga e se ci saranno penali da pagare, vedremo come fare. Ma non metteremo a rischio il nostro futuro. Voglio darvi appuntamento fra un mese – conclude Barbera – per tornare ad analizzare insieme le possibili soluzioni che nel frattempo gli esperti ci proporranno”.

Anche il consigliere comunale Fabrizio Ferrara plaude all’iniziativa organizzata dal movimento Ora Palermo e concorda sull’importanza di coinvolgere i cittadini nelle scelte dell’amministrazione. “La politica deve ascoltare le istanze dei cittadini – continua – e sono lieto di sentire l’impegno dell’assessore anche se mi incuriosisce il fatto che proprio il Comune, nell’agosto del 2012, diede il via a queste indagini che di fatto preludono ad un diverso intervento. Sferracavallo va tutelata e deve tornare ad essere volano di sviluppo di tutto il territorio”.

Approvato progetto al nuovo depuratore di Cefalù

QUADRO NEWS.pngApprovato dalla conferenza di servizi il progetto del nuovo impianto di depurazione a Cefalù. L’opera costerà 5 milioni di euro e sarà appaltata entro tre mesi.

Il vecchio impianto di contrada S. Antonio non è più in grado di trattare Le acque reflue e gli scarichi fognari nella stagione estiva quando si raggiungo picchi di carico. Più volte, a causa del cattivo funzionamento, il depuratore ha provocato il riversamento in mare di scarichi inquinanti. Per questo la Procura della Repubblica di Termini Imerese aveva, nei mesi scorsi, sequestrato l’impianto che comunque aveva proseguito l’attività. Il nuovo depuratore utilizzerà la tecnologia “a membrane” che, oltre a essere innovativa, assicura una maggiore capacità.

Balneari, emendamenti prorogano concessioni a 30 anni

QUADRO NEWS.pngI balneari sono ad un passo dall’ottenere quanto da tempo vanno chiedendo: scongiurare le aste per le concessioni demaniali marittime, previste dal 1 gennaio 2016, e vedersi prorogate le licenze per altri 30 anni.

Un gruppo di senatori appartenenti ad un ampio ventaglio di diverse forze politiche – tra le quali Pdl, Lega, Udc, Pri, Fli, Io sud ed altre – hanno infatti presentato un emendamento al decreto Sviluppo, primo firmatario il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che prevede la proroga delle attuali concessioni balneari di 30 anni (la scadenza delle attuali concessioni non avverrebbe quindi il 31 dicembre 2015 ma nel 2045) e la revoca della delega al Governo per disciplinare la materia. L’emendamento, dato l’ampio schieramento che lo ha presentato, potrebbe essere approvato.

“In Spagna è stato approvato un provvedimento che prevede il prolungamento delle concessioni balneari addirittura di 75 anni – spiega il senatore Massimo Baldini, tra i firmatari del emendamento – e che ha sanato tutti gli abusi edilizi, cosa che sarebbe impossibile in Italia, senza rincorrere in sanzioni da parte dell’Europa, anzi, ricevendone il plauso. Anche in Francia e in Portogallo ci sono alcune normative in contrasto con la direttiva comunitaria: perché solo in Italia dovremmo condannare a morte un settore che conta quasi 30 mila imprese e oltre 300 mila lavoratori? Secondo noi firmatari non c’é il pericolo che la Commissione europea, approvando questo emendamento, riapra la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia”. Un altro emendamento che viene incontro alle richieste dei balneari e’ stato presentato anche da Felice Belisario, presidente dei senatori di IDV e David Favia, capogruppo di Italia dei Valori in commissione Affari costituzionali alla Camera. Plaudono, ovviamente, i sindacati dei balneari Sib-Confcommercio, Fiba-Confesercenti, Cna-Balneatori e Aassobalneari Italia-Confindustria, secondo quali l’iniziativa dei senatori e’ positiva perche’ contribuisce ”a risolvere il problema delle aziende balneari la cui crescita e sviluppo sono attualmente bloccati dal venire meno, in questa legislatura, di ogni certezza sulla durata dei titoli concessori non accompagnata da adeguate norme di tutela delle stesse aziende”. Sul fronte opposto il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero oggi ha sottolineato che ”il Governo, e il ministro Gnudi in prima linea, sono impegnati a trovare una soluzione condivisa sulla vicenda Bolkestein”.

Il ministro ha invitato pero’ a tenere presente ”che l’Europa non ci contesta solo la violazione della direttiva, ma dell’intero Trattato e quindi dobbiamo ragionare per cercare un punto di equilibrio che coniughi i legittimi interessi della categoria con il rispetto delle normative europee, che sono anche normative italiane”. Proprio in questi giorni sarebbe dovuto andare in Consiglio dei ministri il decreto del Governo sulle concessioni balneari messo a punto dal ministro Gnudi che prevede che le concessioni marittime vadano a gara (le Regioni entro il 31 dicembre 2014 dovrebbero definire i bandi) e che la durata sia non inferiore a 6 anni e non superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiore a 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici.

Un decreto, questo, decisamente avversato dagli operatori balneari i quali da tempo premono affinche’ il Governo chieda all’Unione europea una deroga alla direttiva servizi Bolkestein che dal 2006 prevede l’evidenza pubblica per i servizi sui litorali di tutta Europa. Contro l’Italia, che non si e’ ancora adeguata alla direttiva, l’Ue apri’ una procedura d’infrazione nel 2008 che lo scorso febbraio e’ stata archiviata ma che – senza adeguamenti – potrebbe essere riaperta. Si vedra’ presto chi, tra Governo, Parlamento e balneari, riuscira’ a spuntarla. Il settore e’ formato da quasi 30 mila imprese in cui lavorano, con l’indotto, circa 300 mila persone. (ANSA)

Cruosità: il caldo restringe gli animali acquatici

QUADRO NEWS.pngll riscaldamento climatico fa restringere gli animali. Dopo la prima segnalazione di questo effetto sulle specie marine, una nuova ricerca dimostra che gli animali acquatici si rimpiccoliscono di più rispetto a quanto facciano gli animali della terraferma: è quanto dimostra uno studio britannico pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e condotto dalle università britanniche di Londra Queen Mary e di Liverpool.

Basata sullo studio di 169 specie di terra e di acqua, la scoperta potrebbe avere implicazioni sulle catene alimentari acquatiche e sulla produzione di cibo prodotto dai sistemi di acquacoltura. ”Dal momento che i pesci e altri organismi acquatici forniscono 3 miliardi di persone e costituiscono almeno il 15% dell’apporto di proteine animali – osserva Jack Forster, dell’università Queen Mary – il nostro lavoro sottolinea l’importanza di capire come il riscaldamento in futuro influenzerà le specie che vivono negli oceani, nei laghi e nei fiumi”.

Un altro degli autori della ricerca, Andrew Hirst, dell’università Queen Mary, rileva che ”a causa del caldo gli animali acquatici si restringono anche fino a 10 volte di più rispetto alle specie terrestri, però questa differenza così marcata nel rimpicciolimento riguarda solo le specie più minute come gli insetti e i piccoli pesci”.

In generale, aggiunge, ”le specie acquatiche si rimpiccioliscono del 5% per ogni grado di riscaldamento e gli animali che vivono sulla terraferma si riducono in media di solo mezzo punto percentuale”.

Secondo i ricercatori la causa di questa differenza nel ‘restringimento’ è molto probabilmente dovuta alla minore disponibilità di ossigeno nell’acqua rispetto all’aria, con la conseguenza che gli animali acquatici fanno più fatica a rispondere a questa crescente domanda. ”Per soddisfare le esigenze in materia di ossigeno a temperature più elevate – rileva David Atkinson, dell’università di Liverpool – le specie acquatiche hanno meno opzioni. La riduzione delle dimensioni è il modo in cui bilanciano la domanda con l’offerta di ossigeno”. (ANSA)

Il 118 arriva a mare, al via il nuovo soccorso

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, sanitàDal soccorso stradale, il 118 siciliano diventa anche marittimo. Da oggi, infatti, grazie alla collaborazione con la Seus, la società consortile che gestisce l’emergenza- urgenza in tutta la regione, il servizio del 118 sarà disponibile anche sulle spiagge siciliane. Inagurato stamattina a Palermo con un intervento simulato presso il lido dello stabilimento Italo- Belga di Mondello, sara’ garantito in tutta la Sicilia da ventisei addetti in possesso di apposita formazione, patente nautica e attestati di idoneita’ alla guida delle quattro idromoto di 1.500 cavalli munite di barella rigida che saranno utilizzate durante le operazioni di salvataggio.

La barella è dotata di un sistema di galleggiamento idoneo a consentire  anche il recupero di una persona robusta sganciata dall’idromoto ed e’ pure in grado di sostenere tre persone sedute o sei aggrappate alle maniglie. Entro la fine della prossima settimana il soccorso a mare partira’ anche in altri tre litorali: a Catania (con postazione al Lido Le Capannine presso la Plaja), nel Trapanese (lido Peter Pan di Castellammare del Golfo con raggio operativo fino ad Alcamo e Riserva dello Zingaro) e a Messina (Lega Navale italiana).

“Questo nuovo servizio di emergenza- urgenza e’ la dimostrazione palese del costante miglioramento dell’offerta sanitaria siciliana in questi ultimi anni”, ha affermato l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, sottolineando che “gli utenti per richiedere un tempestivo soccorso in mare potranno contattare direttamente il 118 oppure la Guardia costiera con la quale c’e’ piena sinergia”. Ha aggiunto Mario Chisari, presidente della Seus: “Il soccorso in mare del 118 parte in via sperimentale in questi quattro litorali ma quasi certamente sara’ potenziato la prossima stagione estiva. Essenziale e’ stata la sinergia con la Federazione Italiana Nuoto, che ha organizzato il corso per conduttori-soccorritori moto d’acqua, e con la Guardia costiera”.

Fonte: BlogSicilia

Rischio black-out nelle isole di Favignana, Pantelleria e Ustica

QUADRO NEWS.pngRischio black-out nelle isole siciliane di Pantelleria, Favignana e Ustica.  L’allarme è stato lanciato dai sindaci (per Pantelleria il commissario) giorno 3 agosto a Palermo che hanno organizzato una conferenza stampa dopo lo stop della Regione ai finanziamenti per le corse RoRo su tre tratte Palermo-Ustica, Trapani-Pantelleria e Trapani-Favignana dedicate principalmente al trasporto di merci come rifiuti (urbani e pericolosi), carburanti, bombole del gas e materiale sanitario. Presente anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero.

«Siamo sotto assedio – ha detto il sindaco di Ustica, Aldo Messina – perchè manca l’acqua, la luce, il carburante. Le pompe di benzina sono già a secco e i turisti ci chiedono se possono venire con le loro barche». Danni a catena anche in termini di salute: «Se non c’è gasolio – rincara Messina – non ci sono ambulanze, non ci sono le bombole di ossigeno e i sistemi di sicurezza». «In questi giorni stiamo riuscendo a tamponare l’emergenza. Le isole resistono – ha sottolineato il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro – ma il carburante già sta scarseggiando e alla notizia dello stop delle corse RoRo ci sono state scene da day after. Bisogna fare presto e mettere i mezzi in acqua stasera. La prospettiva è uno spopolamento delle isole con la conseguenza consegna alla malavita e alla mafia». «Non siamo cittadini di serie B», ha detto il commissario di Pantelleria Giuseppe Piazza sottolineando che sull’isola già si registra il 30% in meno di turisti.

Per quanto riguarda i rifiuti urbani se ne occuperà la nuova Siremar-Compagnia delle Isole, attiva dal 1 agosto. Per il resto servono corse straordinarie. Ma il problema è trovare chi paga i costi aggiuntivi. Domani previsto un vertice con il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale.

Capaci, torna l’incubo dell’alga tossica

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, alga tossica, capaci“Siamo andati a mare  e ci siamo tuffati in acqua, ma dopo qualche ora in riva sono incominciati i problemi e abbiamo iniziato a sentirci male” dichiara un ragazzo che ieri è stato nella spiaggia di Capaci a Palermo.

Una decina di persone infatti hanno accusato dei malesseri dopo aver fatto il bagno nella spiaggia di Capaci. Finora, fanno sapere dall’ ospedale di “Villa Sofia”, non ci sono stati ricoveri, ma molti bagnanti accusano i classici sintomi di questa intossicazione avendo tutti difficoltà respiratorie, una lieve febbre, gola arrossata e voce rauca.

Per approfondire la vicenda a BlogSicilia è intervenuto il direttore dell’Arpa Sicilia, Luigi Librici : “In quella zona abbiamo effettuato dei rilievi intorno al 20 di questo mese. Ad Isola delle Femmine i valori sono ben al di sotto dei limiti a norma di legge, mentre a Capaci i valori sono al limite e nelle giornate più calde la soglia massima può essere oltrepassata, perché ne abbiamo rilevato una certa quantità”.

Il rischio più alto si verifica dunque nelle giornate più calde perché il pericolo non è solo per chi entra a contatto con l’acqua, visto che le alghe tossiche si spiaggiano e, a causa della dispersione per aerosol, finiscono per diffondersi nell’aria sottoforma di sostanze tossiche e nocive per i bagnanti, o comunque per chi vi entra in contatto.

Fonte: blogsicilia.it