Politica

Rifiuti a Palermo, consiglio dei ministri approva lo stato di emergenza

QUADRO NEWS.pngIl Consiglio dei Ministri ha approvato un Dl che affronta alcune emergenze che impongono un intervento della massima urgenza da cui non derivano maggiori oneri per le finanze dello Stato. Il Dl riguarda l’emergenza sisma 2012, la ricostruzione in Abruzzo, il Porto di Piombino, i rifiuti di Palermo, misure ambientali in Campania e l’Expo 2015. u proposta del Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente, dell’Interno e dell’Economia – si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi, il decreto-legge affronta alcune emergenze che impongono un intervento della massima urgenza.

In particolare il decreto – da cui non derivano maggiori oneri per le finanze dello Stato – contiene misure in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per la ricostruzione in Abruzzo, l’emergenza rifiuti a Palermo, la proroga della gestione commissariale degli impianti di depurazione in Campania, la dichiarazione di Piombino come area di crisi industriale complessa e gli interventi necessari per assicurare la realizzazione nei tempi previsti delle opere per «Expo 2015».

Il decreto sulle emergenze approvato oggi dal Consiglio dei Ministri proroga le disposizioni dell’ordinanza di Protezione civile del luglio 2010 sui rifiuti in Sicilia, limitatamente agli interventi relativi a Palermo. In particolare – si legge nella nota di Palazzo Chigi – dovranno essere completati i lavori di potenziamento della discarica di Bellolampo, ma soprattutto dovranno essere realizzati gli impianti di trattamento e separazione dei rifiuti. La discarica dovrà essere messa in sicurezza. Il Presidente della Regione dovrà nominare un commissario.

«Su proposta della Regione il Consiglio dei ministri ha approvato lo stato di emergenza rifiuti a Palermo». Lo dice in conferenza stampa a Palermo il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. «Con questo provvedimento – aggiunge – si potrà continuare a conferire rifiuti nella discarica di Bellolampo». (GDS)

Brunetta: “Cercate il lavoro? Fate gli scaricatori…”

QUADRO NEWS.png«In Italia chi vuole lavorare lavora». Nel giorno in cui l’Istat rende pubblici nuovi, drammatici dati sulla disoccupazione in Italia, Renato Brunetta in un’intervista all’Arena su Raiuno lancia la sua nuova provocazione. Così il deputato Pdl ha infatti risposto a una domanda del conduttore Massimo Giletti sulla crisi che attanaglia il nostro Paese: «Non è vero che in Italia non c’è lavoro: chi vuole un posto lo trova. Ai mercati generali cercano scaricatori, ma nessuno vuole alzarsi alle 5 di mattina», ha dichiarato. Parole che com’è comprensibile hanno fatto indignare tanti, che in Rete hanno riversato la loro rabbia e frustrazione.

Neanche a farlo apposta, l’Istat ha appena pubblicato nuovi dati sulla disoccupazione in Italia: secondo l’istituto di statistica, nel 2012 sono state 955mila le famiglie con tutti i membri appartenenti alle forze lavoro in cerca di un lavoro, in rialzo del 32,3% rispetto all’anno precedente.

Mentre un’analisi della Coldiretti ha rilevato che l’anno scorso c’è stato un aumento del 9 per cento di famiglie che hanno chiesto un aiuto alimentare, con un totale di ben 3,7 milioni di persone assistite con pacchi di cibo e pasti gratuiti nelle mense. Insomma, nonostante quello che dice Brunetta, forse non è così facile trovare lavoro in Italia.

Crocetta: “Vi spiego risate con Berlusconi alla Camera”

QUADRO NEWS.png“Dopo avere votato per l’elezione del capo dello Stato in aula mi sono trovato faccia a faccia con Berlusconi che dovevo fare, evitarlo? E’ stato un incontro pubblico. E lui è stato molto gentile”, racconta il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, protagonista di un siparietto ripreso dalle telecamere.

“Che ci siamo detti? – spiega – Berlusconi mi ha bacchettato sorridendo dicendomi ‘presidente le mi procura guai’ e io ho risposto ‘per via della mia elezione? No ha ribattuto il Cavaliere: ‘a causa del suo rapporto in aula di collaborazione con i grillini. Gli ho risposto che sono stati loro, quelli del Pdl, a mettermi nei guai, non appoggiando i miei provvedimenti”.
“Poi a Berlusconi ho fatto notare che, – aggiunge Crocetta – i parlamentari del movimento cinque stelle hanno anche votato a favore della legge sulla doppia preferenza di genere. ‘Meno male una l’hanno indovinata’, mi ha risposto l’ex premier”.

Stato-mafia, il gip di Palermo ha distrutto le intercettazioni su Giorgio Napolitano

QUADRO NEWS.pngIl gip di Palermo, Riccardo Ricciardi, ha distrutto le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l’ex ministro Nicola Mancino, registrate nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. La distruzione dei file audio è avvenuta, questa mattina, nel carcere Ucciardone, dove si trova il server in cui i file erano conservati. Alle operazioni ha partecipato il tecnico della Rcs, la società che gestisce gli impianti di intercettazioni per conto della Procura di Palermo.

Il via libera è arrivato venerdì scorso dalla sesta sezione penale della Cassazione. La suprema corte, infatti, ha dichiarato inammissibile il ricorso di Massimo Ciancimino che chiedeva di poter ascoltare, in virtù del diritto di difesa, i colloqui.

Nella sua requisitoria scritta, il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto la dichiarazione della inammissibilità in toto del ricorso di Cianicimino. La decisione è stata adottata dalla Sesta sezione penale in camera di consiglio. I legali del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo avevano presentato ricorso contro l’ordinanza del gip del capoluogo siciliano che l’8 febbraio aveva rigettato la loro richiesta di ascoltare le intercettazioni, captate nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra lo Stato e la mafia. La distruzione, che doveva avvenire l’11 febbraio è stata rinviata in attesa della decisione della Suprema Corte, e la nuova data per la cancellazione dei file è stata provvisoriamente fissata per il 22 aprile.

Sicilia, Crocetta elimina le provincie. Stasera Giunta in riunione

QUADRO NEWS.pngSi riunirà questa sera la Giunta regionale siciliana, guidata dal Presidente Rosario Cricetta, per varare l’abolizione delle province. La mossa a sorpresa è arrivata ieri dal governatore che ha annunciato l’accelerazione della riforma. Crocetta pensa alla creazione di liberi consorzi, una mossa che ha sorpreso anche l’alleato principale, l’Udc, che non è stato avvertito dell’accelerazione. «La Sicilia sarà la prima regione a tagliare gli enti – ha detto il governatore – dando spazio ai liberi consorzi di Comuni».

Alfano: sulle Province Crocetta non faccia pasticci. «Il governo Crocetta ha cambiato un sacco di volte opinione sulle province – commenta il segretario del Pdl, Angelino Alfano – Vediamo cosa tireranno fuori stasera e speriamo che non facciano pasticci, perchè i nostri territori hanno l’esigenza di un organo di governo intermedio tra il Comune e la Regione».

Politica, pubblicati i redditi dei parlamentari. Ecco i più ricchi

QUADRO NEWS.pngSilvio Berlusconi rimane il più ricco del Parlamento italiano pur avendo dichiarato nel 2011 13 milioni in meno rispetto al 2010. Infatti secondo le dichiarazioni dei redditi del 2012 l’ex premier ha dichiarato un reddito imponibile di 35.439.981 euro. Nel 2010 Berlusconi aveva dichiarato circa 48 milioni. Le tasse pagate ammontano a 15,3 milioni.

Tra i leader dei partiti il più ricco nel 2011 è il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, risulta essere il più ‘povero’. Secondo le dichiarazioni dei redditi presentate nel 2012 relative all’anno precedente, Alfano ha dichiarato un reddito imponibile pari a 189.428 euro, al secondo posto Antonio Di Pietro con 174.864 euro, mentre al terzo posto il presidente della Lega Nord, Umberto Bossi, con 161.542 euro. A seguire il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, con 137.973 euro. Infine Casini con 116.074 euro.

Ecco i redditi relativi al 2011:

Silvio Berlusconi, Pdl: 35.439.981 euro;

Mario Monti, Scelta Civica: 1.092.068 euro;

Walter Veltroni, Pd: 235.063 euro;

Renato Schifani, Pdl: 222.547 euro;

Angelino Alfano, Pdl: 189.428 euro;

Antonio Di Pietro, Idv: 174.864 euro;

Ignazio La Russa, Pdl: 166.133 euro;

Massimo D’Alema, Pd: 164.870 euro;

Roberto Maroni, Lega Nord: 162.164 euro;

Umberto Bossi, Lega Nord: 161.542 euro;

Giorgia Meloni, Pdl: 160.940 euro;

Gianfranco Fini, Fli: 157.549 euro;

Lorenzo Cesa, Udc: 148.310 euro;

Enrico Letta, Pd: 141.697 euro;

Pier Luigi Bersani, Pd: 137.973 euro;

Italo Bocchino, Fli: 125.592 euro;

Pier Ferdinando Casini, Udc: 116.074 euro.

Assunzioni al 118 a ridosso delle elezioni: condannata ex giunta Cuffaro

QUADRO NEWS.pngLa sezione d’appello della Corte dei conti per la Sicilia ha condannato al pagamento di 12.481.474,56 di euro (il danno erariale in primo grado era stato quantificato in oltre 37 milioni) i componenti della ex giunta regionale guidata da Cuffaro. I giudici d’appello hanno parzialmente accolto il ricorso della Procura regionale contro l’assoluzione dei componenti dell’esecutivo tra il 2006 e il 2008 e dei membri della commissione sanità dell’Assemblea siciliana, sempre nello stesso periodo.

POTENZIAMENTO “ARBITRARIO” – La vicenda riguarda il potenziamento (ritenuto «arbitrario») del servizio di emergenza 118, all’epoca gestito dalla Sise (società interamente partecipata dalla Cri). In prossimità delle elezioni regionali del 2006, «senza alcuna preventiva verifica di utilità – scrivono i giudici – ed economicità, e nonostante il legislatore avesse previsto la non prorogabilità della convenzione oltre il 2005», la giunta e alcuni parlamentare facenti parte della commissione Sanità, decisero il potenziamento del numero delle ambulanze, quasi raddoppiandolo (da 167 a 280) e la diminuzione, da 36 a 30, del monte ore settimanale del personale già in servizio, consentendo l’assunzione diretta di circa tremila persone individuate nel bacino del precariato (precari della Sise e corsisti dell’ente di formazione Ciapi, di recente al centro di un’indagine della Guardia di finanza anche per il resto di finanziamento illecito ai partiti).

CONDANNATI – I condannati sono Salvatore Cuffaro (729.877,88 euro), Innocenzo Leontini (598.612,38), Carmelo Lo Monte (598.612,38), Antonio D’Aquino (729.877,88), Francesco Scoma (729.877,88), Francesco Cascio (729.877,88), Fabio Granata (598.612,38), Michele Cimino (598.612,38), Mario Parlavecchio (729.877,88), Giovanni Pistorio (729.877,88) e i componenti della Commissione Sanità dell’Ars: Santi Formica (729.877,88), Antonino Dina (729.877,88), Giuseppe Basile (729.877,88), David Costa (729.877,88), Giuseppe Arcidiacono (729.877,88), Giancarlo Confalone (729.877,88), Angelo Moschetto (729.877,88). (Corrieredelmezzogiorno)

Beppe Grillo: “Non daremo il voto di fiducia al Pd né altri”

QUADRO NEWS.png“Il Movimento 5 stelle non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle”. Lo ha scritto su Twitter il leader Beppe Grillo, correggendo le parziali aperture post-elettorali di alcuni esponenti del suo movimento.

Grillo, è partito per Roma. Lo ha detto la moglie Parvin ai giornalisti che attendevano l’ex comico davanti alla villa di Sant’Ilario a Genova. “L’ho portato stamattina in aeroporto – ha affermato – è partito per Roma”. Grillo era uscito di casa in auto intorno alle 9 accompagnato dalla moglie senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti assiepati all’esterno della sua villa.

Grillo ha fatto sapere che alle consultazioni che Giorgio Napolitano farà per incaricare il prossimo presidente del Consiglio ci andrà lui di persona e gli ribadirà che il suo Movimento non si allea con nessuno. Gli dirà anche che i “cittadini” eletti in Parlamento sotto il simbolo delle 5 stelle ostacoleranno in tutti i modi un eventuale governissimo. Ma se ad essere incaricato premier dovesse essere il segretario del Pd, leader della coalizione di centrosinistra che si è aggiudicata il corposo premio di maggioranza a Montecitorio mentre al Senato ha un disperato bisogno di voti per governare? Una fiducia al segretario del Pd, bollato da Grillo come “Gargamella” per tutta la campagna elettorale, è esclusa ma un dialogo sull’esempio di quello siciliano è possibile: “Il modello siciliano – ha detto il comico – è meraviglioso. Noi non siamo mica contro il mondo, vedremo quando saremo dentro al Parlamento” come comportarci, “esattamente come abbiamo fatto in Sicilia”, dove i deputati del M5S “entrano insieme, escono compatti e fanno da ago della bilancia. Se ci sono proposte che rientrano nel nostro programma può esserci una collaborazione. Dovranno seguire il nostro programma e il nostro programma lo abbiamo già detto in campagna elettorale e lo hanno detto quelli che lo stanno realizzando in Sicilia. Il nostro appoggio dipende da questo”.

La collaborazione varrà anche sulle cariche istituzionali. Bersani si è detto “favorevole ad una corresponsabilità. Fra l’altro, il M5S, seppur non di molto, è il primo partito alla Camera. Allora bisogna che secondo i modelli democratici ciascuno si prenda le sue responsabilità”. Parole che in molti hanno interpretato come l’offerta al M5S dello scranno più alto di Montecitorio. Per quanto riguarda il capo dello Stato, Grillo ha spiegato che “il candidato del M5S sarà deciso dagli iscritti attraverso un voto on line”. Lui vedrebbe di buon occhio Dario Fo che, però, in giornata ha declinato. E anche sulle altre cariche, hanno assicurato i grillini, ci sarà una consultazione della base. Visto il peso parlamentare del M5S è quasi certo che il movimento di Grillo finirà per essere eletto a qualche presidenza: anche qui vale il modello Sicilia dove grillino è il vicepresidente dell’Ars e grillino è il presidente della Commissione Ambiente. (TMnews)

Il presidente Crocetta apre al Movimento 5 stelle

QUADRO NEWS.pngIl governatore Rosario Crocetta non ha dubbi sul comportamento di certe forze politiche nelel elezioni appena concluse: “UdC e PD hanno fattto male i conti. All’UdC hanno fatto una scelta suicida e comunque non ci sarà alcun rimpasto di governo“. Indiscrezioni invece parlano di un sicuro rimpasto in seno alla ARS, e ci sarà anche entro breve tempo. I bene informato però smorzano la tensione: non un rimpasto, ma solo qualche piccolo ritocco all’assetto amministrativo, perché, volente o nolente, Crocetta dovrà governare sia con l’UdC che con il PD.

Da valutare anche il fatto che il partito di Casini ha scelto di sostenere la Lista Monti, in aperta concorrenza con il Partito Democratico e con la stessa lista “Il Megafono” di Crocetta. E proprio Pierferdinando Casini ha dichiarato: “Adesso da Crocetta ci aspettiamo i fatti” Crocetta ribatte: “Mi chiedo come abbiano fatto gli assessori della mia giunta che appartengono all’UdC, a votare un candidato come Monti, che ha penalizzato fortemente la Sicilia. Comunque, nonostante i centristi abbiano sbagliato, sarò fedele all’alleanza. Continueremo a governare insieme, ma qualcosa dovrà cambiare“.

Secondo alcuni, in seguito al deludente risultato che l’UdC ha ottento in Sicilia, il governatore potrebbe optare per un’apertura politica allo scopo di assicurarsi la maggioranza alla ARS, e tale apertura non potrà che essere verso il Movimento 5 Stelle. Lo stesso Crocetta dichiara: “Credo che dopo gli ultimi risultati non possano tirarsi indietro. Chiederò loro di aprire un dialogo. Anzi, di riaprirlo. Del resto, proprio io sono stato il primo ideologo in Italia di un’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle“.

E come modello, tale scelta potrebbe risultare conveneinte anche a Montecitorio, dove i democratici sembrano intenzionati a chiedere un’apertura a quello che è, stando al responso delle Urne, risulta essere il primo partito d’Italia al di fuori di una coalizione.
Crocetta evidentemente sta calcolando, molto astutamente per altro, il tempo che lo separa dalel prossime elezioni amministrative, fissate a maggio, la cui campagna elettorale inizierà fra un mese e mezzo. Giusto il tempo per tirare le somme alla ARS e fare un bilancio approfondito. (palermo.ogginotizie.it)

Elezioni 2013: Berlusconi invia lettera rimborso Imu agli italiani. Caos alle poste, esposto in procura a Roma

QUADRO NEWS.pngUn esposto alla procura di Roma nel quale si chiede di valutare l’eventuale sussistenza di profili penali legati alla lettera sul rimborso Imu a firma Silvio Berlusconi, recapitata a numerosi cittadini è stato presentato oggi da Gianfranco Mascia, candidato al Consiglio regionale del Lazio con Rivoluzione Civile di Ingroia.

File alle poste. La propaganda di Berlusconi arriva al punto di confondere gli elettori: le lettere del Pdl sul rimborso Imu hanno creato file e richieste di chiarimenti alle poste.

«Berlusconi compra il voto degli italiani», attacca Mario Monti. Nel tutti contro tutti, la proposta choc del Cavaliere, arrivata, come dice il leader Pd, «sotto forma di cartella esattoriale» nella cassetta della posta, alimenta critiche. Alle quali Berlusconi fa spallucce: «Gli attacchi sono la conferma che abbiamo ragione, dare degli imbroglioni ai competitor è nello stile comunista dei toni minacciosi», reagisce l’ex premier all’accusa del Pd di essere un imbroglione.

Bossi. Quelle sulla lettera sul rimborso dell’Imu sono «polemiche dei soliti statalisti. È chiaro che Berlusconi ha avuto un colpo di genio perché se restituisce davvero l’Imu, e di solito le mantiene le promesse, ricordo l’Ici, riuscirebbe a far ripartire anche l’economia», ha detto Umberto Bossi. «Se azzeri i consumi, azzeri la filiera produttiva che sta dietro. Questa è stata la grave colpa di Monti e del suo sponsor Napolitano. Se ridà indietro davvero l’Imu – ha detto il presidente della Lega Nord – spaventa la sinistra, se ridà indietro i soldi alla gente fa partire i consumi, riparte l’economia. E la sinistra tutto vuole tranne che riparta l’economia».

L’esposto di Mascia. Nell’esposto, che prende spunto anche dall’affissione di manifesti, spiega Mascia, con la scritta «Per ottenere il rimborso dell’Imu 2012 devi votare il Pdl», si ipotizzano i reati di truffa e di violazione dell’articolo 97 del Testo Unico della Legge Elettorale. E lo stesso Mascia ha consegnato un analogo esposto al prefetto Giuseppe Pecoraro «affinchè vengano effettuati gli opportuni accertamenti, nonché venga valutata la sussistenza di eventuali irregolarità elettorali». Il candidato alla Regione Lazio ha detto di essersi rivolto alle autorità per chiedere «l’eventuale verifica di voto di scambio». «Milioni di italiani – ha aggiunto – hanno infatti ricevuto nella propria cassetta delle lettere una busta ‘truffa’ con la scritta ‘Rimborso Imu’ e con una missiva, a firma Berlusconi, il cui testo sembra proprio una promessa di soldi in cambio del voto».

Lupi. «La Sinistra e Monti non hanno paura della lettera, ma hanno paura delle proposte concrete. La politica si riavvicina ai cittadini se inizia a fare proposte concrete che hanno al centro non quello che pensano i tecnici o la Sinistra ma quello di cui hanno bisogno i cittadini italiani», ha detto il vice presidente della Camera Maurizio Lupi. «La proposta che noi facciamo dell’Imu – ha aggiunto l’esponente del Pdl – è molto semplice e ha un principio fondamentale: la casa è un diritto sacro delle famiglie, hanno pagato una tassa sbagliata e bisogna restituirla. Saranno poi i cittadini italiani a scegliere chi li dovrà governare , e quindi se attuare questa proposta oppure no».

Di Pietro. «In italiano la lettera sulla restituzione dell’Imu inviata da Silvio Berlusconi ai cittadini non si chiama propaganda elettorale ma truffa». Per questo alcuni esponenti dell’Idv hanno sporto regolare denuncia alla procura di Roma. Lo annuncia sul suo blog il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. «E si tratta di un reato perseguibile a norma di codice penale: art. 640», spiega. «Recapitare una lettera che somiglia come una goccia d’acqua a una comunicazione formale fatta pervenire dagli uffici amministrativi costituisce – scrive Di Pietro – a tutti gli effetti, un tentativo di artifizio e raggiro, previsto e punito dal codice penale».