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Spiagge vuote da Isola a Capaci, perchè?

QUADRO NEWS.pngVu cumprà a rimirare il mare, sdraio e ombrelloni chiusi. Sembrerebbe il paesaggio tipico di una spiaggia alla fine dell’estate, e invece no! Siamo in pieno agosto, e quest’anno la moria di bagnanti ha preso il sopravvento. Le foto che riportiamo, testimoniano una tarda mattinata di agosto in uno dei tanti stabilimenti balneari lungo la costiera che va da Isola delle Femmine a Capaci. Le due…

 località balneari del palermitano, sono unite da un’unica costiera ma anche dall’estrema vicinanza territoriale. Da un lato Isola (più rocce), dall’altro Capaci (più spiagge), negli anni passati, hanno segnato in questo periodo il pienone. Tutto ciò quest’anno non è avvenuto e gli operatori del settore, dai titolari degli stabilimenti balneari a quelli dei ristoranti e locali di ritrovo, presenti numerosi nella zona, piangono lacrime amare. Tutto ciò non avviene per una sconosciuta e temibile paura da “ostreopsis ovata”, comunemente detta alga tossica che, a onor del vero, ha fatto allontanare i bagnanti solamente a inizio stagione.
Non avviene neanche a causa di spropositati aumenti dei prezzi di listino nei servizi offerti, o ancora,da aria irrespirabile dovuta ai miasmi provenienti da contenitori di rifiuti stracolmi. No, niente di tutto questo! La parola “magica” che orami fa parte integrante della nostra vita quotidiana e che, a parere di molti illuminati esperti lo sarà per molto tempo ancora, è una sola: la crisi.
“Già lo scorso anno – così esordisce una giovane imprenditrice, Morena Dalì, con cui abbiamo preso contatto.- si è sentita la diminuzione delle presenze sul nostro litorale. Ho scommesso sei anni fa sull’apertura di un’attività di ristorazione e bar limitrofo, sul lungomare di Capaci. Con la mia laurea in Scienze politiche (non lo scrivete!) non riuscivo ad avere sbocchi lavorativi ma, la grande passione per la cucina e l’organizzazione in generale, mi hanno spinto a ritagliarmi un piccolo spazio che, gradatamente, ha preso piede: buona qualità, buon servizio, prezzi contenuti. Certo è – ha concluso la giovane imprenditrice – che la diminuzione delle presenze non mi fa stare tanto tranquilla per il futuro”.
Le fa eco a poca distanza un gestore di uno stabilimento balneare con attività trentennale che, un po’ restio a risponderci, in un secondo momento e davanti a un cremino di caffè da lui offertoci, si lascia andare: “Oggi – racconta – si sta più attenti ai soldi che si spendono, perché ce ne sono sempre meno e servono per le esigenze della famiglia e dopo, se ne rimangono, per la cabina e il mare”. Una filosofia spicciola ma reale, uno spaccato di vita sociale “estiva” che dovrebbe far riflettere e contestualmente far ben agire e interagire la buona politica con la buona economia.

“Non è solo l’alga tossica che ha allontanato i bagnanti dalla zona di Capaci e Isola, – spiega Giovanni Felice, presidente regionale di Confesercenti – la tipologia di persone che frequenta da sempre questa zona balneare è rappresentata in buona parte da palermitani e da una classe media (impiegati e operai) che stanno vivendo nelle aziende in cui lavorano (Amia, Essemme, Amat, Amap, Fincantieri ecc) soltanto per citarne qualcuna, delle difficoltà economiche strutturali. Non è solo quindi la mancanza di denaro a far modificare le abitudini estive di questi lavoratori, ma, l’incertezza su quello che accadrà, la paura dell’incerta prospettiva del domani. Bisogna fare immediatamente – ha così concluso Felice – un piano di rilancio dell’economia, non disdegnando le piccole attività, gli artigiani, le produzioni locali e non privilegiando solamente i grandi centri commerciali”.

(QUOTIDIANO DI SICILIA)