fabrizio miccoli

Il figlio del boss latitante a passeggio con Miccoli

QUADRO NEWS.pngPer mesi, la Dia di Palermo ha seguito uno dei figli del boss latitante Antonino Lauricella detto “Scintilluni”, Mauro: gli investigatori speravano così di arrivare al padre. Si sono immersi allora nel suo mondo, ed è emersa subito la bella vita di questo ragazzone di 28 anni che ufficialmente fa il calciatore di squadre semiprofessionistiche (dall’Akragas al Favara, oggi è alla Palermitana), ma…

in realtà vive nel mondo dorato del calcio che conta. Mauro Lauricella è grande amico del capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli.

Nell’ultimo anno, hanno condiviso feste nei locali più esclusivi della città, gite fuoriporta, e soprattutto tante visite allo stadio. Qualche mese fa, anche la Digos si era insospettita per quell’amico tanto ingombrante di capitan Miccoli: Lauricella junior era spesso agli allenamenti del Palermo al campo Tenente Onorato di Boccadifalco. Così, i poliziotti avevano fatto partire una nota riservata, segnalando alla magistratura quella curiosa amicizia.

Le indagini della Dia, coordinate dalla Procura di Palermo, dicono che il bomber rosanero è

stato anche molto generoso nei confronti del suo amico, facendogli diversi regali in denaro. Ma era solo per amicizia che Miccoli passava dei soldi al figlio del latitante più ricercato di Palermo? È l’interrogativo che ha impegnato per mesi investigatori e magistrati che in gran segreto si occupavano della ricerca del padrino della Kalsa. I due amici sono stati tenuti sotto stretta osservazione, sono stati anche filmati attraverso delle telecamere nascoste.

Una cosa è certa, Mauro Lauricella aveva una vera e propria devozione per l’attaccante, tanto da dedicargli un video e postarlo su Youtube. È ancora lì una lunga raccolta di foto che ritrae Miccoli e il figlio del boss latitante, che ha un soprannome molto simile a quello del padre, “Scintilla”, e non ne fa mistero. “Miccoli e Scintilla”, si intitola la composizione sul Web, che si apre con una dedica: “Io e mio fratello Miccoli”. Eccoli, i due amici al ristorante, in barca, allo stadio. E in sottofondo, una canzone: “Senza Miccoli non si può vivere”. Dopo le foto del bomber, ci sono quelle di Mauro Lauricella bambino accanto al padre: “Ogni giorno sei il mio pensiero fisso”, scrive il giovane, “Sei la luce dei miei occhi”.

Ma a parte il video, del boss Lauricella non è emersa alcuna traccia in questi mesi di indagini. Così, all’indomani dell’arresto del boss, effettuato dalla squadra mobile di Palermo dopo una soffiata, il procuratore aggiunto Ignazio De Francisci dichiara a Repubblica: “Non abbiamo in programma di sentire Miccoli”. Anche perché Mauro Lauricella non ha alcun conto aperto con la giustizia e il suo nome non è stato mai sfiorato dalle indagini antimafia. Dunque, anche capitan Miccoli è rimasto solo una meteora in questa indagine della Dia ormai chiusa.

Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, non ha dubbi: “Mi sembrano un mucchio di sciocchezze. Fabrizio Miccoli è un bravissimo ragazzo al di sopra di ogni sospetto come lo era ai tempi anche Rino Foschi. Palermo è una città strana – prosegue il patron rosanero – a differenza delle altre qui quando s’incontra qualcuno bisognerebbe informarsi prima sulla fedina penale”. Ma dalle indagini sul Scintilluni e famiglia una cosa sembra emergere chiara. Miccoli avrebbe saputo perfettamente che il suo amico era il figlio di un latitante.  (REPUBBLICA PALERMO)

Miccoli: “Non ho parlato perché sono un signore. Evitavo liti”

QUADRO NEWS.png«Magari posso arrivare a venti gol. L’importante è partire alla pari con tutti, non è bello sentirsi dire che sono un calciatore che non può giocare più di venti minuti a partita». Fabrizio Miccoli, capitano del Palermo e calciatore che ha segnato più reti con la maglia rosanero in serie A, ha…

iniziato la nuova stagione con tutt’altro spirito rispetto a quello con cui aveva chiuso la precedente.

Allegro, sorridente, il numero 10 del Palermo ha messo una pietra sopra al silenzio in cui era avvolto da mesi e dal ritiro altoatesino di Malles tira fuori l’orgoglio e lancia la propria sfida per la stagione sportiva 2011/12: «Finché starò qui, sarò io il capitano, non mi è piaciuto che i giornalisti chiedessero sempre a tutti i miei compagni a chi sarebbe andata la fascia, c’è chi vuole lo scoop o la frase interpretata male. Sono contento che anche il presidente abbia ribadito che il capitano sono io». A bollarlo come calciatore decisivo, ma solo part-time, era stato lo stesso Zamparini, con cui il salentino assicura però di avere un ottimo rapporto. «Quando leggo che il presidente ha dichiarato che posso giocare una ventina di minuti minuti, o che la fascia da capitano non deve essere più mia, mi sembra strano perché con me è tutt’altra persona, il nostro rapporto va al di là di qualsiasi altro rapporto calciatore-presidente. Il rispetto che provo per Zamparini va oltre il calcio».

Eppure qualcosa sembrava essersi rotto dopo il derby del girone di ritorno, quando – secondo la versione dell’ex tecnico Serse Cosmi – Miccoli preferì restare in panchina per non mettere in difficoltà l’allenatore che aveva avuto anche a Perugia, facendogli assecondare i desideri del presidente. «Non ho parlato per mesi – sottolinea Miccoli – perché sono un signore, ho voluto evitare che succedesse un casino, non volevo mettere benzina sul fuoco la squadra doveva pensare alla Coppa Italia. Ringrazio quelli che mi sono stati vicini mentre soffrivo. A Pioli ho chiesto se sono nelle condizioni di giocarmi il posto con tutti. Ho ancora due anni di contratto, e non mi va di trascorrerli come quello passato. Se alla fine giocheranno altri non sarà un problema: vorrà dire che lo hanno meritato. Non pretendo il posto perché sono Miccoli, perché sono il capitano e ho segnato 50 gol a Palermo. Però non voglio partire sapendo a priori che giocherò sempre venti minuti, deve essere sempre il campo a decidere. Ho 32 anni, sono nel pieno della maturità, non mi sono mai sentito meglio».

La chiosa del capitano è per Pastore: «Penso che sia obiettivo della società e di Javier che lui vada a giocare da un’altra parte». E nelle ultime ore sul Flaco sarebbe tornato forte il pressing del Manchester City. Il procuratore di Pastore, Simonian, sarebbe stato in Inghilterra e lo stesso Zamparini ha assicurato, in un intervento a Radio Radio, di trattare l’argentino con un grosso club, che avrebbe offerto 45 milioni: «Credo che entro dieci giorni si potrebbe risolvere la situazione. Ho detto loro di alzare l’offerta fino a 50 milioni e che l’affare sarebbe fatto…». Articolo di Salvatore Lo Iacono (Corriere del Mezzogiorno)