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Liquami fognari scaricati in mare, sequestrato depuratore a Gela

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, inquinamento, gela, fognaGoletta Verde aveva ragione, le acque del mare di Gela sono fortemente inquinate. Nel suo report il team di esperti che si occupano di valutare la buona salute delle acque, non avevano trovato quelle del litorale gelese in buone condizioni. I militari della Guardia Costiera e gli uomini del Nucleo speciale intervento di Roma attraverso l’operazione denominata “Aqua Linda” hanno confermato che…

qualcosa non và. Sarebbe tutta colpa degli scarichi dei liquami fognari effettuati per settimane e settimane attraverso il depuratore di Macchitella. I reflui non venivano trattati ma gettati nel fiume Gattano e che poi sfociavano a mare. Questo sarebbe emerso dopo giorni di appostamenti hanno scoperto che dalle nove di sera alle sei del mattino venivano gettate in acqua enormi quantità di acqua non trattata. E’ stato calcolato che venivano riversati, attraverso una tubazione occultata dalla presenza di un ponte in cemento, almeno centottantamila litri di liquami ogni 10 ore, per due mesi consecutivi. Il procedimento è stato interamente ripreso e inviato alla Procura della Repubblica di Gela che ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Ad occuparsi del caso sono il Procuratore capo Lucia Lotti insieme ai sostituti Cannatà e Calanducci. Stamattina sono stati apposti ii sigilli al depuratore che si trova nel quartiere di Macchitella e che viene gestito da Caltaqua, la società italo spagnola si occupa del servizio idrico integrato nella provincia di Caltanissetta. “Ad aumentare i nostri sospetti sono state anche le segnalazioni fatte da cittadini che avevano avvertito odori nauseabondi e strani sintomi dopo aver fatto il bagno nei pressi di Montelungo, e dunque nella zona in cui avveniva lo scarico. Le analisi effettuate dall’azienda sanitaria provinciale hanno messo in luce il problema – afferma il vice comandante della Capitaneria di porto Fabio Citrolo – adesso sarà la magistratura ad occuparsi del caso, noi ipotizziamo il reato di disastro ambientale. Bisognerà accertare le responsabilità, stiamo ponendo particolare attenzione alla società spagnola che si occupa del depuratore. Questo consentiva di non procedere con il trattamento e di versare in acqua tutti i reflui della zona residenziale, particolarmente ampia”. La società ha attribuito la responsabilità ad un guasto improvviso ad una delle vasche di trattamento. Bisognerà capire, dicono dalla Guardia costiera, se lo sversamento poteva essere evitato. (REPUBBLICA PALERMO)

Scarichi fognari: provincia di Palermo in pole position

QUADRO NEWS.pngl mare d’estate è la meta preferita della maggior parte dei palermitani, i quali si spostano dalla città per assaporare le freschi acque delle spiagge. Ma qual è lo stato delle acque? Il consueto rapporto annuale di Goletta Verde Legambiente in tal senso è indicativo: sono poche le coste del palermitano a godere di perfetta salute, mentre molte sono quelle inquinate e dalla depurazione…

Iinsufficiente, tanto che la Sicilia sotto questo versante presenta una situazione indiscutibilmente pessima.
Palermo è in testa alla graduatoria con la foce del fiume Oreto, che al momento dei rilevamenti di Goletta Verde presentava feci in sospensione, livelli batteriologici altissimi, tanto da risultare gravemente inquinata. In provincia la situazione è tutt’altro che migliore: a Termini Imerese, il prelievo effettuato sempre da Legambiente in Via Crisone, distante circa 250 metri dalla foce del torrente Barratina, è risultato anche’esso fortemente inquinato e a Carini, è stato identico l’esito delle analisi con un elevatissimo grado di presenza di batteri nel campionamento condotto alla foce del fiume Ciachea. L’area è risultata decisamente inquinata, nonostante la presenza nelle vicinanze di un depuratore consortile Asi. Ma non finisce qui perché anche a Terrasini, nei pressi della località San Cataldo, la foce fiume Nocella, è uno dei più critici siti regionali con un alto livello di inquinamento.
“In Sicilia purtroppo la situazione relativa ai sistemi di depurazione stenta a cambiare, mettendo a rischio la celebrità e la bellezza dei nostri litorali – afferma Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia – Per quanto concerne la procedura di infrazione per inadempimento nell’attuazione della direttiva 1991/271/CE, la Sicilia è la regione più inadempiente. Sono infatti 90 i comuni siciliani che non rispettano la disposizione, e che risultano imputati di omissione delle disposizioni necessarie per garantire agli agglomerati (con un numero di abitanti equivalenti superiore a 15 mila) che scaricano in aree non sensibili, la dotazione di reti fognarie, nonché per omissione di adeguati trattamenti secondari prima dello scarico in ambiente. La fotografia scattata da Goletta Verde ci dimostra che la depurazione è ancora insufficiente – prosegue Fontana – e non possiamo non ribadire la nostra preoccupazione e rilanciare l’appello alle autorità competenti affinché si impegnino immediatamente per portare gli impianti depurativi della regione a un numero sufficiente e a un livello di efficacia ed efficienza che rientri nei parametri, non solo della direttiva europea, ma anche del buon senso. Ne va del futuro della nostra straordinaria regione e del suo sviluppo sostenibile”.

La situazione: i corsi d’acqua usati come scarichi fognari

PALERMO – È severo il rapporto annuale di Goletta Verde sullo stato delle acque palermitane, molto inquinate soprattutto alle foci di fiumi e torrenti, che vengono usati come veri e propri scarichi fognari e la cui depurazione presenta enormi falle, tanto da risultare del tutto insufficiente. La provincia di Palermo è in testa come siti maggiormente inquinati, presentandone ben quattro, alla pari di Trapani. “La situazione siciliana riflette purtroppo un’emergenza nazionale – afferma Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente – Il termine ultimo per adeguarsi alla direttiva 271 era dicembre 2005, ma adesso ci ritroviamo una procedura d’infrazione aperta dalla Commissione Europea. La Gazzetta Ufficiale del 29/1/2011 riporta che sono 168 i Comuni inadempienti alla direttiva europea. Oltre il danno economico dell’infrazione, ci sono le gravi conseguenze ambientali e sanitarie. Servono provvedimenti immediati per prevenire il deferimento alla Corte di Giustizia Europea”. (QUOTIDIANO DI SICILIA)