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Stato-mafia, il gip di Palermo ha distrutto le intercettazioni su Giorgio Napolitano

QUADRO NEWS.pngIl gip di Palermo, Riccardo Ricciardi, ha distrutto le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l’ex ministro Nicola Mancino, registrate nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. La distruzione dei file audio è avvenuta, questa mattina, nel carcere Ucciardone, dove si trova il server in cui i file erano conservati. Alle operazioni ha partecipato il tecnico della Rcs, la società che gestisce gli impianti di intercettazioni per conto della Procura di Palermo.

Il via libera è arrivato venerdì scorso dalla sesta sezione penale della Cassazione. La suprema corte, infatti, ha dichiarato inammissibile il ricorso di Massimo Ciancimino che chiedeva di poter ascoltare, in virtù del diritto di difesa, i colloqui.

Nella sua requisitoria scritta, il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto la dichiarazione della inammissibilità in toto del ricorso di Cianicimino. La decisione è stata adottata dalla Sesta sezione penale in camera di consiglio. I legali del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo avevano presentato ricorso contro l’ordinanza del gip del capoluogo siciliano che l’8 febbraio aveva rigettato la loro richiesta di ascoltare le intercettazioni, captate nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra lo Stato e la mafia. La distruzione, che doveva avvenire l’11 febbraio è stata rinviata in attesa della decisione della Suprema Corte, e la nuova data per la cancellazione dei file è stata provvisoriamente fissata per il 22 aprile.

Intercettazioni, Napolitano contro la procura Palermo

QUADRO NEWS.pngIl capo dello Stato Giorgio Napolitano si è appellato alla Corte Costituzionale sollevando il “conflitto di attribuzione” contro la procura di Palermo per le intercettazioni di sue conversazioni telefoniche.Lo si apprende da un comunicato del Quirinale nel quale si aggiunge che la decisione è stata presa per evitare che le intercettazioni realizzate su mandato della procura palermitano possano finire per costituire, dal punto di vista giuridico, un precedente.

“Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha oggi affidato all’avvocato generale dello Stato l’incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni che questa ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Capo dello Stato; decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione”, si legge nella nota.

Il Quirinale aggiunge che “alla determinazione di sollevare il confitto, il presidente Napolitano è pervenuto ritenendo ‘dovere del presidente della Repubblica’, secondo l’insegnamento di Luigi Einaudi, ‘evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce'”.

Nelle settimane scorse, nell’ambito dell’inchiesta su una presunta trattativa fra lo Stato e la mafia agli inizi degli anni Novanta, sono stati pubblicati stralci di telefonate intercettate di Nicola Mancino, ministro dell’Interno dell’epoca, con il Quirinale e di interventi del Quirinale sul Csm circa le prerogative della procura palermitana.

Napolitano in visita a Palermo, per strada raffica di divieti

QUADRO NEWS.pngNiente città blindata, ma solo una raffica di divieti di sosta. Questi i provvedimenti che saranno adottati in occasione della visita in città del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’8 e il 9 settembre. Riguarderanno una trentina le strade fra la zona di Palazzo dei Normanni, piazza Marina, piazza San Domenico e l’hotel Villa Igiea. Attenzione, dunque, ai cartelli perchè i…

divieti di sosta con rimozione scatteranno quasi tutti a partire da mercoledì mattina, cioè un giorno prima dell’arrivo del capo dello Stato, e in alcuni casi rimarranno in vigore tre giorni. Le chiusure riguarderanno solo piazza del Parlamento, piazza Vittoria, un tratto di piazza Marina, piazza San Domenico e corso Vittorio Emanuele fra Porta Nuova e via Bonello.In quest’ultima arteria però il divieto di transito rimarrà in vigore solo il periodo strettamente necessario. In base all’ordinanza del Comune, queste le strade dove sarà vietato parcheggiare dalle 7 di mercoledì sino alla mezzanotte di giovedì: piazza Vittoria (escluso il lato adiacente alla questura), piazza del Parlamento, via del Bastione, piazza della Pinta, piazza Indipendenza (il lato adiacente all’ingresso alla Cappella Palatina), corso Calatafimi (fra Porta Nuova e il civico 67), via Ernesto Basile (la carreggiata in direzione della circonvallazione e sarà sospeso il posteggio dei bus extraurbani), largo La Grutta, via Brasa, due tratti di piazza Marina (il lato adiacente la salita dell’Intendenza e quello adiacente a Palazzo Galletti fra vicolo Palagonia all’Alloro e via Quattro Aprile), salita dell’Intendenza; via della Regia Zecca; via Quattro Aprile, via Scopari, via e largo della Rosa all’Alloro e vicolo delle Travi. Dalle 7 di mercoledì sino alle 18 di venerdì sarà vietato posteggiare in piazza San Domenico, via Meli, via dei Bambinai, largo dei Cavalieri di Malta e via Gagini. Sarà invertito il senso unico in via Torre di Gotto: i veicoli provenienti di via Gagini saranno costretti a svoltare destra. La via Gagini sarà chiusa nel tratto compreso fra Torre di Gotto e piazza San Domenico. Dalle 7 di mercoledì e sino alla mezzanotte di venerdì non si potrà parcheggiare in via Pietro Bonanno (fra Nicastro e via Rampolla), via Cardinale Rampolla, via Belmonte, salita Belmonte e via Papa Sergio I (fra via Rampolla e l’Ospizio Marino), via Francesco Crispi nei pressi di via Castello; via Castello, via Fratelli Cianciolo, via e Piazza Tavola Tonda e via San Sebastiano. Il capo dello Stato giungerà in città giovedì: primo appuntamento all’Assemblea regionale alle 11.15 dove ad accoglierlo ci sarà oltre al presidente del Parlamento siciliano, Francesco Cascio, altre autorità regionali e locali. Quindi prenderà parte alla Sala d’Ercole alla commemorazione di Giuseppe La Loggia, presidente della Regione dal 1956 al 1958. Interveranno oltre allo stesso presidente Cascio, anche l’ex segretario dell’Assemblea regionale, Aldo Scimè, l’ex presidente della Regione, Mario Fasino, e il figlio di La Loggia, Enrico. Moderatore sarà il condirettore del Giornale di Sicilia, Giovanni Pepi. Di pomeriggio parteciperà al 25 convegno della Società Italiana di Scienza della politica. Il giorno dopo Gianni Puglisi lo accoglierà nella sede della Società siciliana di Storia Patria dove il Capo dello Stato ascolterà la lectio magistralis dello storico Lucio Villari. (GDS)