paolo borsellino

Via D’Amelio, Procura Caltanissetta chiude le indagini. Chiesti sette rinvii a giudizio

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, mafia, paolo borsellinoLa Dda di Caltanissetta ha chiuso le indagini sulla strage di via D’Amelio in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e 5 agenti della scorta. I magistrati con la chiusura delle indagini hanno chiesto anche il rinvio a giudizio di sette indagati: il boss Salvatore Madonia, Vittorio Tutino, i pentiti Gaspare Spatuzza, Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura, Calogero Pulci e Francesco Andriotta.

I boss mafiosi Salvatore Madonia e Vittorio Tutino devono rispondere di strage, così come il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. Sono invece accusati di calunnia aggravata con l’aggravante di avere agevolato cosa nostra i pentiti di mafia Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura, Calogero Pulci e Francesco Andriotta. La Procura nissena ha, invece, chiesto l’archiviazione per Maurizio Costa, un meccanico accusato di avere eseguito un intervento sulla Fiat 126 che poi venne usata per autobomba il 19 luglio 1992 in via d’Amelio.

Nella nuova indagine per la strage di via d’Amelio abbiamo fatto miracoli investigativi” ha detto all’Adnkronos il procuratore capo di Caltanissetta Sergio Lari. “Per un colossale errore giudiziario – prosegue Lari che coordina il pool antimafia – furono condannate otto persone che l’anno scorso sono state scarcerate. In questi ultimi periodi si sono fatti passi avanti da gigante”. (Adnkronos/Ign)

Intercettazioni, Borsellino a Napolitano: “Schiaffo alla ricerca della verità”

2774393565.8.png«Mi sento stordita, come se fossi stata schiaffeggiata».Rita Borsellino, in un’intervista all’Ansa, usa parole schiette per dire, alla vigilia del ventennale della strage di via D’Amelio, che non condivide la decisione di Giorgio Napolitano di sollevare conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo sull’uso delle sue telefonate casualmente intercettate.

Borsellino ucciso due volte. «Sono stata presa alla sprovvista – dice la sorella del giudice ucciso il 19 luglio del ’92 a Palermo, in via D’Amelio -. Senza la piena conoscenza su ciò che è accaduto vent’anni fa è come se Paolo venga ucciso due volte. La prima volta con la sua eliminazione fisica e la seconda volta con la sua soppressione morale. Lui, che aveva un senso molto alto delle istituzioni, aveva avuto la percezione di fatti molto gravi. Ricordo ancora cosa disse la sera del 25 giugno alla biblioteca comunale: sono testimone di fatti gravi e aspetto che qualcuno mi chieda di riferirli. Nessuno lo chiamò. Ebbe la sensazione di cominciare a morire da quel momento».
L’iniziativa di Napolitano. «Credo che un’iniziativa del genere – dice – non se l’aspettasse nessuno. Specie in questo momento. Siamo a un passaggio cruciale della storia del Paese: finalmente si stanno facendo sforzi enormi per capire ciò che è accaduto venti anni fa, e anche dopo. Nell’immaginario collettivo è diffusa l’impressione che la decisione del capo dello Stato si possa porre come un ostacolo alla ricerca della verità. Anche se questo non è certamente l’obiettivo del capo dello Stato, resta il fatto che si tratta di un gesto francamente inopportuno».

La decisione. «Non posso essere io a dire chi abbia torto o ragione – aggiunge -. Deciderà chi ha la competenza per farlo. Ma questa, mi spiace dirlo, non è una questione di procedure. Qui si pone una questione di sostanza. Non era il momento di sollevare il conflitto. Il ventennale delle stragi è un palcoscenico mediatico che ingigantisce ogni atto. L’opinione pubblica saprà certamente valutare le cose. Per quanto mi riguarda ne ho ricavato una brutta sensazione».

Presidio del ‘popolo delle agende rosse’ davanti al Tribunale di Palermo

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, mafia, paolo borsellinoUn centinaio di persone del ‘popolo delle agende rosse’, guidati da Salvatore Borsellino, stanno presidiando da questa mattina il Palazzo di Giustizia di Palermo per chiedere “verita’ e giustizia” sulla strage di via D’Amelio. Su alcuni manifesti si legge: ‘Stragi del ’92-’93. Io non voglio il silenzio’.

Altri manifesti sono invece a favore dei pm che stanno indagando sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e Cosa nostra, dopo la decisione del capo dello Stato di sollevare un conflitto di attribuzione in seguito alle telefonate intercettate tra lo stesso Napolitano e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, quest’ultimo indagato per falsa testimonianza. Su un manifesto, con lo sfondo le fotografie dei pm Antonino di Matteo e Antonio Ingroia: ‘Difendiamo chi indaga sulla trattativa Stato-mafia

Palermo non dimentica Borsellino: previsti eventi di mostre, musica e sport

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, mafia, paolo borsellinoMostre, dibattiti, musica e momenti di sport. A vent’anni dalla strage di via D’Amelio, in cui il tritolo di Cosa nostra spezzo’ le vite del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, societa’ civile, istituzioni e magistrati si mobilitano per non dimenticare una delle pagine piu’ buie della storia d’Italia. Ricchissimo il programma delle iniziative organizzate a Palermo, gia’ a partire da oggi pomeriggio.

La Questura di Palermo e la Fondazione ‘Progetto Legalita’, infatti, hanno scelto un quadrangolare di tennis per ricordare l’eccidio di via D’Amelio. Una tre giorni di sport fino a martedi’ prossimo per celebrare la vita in un anniversario tragico di morte. Il torneo vedra’ ‘sfidarsi’ sui campi del Circolo del tennis Palermo di viale del Fante rappresentanti delle forze di polizia (guardia di finanza, carabinieri e polizia) e magistrati.

Ogni giorno a partire dalle 17 si terranno due match, per un totale, a fine manifestazione, di 24 partite durante le quali ogni squadra affrontera’ tutte le altre. La kermesse si concludera’ il 17 luglio, con una cerimonia di premiazione e con altri due momenti: un ricordo delle vittime della strage di via D’Amelio da parte di autorita’ civili e militari e la consegna a un giornalista della targa ‘P.Giaccone’ edizione 2012.

 Sempre il 17 luglio, questa volta alla Polisportiva Cei di via Piersanti Mattarella, a Palermo, e’ in programma alle 20 una partita di calcetto tra le Agende Rosse e i magistrati. Saranno i valori dello sport a celebrare l’impegno antimafia anche a Bagheria, nel palermitano, dove al Palazzetto dello Sport ‘Carlo Alberto Dalla Chiesa’ la Nazionale Basket Magistrati affrontera’ una squadra dell’Universita’ di Palermo. La serata si svolgera’ il 18 luglio a partire dalle 18 su iniziativa della Provincia regionale di Palermo e del Coni in collaborazione con la Croce rossa italiana, l’Ateneo e l’Anm.

‘A vent’anni di distanza la memoria del sacrificio di Paolo Borsellino e della sua scorta – ha detto il presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti – va preservata e tramandata ai giovani e niente piu’ dello sport puo’ costituire il giusto veicolo per farlo.
In piu’, la serata acquista un ulteriore importante significato visto che l’incasso verra’ devoluto alle popolazioni colpite dagli eventi sismici in Emilia. Contribuiremo al recupero o alla realizzazione di un impianto sportivo che sara’ poi intitolato a Paolo Borsellino. Un modo – ha concluso – per unire idealmente Palermo con l’Emilia nel nome della legalita’ e della solidarieta”.

Un altro momento di sport e’ in programma il 19 luglio al campo comunale di Terrasini (Palermo), dove dalle 17 in poi si svolgera’ un quadrangolare di calcio. In campo le squadre della Sezione sportiva antimafia di Palermo, una rappresentanza della Procura di Marsala, l’ordine dei giornalisti di Sicilia e la Polizia municipale di Palermo. A premiare i vincitori saranno il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, ii colleghi di Bari e Napoli e al presidente di Confindustria Sicilia.

Ricco il programma di iniziative a Palermo anche per il 18 luglio. Si parte alle 9 con un presidio al Palazzo di giustizia, alle 15 in calendario la salita a Castello Utveggio, con partenza da via D’Amelio, mentre alle 20.30 presso la facolta’ di Giurisprudenza e’ prevista una conferenza sul tema ‘Trattative e depistaggi: quale Stato vuole la verita’ sulle stragi?’. A confrontarsi saranno, tra gli altri, il fratello del giudice Salvatore Borsellino e i magistrati antimafia Antonio Ingroia, Antonino Di Matteo, Roberto Scarpinato e Domenico Gozzo.

Il 19 luglio, invece, si confermano due appuntamenti ormai tradizionali. Innanzitutto un incontro, aperto al pubblico, organizzato dalla giunta distrettuale dell’Anm di Palermo in programma alle 11 presso l’Aula magna del Palazzo di giustizia, dal titolo: ‘Paolo Borsellino. Venti anni dopo’. Dopo i saluti dei vertici degli uffici giudiziari interverranno Rita e Salvatore Borsellino, fratelli del magistrato.

La figura umana e professionale di Paolo Borsellino sara’ ricordata da due colleghi a lui particolarmente vicini: Andrea Genna e Diego Cavaliero, entrambi sostituti procuratore nel periodo in cui Paolo Borsellino ricopriva il ruolo di procuratore della repubblica a Marsala. Concluderanno l’incontro, con le loro riflessioni, Gaetano Paci (presidente della Fondazione progetto legalita’ in memoria di Paolo Borsellino) ed il collega Rodolfo Sabelli presidente della giunta esecutiva centrale dell’Anm.

Alle 20.30, invece, da piazza Vittorio Veneto partira’ la tradizionale fiaccolata in memoria del giudice e dei suoi ‘angeli custodi’, che terminera’ in via D’Amelio, dove sara’ deposta una corona di fiori. All’iniziativa, promossa da Giovane Italia e Azione Universitaria, hanno gia’ aderito quaranta sigle, tra associazioni e movimenti politicamente trasversali, raggruppate nel ‘Forum XIX Luglio’. Prevista la partecipazione di giovani provenienti da tutta la Sicilia e dalle altre regioni d’Italia e di numerosi gonfaloni di enti locali siciliani.

Nel giorno del 20esimo anniversario della strage, dunque, protagonista sara’ soprattutto la societa’ civile. Gia’ dalle prime ore del mattino. Alle 8 in via D’Amelio, infatti, iniziera’ un presidio con momenti di animazione ludica e didattica e percorsi di legalita’ per bambini. Alle 15 sara’ la volta degli interventi dei magistrati (Antonino Di Matteo, Antonio Ingroia, Leonardo Guarnotta, Roberto Scarpinato, Vittorio Teresi, Luca Tescaroli, Giovanbattista Tona) e alle 16.58 dopo il minuto di silenzio Marilena Monti recitera’ “Giudice Paolo”. I ricordi dei familiari del giudice e degli agenti di scorta Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Fabio Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina scandiranno il tempo a partire dalle 17.15.

In via D’Amelio ci sara’ anche l’Orchestra sinfonica infantile “Falcone e Borsellino” della Fondazione “la Citta’ Invisibile”, diretta da Massimo Incarbone e Teresa Zammataro. I bambini, che provengono da Biancavilla, Adrano, Catania e Siracusa, eseguiranno l’inno nazionale a ridosso dell’ora in cui si verifico’ la terribile esplosione del 19 luglio del 1992 e un vero e proprio concerto di brani sinfonici di musica classica. Alle 21 sara’ invece la volta di Marco Travaglio e alle 22.30 di Daniele Silvestri.

Momenti di sport, dibattiti, cortei, ma anche musica e arte nel 20esimo anniversario dell’eccidio. L’assessorato al Turismo della Regione siciliana, infatti, ricordera’ il giudice e la sua scorta con un concerto di musica classica. Nello splendido scenario del Castello a mare giovedi’ prossimo si esibiranno l’Orchestra sinfonica siciliana, quella del Teatro Massimo di Palermo e quella del Vittorio Emanuele di Messina, il coro del Teatro Bellini di Catania. In scaletta musiche di Mozart e Mahler.

Infine una mostra dal titolo ‘Mai rassegnati! Da Portella a via D’Amelio: la Sicilia che si e’ ribellata alla mafia’ e una rassegna di cinque pie’ce teatrali curate dalla Biblioteca dell’Assemblea regionale siciliana. L’esposizione, che sara’ inaugurata il prossimo 18 luglio e rimarra’ visitabile fino al 31 ottobre, racconta gli ultimi 65 anni di lotta a Cosa nostra attraverso un punto di vista inedito. Infatti, 82 pagine di quotidiani locali e nazionali ripercorranno storie di riscatto, per dar voce al contrasto alla criminalita’ organizzata di madri, figli, imprenditori, studenti e sindacalisti che non si sono piegati alla violenza mafiosa.

L’esposizione sara’ allestita nel cortile Maqueda di Palazzo reale con il contributo della Fondazione Buttitta e con la collaborazione scientifica dei cronisti di ‘nera’ e giudiziaria Riccardo Arena, Enrico Bellavia, Rino Cascio Salvo Palazzolo e Leone Zingales. La rassegna teatrale, che comprende cinque spettacoli, sara’ aperta sempre il 18 luglio alle 21 nel cortile Maqueda di Palazzo Reale, con ‘Questa terra sara’ bellissima’ di Felice Cavallaro. Il 25 luglio alle 21.30 sara’ la volta di ‘Orazione per Falcone e Borsellino nel giorno di San Rocco’ di Salvo Licata. Il calendario proseguira’ il 15 settembre alle 21 con ‘FalconeBorsellino’ di Giuseppe Celesia e Alberto Puglisi; il 21 settembre, alla stessa ora, con ‘Madrigalia Sud’ di Mario Modestini per concludersi il 28 settembre alle 21 con ‘Portella della Ginestra’ di Ignazio Buttita. (siciliainformazioni.com)

Mafia: Palermo, 40 associazioni aderiscono a fiaccolata per Borsellino

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare,  mafia, paolo borsellinoCrescono le adesioni alla fiaccolata del 19 luglio a Palermo in memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, nel ventesimo anniversario della strage di via D’Amelio, promossa da Giovane Italia e Azione Universitaria. Quaranta sigle, tra associazioni e movimenti, raggruppate nel “Forum XIX Luglio” hanno aderito al corteo che partira’ da piazza Vittorio Veneto (Statua della Liberta’) giovedi’ prossimo alle 20.30 e terminera’ in via D’Amelio, dove verra’ deposta una corona di fiori.

Tra le tante adesioni alla manifestazione c’e’ la Federazione dei Giovani Socialisti, l’associazione MafiaContro, il sindacato Ugl, il Movimento dei Forconi, i movimenti giovanili dell’Udc, di Grande Sud e di Noi Sud e diverse associazioni universitarie. Prevista anche la partecipazione di giovani provenienti da tutta la Sicilia e dalle altre regioni d’Italia.

“Quando sedici anni fa – dichiara Mauro La Mantia, presidente regionale siciliano di Giovane Italia – organizzammo per la prima volta la fiaccolata per Borsellino non avremmo mai immaginato che nel tempo potesse diventare la piu’ partecipata manifestazione antimafia in Sicilia. Quella del 19 luglio e’ un’iniziativa che nasce dai movimenti giovanili di destra, legati alla tradizione del Fuan cui aderi’ Paolo Borsellino da universitario, ma al tempo stesso aperta ad altre sigle ed alla societa’ intera. La fiaccolata – conclude – e’ ormai una manifestazione trasversale che unisce realta’ diverse nel nome di Borsellino, eroe di tutti, eroe nazionale”. (Adnkronos) 

Orlando: “Commemorazioni stragi, si rischia di sedere accanto a complici dei mandanti”

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, mafia, giovanni falcone, paolo borsellino, leoluca orlando «Fin quando non ero sindaco mi sono rifiutato di partecipare alle manifestazioni per le stragi perché correvo il rischio di sedere accanto ai complici dei mandanti dei killer». Lo ha detto Leoluca Orlando, da due giorni nuovo sindaco di Palermo, a margine delle commemorazioni dell’eccidio di Capaci in corso nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Orlando ha così risposto ai giornalisti che gli chiedevano cosa pensasse delle dichiarazioni del cognato di Falcone, il magistrato Alfredo Morvillo, che ha detto che spesso chi partecipa alle manifestazioni è «una palla al piede nella lotta alla mafia».

Strage Borsellino, la Corte d’appello sospende la pena per otto condannati

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, strege borsellino, mafia, paolo borsellinoLa Corte d’appello di Catania respinge la richiesta di revisione del processo per la strage di via d’Amelio del 19 luglio 1992 e sospende però l’esecuzione della pena per otto imputati, sette dei quali condannati all’ergastolo.
L’istanza di revisione, presentata dal pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato, è nata dalle nuove rivelazioni di Gaspare Spatuzza che ha chiamato in causa i fratelli Graviano di Brancaccio, riguardava…

Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana (condannati all’ergastolo) e Vincenzo Scarantino, il collaboratore di giustizia la cui sentenza a 20 anni è diventata definitiva nonostante la ritrattazione. E ancora Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino (condannati a pene fino a 9 anni) che hanno già espiato la condanna.

La versione di Scarantino determinante per le condanne all’ergastolo dei sette è stata ritenuta totalmente inattendibile dalle nuove indagini avviate dopo la collaborazione con la giustizia di Spatuzza e a Caltanissetta si procede anceh contro tre poliziotti del gruppo investigativo sulle stragi che avrebbero avallato la falsa ricostruzione di Scarantino. Secondo i giudici di Catania, però, occorre che ci sia una nuova sentenza con altri colpevoli, prima di potere revisionare

la sentenza sugli otto, Scarantino compreso. Intanto, però, al di là della questione tecnica, il verdetto di Catania segna un primo determinante traguardo sulla strada della verità sull’eccidio che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta. (REPUBBLICA PALERMO)

Palermo ricorda Via D’Amelio. Fini: “Via i sospettati dai partiti”

QUADRO NEWS.pngVia D’Amelio si è fermata, è rimasta muta alle 16.58, l’ora della strage avvenuta 19 anni fa. Un minuto di silenzio rotto poi da un lungo applauso per ricordare Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Presenti il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, l’aggiunto…

nisseno Domenico Gozzo, i magistrati di Palermo Antonino Di Matteo e Antonino Ingroia e i partenti delle vittime: i fratelli di Borsellino, Rita e Salvatore, e i congiunti degli agenti di scorta.

La giornata si era aperta con la deposizione di alcune corone di fiori da parte del presidente della Camera, Gianfranco Fini e del ministro degli Interni Roberto Maroni.

“I partiti sono tenuti a svolgere un’opera di pulizia al loro interno”. Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso della commemorazione della strage di via D’Amelio in cui 19 anni fa morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Fini è intervenuto nell’aula magna del palazzo di giustizia di Palermo. “Nella battaglia contro la criminalità organizzata – ha detto – quello politico è un fronte decisivo. È un fronte che passa sia per l’attività di governo e per quella legislativa sia per la forza di mobilitazione dell’opinione pubblica. Passa soprattutto per la capacità degli stessi partiti di fare pulizia al proprio interno eliminando ogni ambigua zona di contiguità con la criminalità e il malaffare”.

Anche il ministro degli Interni, Roberto Maroni, è giunto a Palermo per commemorare il magistrato. Il ministro ha deposto una corona di fiori degli uffici del reparto scorte della caserma Lungaro. Al termine della cerimonia Maroni ha incontrato in forma privata per alcuni minuti i familiari delle vittime della strage, la moglie Agnese e il figlio Manfredi Borsellino con la famiglia, e i parenti della scorta del magistrato.

La visita del ministro si è conclusa con un vertice in prefettura sul tema della sicurezza. All’incontro presenti, tra gli altri, il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il procuratore di Palermo Francesco Messineo, il presidente della Corte d’appello, Vincenzo Oliveri, il procuratore generale Luigi Croce, il presidente del tribunale Leonardo Guarnotta, il prefetto Umberto Postiglione, il questore Nicola Zito, il comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli, i vice capo della polizia Nicola Izzo e Francesco Cirillo e i vertici provinciali e regionali dei carabinieri e della guardia di finanza.

Non si placa intanto la polemica tra i familiari del giudice e i rappresentanti delle istituzioni. Replicando alle critiche mosse sia dal figlio del magistrato ucciso, Manfredi Borsellino, che dal fratello Salvatore secondo cui non sarebbe opportuna la presenza di rappresentanti istituzionali “perché è stata una strage di Stato”, il presidente della Camera Fini ha detto: “Sono qui perché sono alla ricerca della verità, altrimenti non sarei venuto”. Poco prima in via D’Amelio era stato diffuso uno striscione dei giovani del movimento delle Agende rosse: “No corone di Stato per una strage di Stato”.

“Sono qui perché ancora non è stata fatta giustizia e non è stata fatta luce sulla verità”, ha detto Salvatore Borsellino in via D’Amelio. Anche il figlio di Paolo Borsellino, Manfredi ha chiesto verità sui depistaggi.

Il messaggio del presidente Napolitano. Questa mattina il presidente della Repubblicalica Giorgio Napolitano ha inviato alla signora Agnese Borsellino un messaggio, in cui ricorda che la strage rappresentò il culmine di una delle fasi più gravi della criminalità organizzata contro le istituzioni democratiche: “L’attentato volle colpire sia un simbolo della causa della legalità sia un uomo che stava mobilitando le migliori energie della società civile dando a esse crescente fiducia nello stato di diritto. A diciannove anni di distanza, il sacrificio di Paolo Borsellino richiama la magistratura, le forze dell’ordine e le istituzioni tutte a intensificare – con armonia di intenti e spirito di effettiva collaborazione – l’azione di contrasto delle mafie e delle sue più insidiose forme di aggressione criminale”. Come i figli di Borsellino, anche Napolitano auspica una risposta di verità e giustizia su quanto accaduto.

L’attentato. Era il 19 luglio. Quel giorno Borsellino, dopo avere pranzato con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, stava andando dalla madre, che abitava in via D’Amelio, a Palermo. Ad attenderlo c’era una Fiat 126 con circa 100 chili di tritolo. Una strage messa a segno 57 giorni dopo quella in cui perse la vita il suo amico e collega Giovanni Falcone.

Gli interventi. Nel corso delle celebrazioni il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha deposto una corona sulla lapide in memoria degli agenti uccisi dalla mafia al reparto scorte della caserma Lungaro di Palermo.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha rievocato le doti del magistrato: la grande dedizione, la passione civile, l’ostinata coerenza; doti che hanno rafforzato la volontà di chi vuole proseguire nel cammino di legalità da lui tracciato.

Bersani. “La memoria di Borsellino è viva negli italiani”, così Pier Luigi Bersani, segretario del Partito democratico. “Siamo tutti consapevoli – spiega – che Borsellino servì lo Stato con onestà e rigore, a difesa dei valori della legalità e della giustizia. Una comunità che si dovesse privare di questi valori, finirebbe con il minare le fondamenta della nazione”.

“Nei momenti più difficili e tragici della sua storia – prosegue Bersani – il nostro Paese ha spesso trovato la via per emanciparsi, tributando in quel modo il migliore omaggio ai propri caduti. Anche oggi dobbiamo trovare questa forza e l’esempio di Borsellino ci sostiene. Non c’è altra possibilità – aggiunge – se non quella di ristabilire le basi del vivere civile: onestà, legalità, giustizia. E’ necessario uno scatto della classe dirigente per ricostruire un tessuto sociale drammaticamente indebolito e perciò maggiormente esposto al crimine organizzato”.

Il segretario del Pd chiede poi gratitudine per il “lavoro della magistratura, delle forze dell’ordine e di tutti coloro che sono in prima fila nella lotta alle tante mafie che continuano ad esercitare la loro ipoteca sul futuro del Paese. Non riesco a vedere altro modo per rispettare la memoria di uomini come Paolo Borsellino. Concludo rivolgendo un pensiero partecipe e commosso alle famiglie dei caduti in via D’Amelio”.

Vendola. “‘Il tritolo di Cosa nostra squarciò il cuore della democrazia italiana rivelò la capacità delle organizzazioni mafiose di ipotecare pesantemente la vita pubblica e sociale del nostro Paese. È necessario dare una risposta chiara”, lo ha dichiarato il segretario di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola. “Senza questa opera di verità – ha aggiunto – e di conseguente bonifica morale, le commemorazioni degli eroi dell’antimafia, sono solo processioni di parole inutili e di retorica melensa”. (Repubblica Palermo)

Via d’Amelio, Rita Borsellino: ora tutta la verità

QUADRO NEWS.png«Non ci bastano più ‘coriandolì di verità’. La vogliamo sapere tutta. E deve essere tanto inquietante che preferiscono centellinarcela». Con queste parole Rita Borsellino, sorella di Paolo, il magistrato ucciso il 19 luglio di 19 anni fa, chiede di andare fino in fondo nelle indagini sulla strage di via D’Amelio che costò la vita al fratello e ai cinque agenti di scorta. Intervenuta alla…

presentazione delle iniziative organizzate per l’anniversario dell’eccidio, l’europarlamentare del Pd ha aggiunto: «Da 19 anni rimbalziamo contro muri di gomma. Ci avevano propinato una verità che poi si è rivelata tutt’altro. Speriamo ora di ripartire dalla revisione del processo».

Per Borsellino «è evidente che ci sono state reticenze anche istituzionali. Memorie ritrovate, personaggi che hanno ricordato cose a distanze di tempo. Comportamenti colpevoli che hanno ritardato il corso delle indagini». Ai cronisti che le chiedevano se volesse fare un appello all’ex ministro dell’Interno Mancino, al centro di un «giallo» mai risolto su un suo presunto incontro con Borsellino 18 giorni prima della morte sempre smentito dal politico, ha risposto: «Non spetta a me chiedergli conto. Io rispetto i ruoli».
«Qualche giorno prima che lo ammazzassero, Paolo ci disse ‘quando mi uccideranno ricordatevi che non sarà stata solo la mafia». Rita Borsellino ne è certa: dietro la strage non ci fu solo Cosa nostra. «Suo fratello venne eliminato perchè aveva scoperto la trattativa tra Stato e mafia e voleva impedirla?» le chiedono i cronisti durante la presentazione delle iniziative organizzate per ricordare l’eccidio di via d’Amelio. «Non sono un investigatore – risponde – ma certo l’immagine di Cosa nostra col boss con la coppola e la lupara che organizza una cosa simile è riduttiva». «D’altro canto – continua la Borsellino – Paolo proprio a ridosso della sua morte disse ‘ho visto la mafia in diretta’ e non si riferiva certo a incontri con uomini d’onore».

Anche sull’agenda rossa del fratello, diario in cui Borsellino appuntava «incontri e sviluppi di indagini» e sparita dopo l’attentato, Rita ha le idee chiare: «Nessuno può dubitare che sia esistita. Noi familiari l’abbiamo vista mille volte. L’aveva sempre con sè. Negarne l’esistenza significa accusarci di dire il falso. Allora, se non è stata rubata perchè conteneva verità scomode, come mai, in tutte le perquisizioni fatte in casa e in ufficio, non è mai stata trovata?».

Queste, le iniziative per ricordare la strage. Si comincia domenica alle 16.30, quando il popolo delle Agende Rosse, movimento che chiede la verità sulla strage e usa emblematicamente l’immagine del diario del magistrato sparito dopo l’attentato, marcerà da via D’Amelio al Castello Utveggio, luogo, secondo alcune ipotesi investigative, da cui sarebbe partito il via libera al commando che fece esplodere l’autobomba. Alle 21 l’Arci Sicilia organizza alla Biblioteca comunale «Legami di Memoria». Un’iniziativa cui partecipa anche l’eurodeputato Silvia Costa «per parlare della ricostruzione delle città e delle comunità impegnate in un cammino per ricostruire percorsi di democrazia e giustizia sociale». Lunedì, invece, le Agende Rosse si vedono davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo per organizzare un presidio a sostegno dei magistrati. Alle 18, invece, da via D’Amelio parte un corteo che raggiunge la facoltà di Legge organizzato dal Comitato Cittadinanza per la Magistratura. Sempre in facoltà, alle 20.30, si tiene il dibattito «Il quinto potere: le finalità dello stragismo tra depistaggi e verità storiche». Partecipano i magistrati Roberto Scarpinato, Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e il fratello di Borsellino, Salvatore.

Nel giorno dell’anniversario, il 19, si prosegue con il presidio delle Agende Rosse davanti al Tribunale, dove alle 9 i magistrati dell’Anm ricordano il giudice ucciso, mentre all’Ars, sede del parlamento siciliano, si tiene una commemorazione solenne e alle 12 viene organizzata una conferenza stampa della commissione Cultura e istruzione del Parlamento europeo per l’educazione alla legalità. Alle 15 le iniziative si spostano in Municipio per l’incontro col ministro della Gioventù Giorgia Meloni che incontra i componenti della commissione Cultura. Sul luogo della strage alle 16.58, ora dell’esplosione, Marilena Monti recita la poesia «Giudice Paolo» e alle 17.15 i pm Ingroia e Di Matteo e Vittorio Teresi e il giudice Leonardo Guarnotta partecipano all’iniziativa «Lettere a Paolo». Alle 20.30, poi, la tradizionale fiaccolata da piazza Vittorio Veneto a via D’Amelio con il ministro Meloni e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. (Corriere del Mezzogiorno)