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Intercettazioni, Borsellino a Napolitano: “Schiaffo alla ricerca della verità”

2774393565.8.png«Mi sento stordita, come se fossi stata schiaffeggiata».Rita Borsellino, in un’intervista all’Ansa, usa parole schiette per dire, alla vigilia del ventennale della strage di via D’Amelio, che non condivide la decisione di Giorgio Napolitano di sollevare conflitto di attribuzione con la Procura di Palermo sull’uso delle sue telefonate casualmente intercettate.

Borsellino ucciso due volte. «Sono stata presa alla sprovvista – dice la sorella del giudice ucciso il 19 luglio del ’92 a Palermo, in via D’Amelio -. Senza la piena conoscenza su ciò che è accaduto vent’anni fa è come se Paolo venga ucciso due volte. La prima volta con la sua eliminazione fisica e la seconda volta con la sua soppressione morale. Lui, che aveva un senso molto alto delle istituzioni, aveva avuto la percezione di fatti molto gravi. Ricordo ancora cosa disse la sera del 25 giugno alla biblioteca comunale: sono testimone di fatti gravi e aspetto che qualcuno mi chieda di riferirli. Nessuno lo chiamò. Ebbe la sensazione di cominciare a morire da quel momento».
L’iniziativa di Napolitano. «Credo che un’iniziativa del genere – dice – non se l’aspettasse nessuno. Specie in questo momento. Siamo a un passaggio cruciale della storia del Paese: finalmente si stanno facendo sforzi enormi per capire ciò che è accaduto venti anni fa, e anche dopo. Nell’immaginario collettivo è diffusa l’impressione che la decisione del capo dello Stato si possa porre come un ostacolo alla ricerca della verità. Anche se questo non è certamente l’obiettivo del capo dello Stato, resta il fatto che si tratta di un gesto francamente inopportuno».

La decisione. «Non posso essere io a dire chi abbia torto o ragione – aggiunge -. Deciderà chi ha la competenza per farlo. Ma questa, mi spiace dirlo, non è una questione di procedure. Qui si pone una questione di sostanza. Non era il momento di sollevare il conflitto. Il ventennale delle stragi è un palcoscenico mediatico che ingigantisce ogni atto. L’opinione pubblica saprà certamente valutare le cose. Per quanto mi riguarda ne ho ricavato una brutta sensazione».

Rita Borsellino verso la candidatura per il nuovo sindaco

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, rita borsellino, elezioni sindaco di palermo, politicaL’annuncio ufficiale non c’è ancora, e non arriverà prima della fine della settimana prossima, ma la candidatura di Rita Borsellino a sindaco di Palermo non sembra più in discussione. L’europarlamentare è in queste ore nel capoluogo siciliano e si sta confrontando con i familiari, non del tutto favorevoli ad…

un suo impegno diretto, ma è difficile immaginare che a questo punto si tiri indietro. L’unico nodo politico ancora da sciogliere riguarda la trattativa con l’ex sindaco Leoluca Orlando. Entrambi d’accordo nel non volersi sfidare alle primarie, i due big del centrosinistra palermitano cercano una sintesi: domenica scorsa hanno cenato insieme a Bruxelles e in queste ore dovrebbero incontrarsi nuovamente in città, prima che la Borsellino voli a Strasburgo per impegni legati alla sua attività di europarlamentare.

Il problema principale resta l’eventualità di maggioranze allargate: se da un lato la discesa in campo della Borsellino metterebbe la parola fine sull’alleanza Pd-Terzo Polo alle primarie, dall’altro resta aperta la questione delle alleanze in caso di ballottaggio. A «preoccupare» in queste ore i vertici Idv la relazione approvata dalla direzione regionale del Partito Democratico in cui si dice che: «Il Pd è impegnato nella maggioranza politica alla Regione e a costruire un’alleanza larga tra tutte le forze progressiste, moderate e autonomiste per battere la destra alle prossime elezioni amministrative. Per il Pd è prioritario un impegno straordinario del governo regionale per rispondere alle richieste delle parti sociali con nuove politiche per lo sviluppo e il lavoro. Avanzeremo in tal senso otto proposte al presidente della Regione per contrastare la crisi economica e sociale». Per questo Pippo Russo, segretario provinciale del partito, ribadisce la sua «assoluta contrarietà ad accordi né al primo turno né al ballottaggio con le forze del Terzo polo». La Borsellino dal canto suo difficilmente accetterebbe le ipotesi di maggioranze larghe che il Pd ancora tiene in piedi, per questo la trattativa con Orlando sembra ad un passo dalla risoluzione e il sì della sorella del giudice ucciso dalla mafia nel 1992 sembrerebbe sempre più vicino.

Chiusa la partita sul nome della Borsellino, che incasserebbe anche l’appoggio di Sinistra Ecologia e Libertà, resta aperto ancora il fronte dei «giovani» del centrosinistra. Davide Faraone, ricevuto l’endorsment del rottamatore Matteo Renzi, è destinato a fare una campagna in contrasto con i vertici del Pd, il suo partito; mentre Fabrizio Ferrandelli, di Idv, se Leoluca Orlando decidesse di appoggiare la candidatura Borsellino, è pronto ad aprire una frattura interna al partito, già inaugurata da alcuni botta e risposta. (ITALPRESS)

Via d’Amelio, Rita Borsellino: ora tutta la verità

QUADRO NEWS.png«Non ci bastano più ‘coriandolì di verità’. La vogliamo sapere tutta. E deve essere tanto inquietante che preferiscono centellinarcela». Con queste parole Rita Borsellino, sorella di Paolo, il magistrato ucciso il 19 luglio di 19 anni fa, chiede di andare fino in fondo nelle indagini sulla strage di via D’Amelio che costò la vita al fratello e ai cinque agenti di scorta. Intervenuta alla…

presentazione delle iniziative organizzate per l’anniversario dell’eccidio, l’europarlamentare del Pd ha aggiunto: «Da 19 anni rimbalziamo contro muri di gomma. Ci avevano propinato una verità che poi si è rivelata tutt’altro. Speriamo ora di ripartire dalla revisione del processo».

Per Borsellino «è evidente che ci sono state reticenze anche istituzionali. Memorie ritrovate, personaggi che hanno ricordato cose a distanze di tempo. Comportamenti colpevoli che hanno ritardato il corso delle indagini». Ai cronisti che le chiedevano se volesse fare un appello all’ex ministro dell’Interno Mancino, al centro di un «giallo» mai risolto su un suo presunto incontro con Borsellino 18 giorni prima della morte sempre smentito dal politico, ha risposto: «Non spetta a me chiedergli conto. Io rispetto i ruoli».
«Qualche giorno prima che lo ammazzassero, Paolo ci disse ‘quando mi uccideranno ricordatevi che non sarà stata solo la mafia». Rita Borsellino ne è certa: dietro la strage non ci fu solo Cosa nostra. «Suo fratello venne eliminato perchè aveva scoperto la trattativa tra Stato e mafia e voleva impedirla?» le chiedono i cronisti durante la presentazione delle iniziative organizzate per ricordare l’eccidio di via d’Amelio. «Non sono un investigatore – risponde – ma certo l’immagine di Cosa nostra col boss con la coppola e la lupara che organizza una cosa simile è riduttiva». «D’altro canto – continua la Borsellino – Paolo proprio a ridosso della sua morte disse ‘ho visto la mafia in diretta’ e non si riferiva certo a incontri con uomini d’onore».

Anche sull’agenda rossa del fratello, diario in cui Borsellino appuntava «incontri e sviluppi di indagini» e sparita dopo l’attentato, Rita ha le idee chiare: «Nessuno può dubitare che sia esistita. Noi familiari l’abbiamo vista mille volte. L’aveva sempre con sè. Negarne l’esistenza significa accusarci di dire il falso. Allora, se non è stata rubata perchè conteneva verità scomode, come mai, in tutte le perquisizioni fatte in casa e in ufficio, non è mai stata trovata?».

Queste, le iniziative per ricordare la strage. Si comincia domenica alle 16.30, quando il popolo delle Agende Rosse, movimento che chiede la verità sulla strage e usa emblematicamente l’immagine del diario del magistrato sparito dopo l’attentato, marcerà da via D’Amelio al Castello Utveggio, luogo, secondo alcune ipotesi investigative, da cui sarebbe partito il via libera al commando che fece esplodere l’autobomba. Alle 21 l’Arci Sicilia organizza alla Biblioteca comunale «Legami di Memoria». Un’iniziativa cui partecipa anche l’eurodeputato Silvia Costa «per parlare della ricostruzione delle città e delle comunità impegnate in un cammino per ricostruire percorsi di democrazia e giustizia sociale». Lunedì, invece, le Agende Rosse si vedono davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo per organizzare un presidio a sostegno dei magistrati. Alle 18, invece, da via D’Amelio parte un corteo che raggiunge la facoltà di Legge organizzato dal Comitato Cittadinanza per la Magistratura. Sempre in facoltà, alle 20.30, si tiene il dibattito «Il quinto potere: le finalità dello stragismo tra depistaggi e verità storiche». Partecipano i magistrati Roberto Scarpinato, Antonio Ingroia, Nino Di Matteo e il fratello di Borsellino, Salvatore.

Nel giorno dell’anniversario, il 19, si prosegue con il presidio delle Agende Rosse davanti al Tribunale, dove alle 9 i magistrati dell’Anm ricordano il giudice ucciso, mentre all’Ars, sede del parlamento siciliano, si tiene una commemorazione solenne e alle 12 viene organizzata una conferenza stampa della commissione Cultura e istruzione del Parlamento europeo per l’educazione alla legalità. Alle 15 le iniziative si spostano in Municipio per l’incontro col ministro della Gioventù Giorgia Meloni che incontra i componenti della commissione Cultura. Sul luogo della strage alle 16.58, ora dell’esplosione, Marilena Monti recita la poesia «Giudice Paolo» e alle 17.15 i pm Ingroia e Di Matteo e Vittorio Teresi e il giudice Leonardo Guarnotta partecipano all’iniziativa «Lettere a Paolo». Alle 20.30, poi, la tradizionale fiaccolata da piazza Vittorio Veneto a via D’Amelio con il ministro Meloni e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. (Corriere del Mezzogiorno)