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Palermo, trapianto di fegato eseguito da robot

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, saluteIntervento rivoluzionario nel campo dei trapianti. All’Istituto Mediterraneo per i Trapianti (Ismett) di Palermo, per la prima volta in Italia una porzione di fegato è stata prelevata per una donazione di organo tra viventi con un intervento eseguito solo tramite robot. Sia il donatore che il ricevente non hanno avuto complicazioni.

Si tratta del primo caso di prelievo condotto interamente ed esclusivamente con tecnica chirurgica robotica: solo le braccia meccaniche hanno operato all’interno dell’addome del donatore. In passato, alcuni interventi di donazione di fegato da donatore vivente sono stati eseguiti negli Stati Uniti utilizzando il robot, ma con l’ausilio del chirurgo.

Il sistema robotico utilizzato per l’intervento è il “Da Vinci”, l’unico per ora disponibile sul mercato. E’ composto da un carrello, posto al letto del paziente, con quattro bracci meccanici che controllano altrettanti strumenti articolabili. Il dispostivo è inoltre provvisto di una console che permette al chirurgo operatore di avere una visione tridimensionale ingrandita dell’interno della cavità addominale e di seguire movimenti delle dita e delle mani che vengono tradotti in tempo reale in azioni del robot.

Grazie all’utilizzo dell’automa, per eseguire l’intervento di resezione sono bastati appena 5 fori ed un’incisione di soli 9 centimetri. Il robot èstato utilizzato nel donatore, un uomo di 46 anni, per la resezione e il prelievo del lobo epatico destro, che è poi stato trapiantato al fratello di quarantaquattro anni, affetto da cirrosi epatica e in lista di attesa per trapianto di fegato presso l’Istituto mediterraneo.

L’intervento robotico è durato circa dieci ore. Il decorso postoperatorio di entrambi i fratelli è stato regolare e senza maggiori complicanze. Il donatore è stato dimesso dopo nove giorni ed è tornato alle sue normali attività, mentre il ricevente è stato dimesso qualche settimana più tardi.

In sala operatoria un’equipe formata da decine fra medici e infermieri di Ismett e guidata dal direttore dell’Istituto, Bruno Gridelli, e da Marco Spada, responsabile della Chirurgia addominale e dei trapianti d’organo. L’intervento è stato realizzato in collaborazione con l’equipe dell’azienda ospedaliera universitaria Cisanello di Pisa, guidata dal professore Ugo Boggi.

La robotica consente di associare i benefici offerti dalla chirurgia mini-invasiva tradizionale alla precisione e sicurezza proprie dell’automa che, grazie a strumenti articolati, può compiere movimenti preclusi alla mano del chirurgo sarebbe in grado di eseguire. Ciò si traduce nella possibilità di eseguire in modo mini-invasivo interventi chirurgici molto complessi, come il prelievo di una parte di fegato per trapianto, di ridurre il rischio emorragico durante l’operazione e di garantire un rapido recupero al paziente. (TGCOM)

Abbronzatura, qualche consiglio per migliorarla

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, saluteIn questi giorni di grande calura, molti saranno coloro che scappano dalle città roventi per una scampagnata la mare o in montagna. Ma come approfittare al meglio del poco tempo a disposizione ed ottenere un’abbronzatura migliore? Ecco una serie di regole per ottenere una abbronzatura invidiabile e il più sicura possibile. Iniziamo precisando che esistono due tipi di raggi ultravioletti emessi dal sole: gli UVB sono responsabili delle “scottature” solari mentre gli UVA causano il photoaging.

Pultroppo entrambi accrescono fortemente il rischio di cancro della pelle e pertanto vanno schermati il più possibile utilizzando adeguati filtri, contenuti nelle creme solari.L’esposizione solare, tuttavia, non ha solo effetti negativi: ha un ruolo importante, per esempio, nella sintesi di vit.D nella pelle e nella protezione, quindi, del rachitismo e dell’osteoporosi. Per trarre il miglior beneficio dall’esposizione solare senza correre inutili rischi per la salute à sufficiente seguire le poche semplici regole riassunte in questo decalogo. Utilizzare prodotti solari appropriati per evitare arrossamenti ed eritemi, prevenire il photoaging e proteggere la pelle da danni più gravi. L’ora e il luogo nei quali esporsi ai raggi del sole sono fattori molto importanti poiché da questi dipende l’indice di protezione da utilizzare. Scegliere il prodotto solare in base al fototipo e alle condizioni ambientali (neve, mare, piscina, barca, ecc) chiedendo consiglio ad un esperto (erborista, farmacista, ecc.). Non rimanere esposti al sole troppo a lungo anche se si utilizza un prodotto per la protezione solare. Evitare l’esposizione nelle ore più calde (11.00-15.00) ricordando che alberi, ombrelloni e tettoie non proteggono completamente dai raggi UV. Attenzione a non scottarsi mai e, quando il sole è a picco, indossare T-shirt, cappello e occhiali da sole. Tenere i neonati e i bambini piccoli lontani dalla luce diretta del sole e proteggerli sempre con maglietta e berretto. Applicare il prodotto solare prima di ogni esposizione al sole: il fatto di essere abbronzati non costituisce una protezione sufficiente. Nelle zone più sensibili come labbra, naso o spalle, è conveniente usare sempre una crema abbronzante con alto incide di protezione. È anche necessario coprire le cicatrici e macchie della pelle con una protezione speciale. Applicare una dose sufficiente di crema solare e rinnovare l’applicazione dopo il bagno e dopo aver sudato molto. La quantità adeguata per tutto il corpo corrisponde a circa 6 cucchiaini da tè di prodotto. Proteggere la pelle con un solare “water resistant” anche durante il bagno in mare o in piscina. Preferire prodotti solari con filtri UVA e UVB. * Non dimenticare bere molto acqua per evitare la disidratazione. Si ricorda inoltre di prendere in considerazione l’altitudine: i raggi sono più intensi a maggiore altitudine perché c’è meno atmosfera per filtrare l’ energia dei raggi solari; se la tua abbronzatura è soggetta a tali raggi solari cerca prodotti con SPF maggiore di 15 e diminuire il tempo di esposizione al sole. Infine ricordarsi di abbronzasi a poco a poco: il primo giorno generalmente si producono la maggior parte delle scottature, per questo che bisogna prendere il sole in sessioni di cinque minuti che si estenderanno a dieci minuti il secondo giorno. Il terzo giorno è il momento in cui la melanina stimolata durante i due giorni precedenti, riesce a raggiungere l’epidermide ma senza proteggerla ancora.

3bMeteo

Salute, dormire meno di 6 ore aumenta rischio ictus tra adulti

QUADRO NEWS.pngDormire meno di 6 ore aumenta notevolmente il rischio di ictus tra gli adulti di mezza eta’ e negli anziani. E’ la conclusione a cui e’ giunta uno studio dell’University of Alabama negli USA, svolto su un campione di 5666 persone nel corso di 3 anni. Lo studio, effettuato su pazienti senza precedenti clinici di ictus, ischemia o apnee notturne, e’ stato presentato all conferenza annuale SLEEP 2012.

“Nelle persone adulte o anziane relativamente in salute, dormire per poche ore a notte potrebbe avere un’influenza negativa sull’insorgenza dell’ictus” ha spiegato l’autrice dello studio, Megan Ruiter. “E’ possibile che una breve durata di sonno sia un precursore a altri fattori di rischio dell’ictus. Dormire meno di 6 ore porta all’insorgenza di questi fattori che rendono piu’ probabile avere attacchi”. Lo studio non ha rilevato alcuna relazione tra durata del sonno e rischio di ictus negli individui obesi: cio’ e’ probabilmente dovuto al fatto che l’obesita’ in se’ e’ un fattore di rischio con una maggiore influenza sulla salute rispetto alle ore di sonno. (AGI)

Caldo in arrivo, ecco come difendersi

QUADRO NEWS.pngCi si può difendere dal caldo e dall’umidità eccessiva o siamo solo costretti a subirli? Ebbene, adottando qualche semplice provvedimento e ponendo una particolare attenzione alla cosiddetta termoregolazione potremo tranquillamente conviverci e persino continuare a praticare sport. Se la nostra colonnina personale sale – i fattori che la influenzano sono la temperatura esterna e il movimento – il corpo provvede…

all’istante con la sudorazione che, altro non è, che un velo di acqua misto a urea e sali minerali che, evaporando, sottrae calore alla pelle, realizzando così il raffreddamento. Il meccanismo funziona alla perfezione se l’umidità dell’aria non è eccessiva, diversamente, il sudore non evapora più, si appiccica addosso e la temperatura corporea anziché abbassarsi si alza progressivamente. In tal caso che rimedi adottare? Innanzitutto, occorre idratarsi, specie se si fa attività motoria. Quindi, bere molto prima, durante e dopo l’attività fisica e l’acqua fresca resta la bevanda più adatta. Per fare traspirare la pelle vestitevi con capi di cotone. Da escludere in maniera categorica i materiali sintetici e super-aderenti. Le spugnature, ovvero bagnare la pelle con acqua, in particolari condizioni si rivelano piuttosto utili se non indispensabili. E se nonostante tutte le precauzioni e i provvedimenti adottati vi sentite affaticati, con la bocca secca, respirate male e tendete a non essere particolarmente lucidi che si fa’? In questo caso dovete immediatamente fermarvi, distendervi in un posto all’ombra, bere e, con grande calma, respirare profondamente. L’importante è non fare gli eroi, perché l’alta temperatura, anche senza esposizione diretta ai raggi solari, può essere una possibile causa di disturbi più o meno gravi.

CALORE ECCESSIVO – L’alta temperatura può causare edemi da calore Sintomi e segni: senso di pesantezza e gonfiore agli arti inferiori.
Cosa fare: liberarsi di vestiti e calzature troppo strette – sdraiarsi, tenere le gambe sollevate, più alte rispetto alla testa, dormire con un cuscino sotto i piedi – in viaggio fare frequenti soste e passeggiare – al mare camminare a lungo nell’acqua.
Cosa non fare: non bere alcolici.

ESPOSIZIONE DIRETTA AL SOLE – Esporsi in modo diretto e prolungato ai raggi solari può essere causa di un colpo di sole
Sintomi e segni: rossore al viso, malessere generale improvviso, mal di testa, nausea, sensazione di vertigine, possibile fastidio alla luce, aumento rapido della temperatura corporea (febbre). Si può verificare perdita di coscienza.
Cosa fare: chiedere assistenza medica. Nell’attesa: distendere la persona in un posto fresco e ventilato con le gambe sollevate rispetto al corpo – fare impacchi di acqua fresca – dare da bere acqua fresca, anche con aggiunta di sali minerali – eventualmente coprire gli occhi.
Cosa non fare: non provocare raffreddamenti troppo rapidi – non bere alcolici – non somministrare alcuna bevanda se c’è perdita di coscienza.

ALTA UMIDITÀ – Umidità oltre il 60-70%, ridotta ventilazione e temperature superiori ai 25° possono dare luogo a diversi disturbi.
Colpo di calore: si può verificare soprattutto in luoghi chiusi.
Sintomi e segni: volto arrossato o pallido, pelle secca e calda, aumento della temperatura corporea (febbre), aumento della frequenza cardiaca (tachicardia), aumento della respirazione (tachipnea), pupille dilatate. Si può verificare shock e perdita di coscienza.
Cosa fare: chiedere assistenza medica. Nell’attesa: portare la persona in un posto fresco e ventilato con le gambe sollevate rispetto al corpo (se pallido) o in posizione semiseduta (se rosso in viso) – liberare la persona dagli indumenti – raffreddare il corpo con acqua fresca, anche avvolgendolo in lenzuola o asciugamani umidi o utilizzando borse di ghiaccio da posizionare sotto le ascelle, ai polsi, all’inguine, alle caviglie, ai lati del collo – dare da bere acqua fresca, eventualmente con sali minerali. Cosa non fare: non bere alcolici – non bere alcuna bevanda se c’è perdita di coscienza.
Crampi muscolari da calore: si verificano soprattutto durante una intensa attività fisica in ambiente caldo.
Sintomi e segni: sudorazione abbondante con perdita di liquidi e sali minerali, spasmi muscolari.
Cosa fare: portare la persona in un posto fresco e ventilato – somministrare acqua, eventualmente con sali minerali – se i crampi persistono, chiedere assistenza medica.
Cosa non fare: non bere alcolici. spossatezza o collasso da calore dovuto a una esposizione prolungata al sole e alla perdita massiccia di acqua e sali. Sintomi e segni: aumento della respirazione (tachipnea), pressione bassa, cute fredda, pallida e umida, nausea, mal di testa.
Cosa fare: chiedere assistenza medica.
Nell’attesa: – portare la persona in un posto fresco e ventilato e mantenerla a riposo – togliere gli indumenti più pesanti – bere bevande, eventualmente con sali minerali.
Cosa non fare: non bere alcolici.

COSA E QUANTO BERE – Con le temperature molto alte, per evitare la disidratazione, occorre bere molto spesso, anche quando non si percepisce distintamente la sensazione di sete. Consiglio valido soprattutto per bambini e anziani. Quindi, bere molto spesso, acqua oligominerale, ma anche succhi di frutta e frullati. Vanno bene anche i sorbetti e i gelati alla frutta. Non quelli alla crema: dopo una sensazione iniziale di fresco, come tutti i dolci pesanti e ricchi di burro, provocano più sete. Ottimo il consiglio dei dieci bicchieri al giorno di acqua, “dose” ideale secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Bene anche il the, soprattutto se tiepido, da evitare, invece, bevande gasate, in particolare se contengono caffeina e anche troppo caffé: sono diuretici e causano una perdita di liquidi invece di rimpiazzarli. È invece assolutamente vietato l’alcol, che è un vasodilatatore e aumenta la frequenza cardiaca con tutti i rischi che ne derivano. In ogni caso, le bevande non devono mai essere ghiacciate, perché il rischio di congestione è dietro l’angolo.
 
Fonte gazzetta.it

Dopo pranzo no riposino, è pericoloso per la nostra salute

QUADRO NEWS.pngIl tanto amato riposino dopo pranzo, la famosa siesta alla quale in molti, se possono, di certo non rinunciano, in realtà può essere pericolosa per la nostra salute.
A rivelarlo uno studio inglese condotto presso l’università di Reading, dove è stato scoperto che trascorsa un’ora dal pranzo, il livello dei trigliceridi si innalza notevolmente rispetto alla norma, danneggiando nel tempo le arterie.

Il nostro sistema circolatorio può dunque subire dei danni dato che, se si dorme durante il periodo della digestione, non si avvia il processo di eliminazione degli acidi grassi.

La ricerca ha coinvolto circa 250 adulti sani, sottoposti a prelievo di campioni di sangue a intervalli regolari da 30-60 minuti, fino a 8 ore dopo colazione e pranzo. Ed è stato notato che circa un’ora dopo il pasto il picco di trigliceridi può variare dal +30% al +300% rispetto ai livelli a digiuno.

“Il problema – precisa Alberico Catapano, presidente eletto della Società europea per lo studio dell’aterosclerosi (Eas) – è che si accumulano lipoproteine che riducono la funzione dell’endotelio”, la parete che riveste internamente i vasi sanguigni e che svolge un ruolo chiave nel mantenere le arterie elastiche e sane.

E’ l’esercizio aerobico il rimedio più efficace, secondo quanto dimostrato dallo studio, per ridurre il livello dei trigliceridi (8%) e dell’insulina (14%). Basta anche, ricorda Catapano, fare una passeggiata a passo spedito per mezz’ora al giorno.

Palermo, interventi chirurgici non autorizzati. Blitz dei carabinieri in una struttura privata

QUADRO NEWS.pngI carabinieri del Nas di Palermo hanno effettuato una perquisizione presso il centro medico privato “Ippocrate Plastic Day Center” di Palermo, sequestrando circa 700 cartelle cliniche relative ad attività chirurgica non autorizzata svolta presso tale struttura.    
Il provvedimento, emesso dalla sezione reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura di Palermo…

coordinato dal Procuratore Aggiunto Leonardo Agueci, è stato adottato a seguito dell’attività investigativa svolta dai militari del Nas sin dallo scorso gennaio. L’indagine si inquadra nell’ambito dei servizi disposti in campo nazionale dal Ministro della Salute tesi a verificare l’eventuale impianto di protesi mammarie Pip di produzione francese verosimilmente non conformi.    I primi accertamenti avevano fatto emergere che presso tale struttura, autorizzata esclusivamente per l’esercizio di ambulatorio chirurgico, di fatto venivano effettuati interventi complessi (addominoplastica, chirurgica del seno e delle labbra, ginecomastia, etc.), in assenza delle prescritte autorizzazioni.    
Nel corso delle verifiche svolte il 23 marzo scorso i militari avevano accertato che tale pratiche illecite venivano ancora effettuate. Da un esame della documentazione sequestrata era emerso inoltre che in passato al centro “Ippocrate” era stata negata l’autorizzazione per l’esercizio di attività chirurgica complessa da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale e dell’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana. L’Asp aveva pertanto revocato l’autorizzazione sanitaria al Centro che era stato anche sanzionato.

Fonte: gds.it

Il caffé potrebbe prevenire la depressione

QUADRO NEWS.png

Il caffé renderà anche nervosi, ma potrebbe aiutarci a non deprimerci.

A rivelarlo una ricerca che dimostra che le donne che bevono più di due tazze di caffé sarebbero meno inclini a farsi vincere dal male oscuro. In realtà non è ben chiaro come la caffeina influenzi questo processo “salvifico”, ma è stato dimostrato che la mancanza di caffeina al…

contrario non ha nessuna influenza sulla capacità di deprimersi. La scoperta, pubblicata nel Archives of Internal Medicine, è scaturita da uno studio condotto su più di 50mila infermiere americane.

La pubblicazione di questi risultati non mira ad incoraggiare un istantaneo aumento del consumo di caffé per le donne, ma si propone di intensificare le ricerche per scoprire le vere cause tra l’aumento di caffeina e la diminuzione dei fenomeni depressivi.

Il team dell’Harvard Medical School ha condotto la ricerca, monitorando lo stato di salute e il consumo di caffé di queste donne dal 1996 al 2006.

In questo periodo solo 2600 di queste donne hanno sviluppato sindromi depressive. Molte di queste non bevevano caffè o ne bevevano molto poco. Rispetto alle consumatrici di una tazza di caffé o anche meno alla settimana, le consumatrici da due o tre tazze al giorno hanno riscontrato una diminuzione del rischio di sviluppare la depressione del 15%. Le donne da quattro e più tazze al giorno, hanno abbattuto il rischio per il 20%.

La caffeina ha effetti percepibili fisicamente sul funzionamento e le trasmissioni cerebrali: infatti questa sostanza blocca l’adenosina. Ma sarà necessario continuare le ricerche per scoprire se questo risultato potrà essere tenuto in conto negli studi per la lotta alla depressione.

In alternativa può darsi che le persone con un morale meno scoppiettante scelgano di non bere caffé proprio a causa della caffeina. Infatti uno dei sintomi più diffusi della depressione è proprio il disturbo del sonno e la caffeina non facilita certo le cose, date le sue proprietà stimolanti. Troppa caffeina infatti può anche incrementare l’ansia.

Il professor Bertil Fredholm, esperto di farmacologia e fisiologia all’istituto svedese Karolinska, ha commentato questi risultati, sostenendo che sicuramente rassicureranno gli appassionati amanti del caffé: “Questo studio si sposa perfettamente con molte ricerche del passato e con tutto ciò che sappiamo sulla caffeina e sul funzionamento del cervello. Blocca l’adenosina, che produce un effetto simile all’incremento della produzione della dopamina. E sta diventando sempre più evidente che le aree ricche di dopamina sono quelle maggiormente coinvolte nella fase di diagnosi e studio di casi di depressione”.

“Nonostante si cerchi di dimostrare anche quanto il caffé sia pericoloso, nessuno è in grado di smontare questi comprovati e validi effetti benefici”.

“Questo spazza via un altro elemento allarmistico riguardo all’uso della caffeina. Bevuto con moderazione, il caffé non è certo la cosa più dannosa che facciamo per la nostra salute”. Anzi. (YAHOO)

Nausea in gravidanza? Addio con i ghiaccioli

QUADRO NEWS.pngDurante il congresso nazionale dei ginecologi dall’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (Aogoi) che ha avuto luogo a Palermo, si è parlato molto della classica nausea in gravidanza. Dalle ultime notizie sembrerebbe che l’unico vero rimedio efficace contro tale sintomo siano i ghiaccioli. Indipendentemente dal gusto, i Lillipops sono in grado di mettere ko la nausea in gravidanza…

I ricercatori spiegano:“Si tratta di ghiaccioli naturali a base di sostanze come zenzero, mandarino e limone. La sperimentazione condotta su 30 gestanti ha dimostrato che 21 future mamme hanno avuto immediati benefici e si sono liberate da questo malessere gustando il ghiacciolo”.

Gli studiosi hanno esaminato un campione di 30 future mamme. Queste hanno assunto ghiaccioli naturali, allo zenzero, mandarino e limone. Che cosa è emerso? 21 donne hanno avuto ottimi benefici. I test sono stati fatti in sei centri distribuiti in tutta Italia (Bergamo, Gorizia, Pescara, Chieti, Roma, Napoli).

I ricercatori affermano: “La maggior parte delle ragazze inizia a soffrire di nausea entro 4 settimane dal concepimento e nel 60% dei casi il disturbo si attenua o scompare dopo il terzo mese di gravidanza. Ma nel restante 40% si può prolungare per mesi, talvolta fino alla vigilia del parto“.

Dall’esito dello studio è emerso che le donne che mangiavano due ghiaccioli al dì vedevano calare la nausea da 7.1 a 4.3.

“Abbiamo voluto provare in alcuni ospedali i Lillipops questi prodotti nati dall’intuizione di una mamma inglese – spiega Antonio Chiantera, Segretario Nazionale dell’AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) – 30 nostre gestanti con nausea hanno consumato questi ghiaccioli”.

I Lillipops non sono medicinali. Sono semplici ghiasccioli reidratanti studiati per le donne in gravidanza, con ingredienti completamente naturali, senza coloranti e aromi artificiali. Sono molto indicati contro la nausea in gravidanza. Ogni confezione di Lillipops contiene 5 deliziosi gusti: pompelmo e mandarino, limone e menta, camomilla e arancia, lime e vaniglia e zenzero. (DOTTORSALUTE)

Doppio rischio di cancro se si fuma a colazione

QUADRO NEWS.pngL’abitudine di accendere una sigaretta appena alzati al mattino espone a un maggiore rischio di sviluppare il cancro dei polmoni, della testa e del collo, rispetto a chi inizia a fumare dopo qualche ora.
L’avvertimento arriva dagli scienziati del Penn State College of Medicine e l’Hershey Medical Center (Usa) coordinati dal dottor Joshua Muscat che hanno condotto uno studio in cui si…

evidenzia il maggiore rischio tumore per chi inizia a fumare appena sveglio al mattino. «Questi i fumatori hanno livelli più elevati di nicotina ed eventuali altre tossine del tabacco nel loro corpo, e possono essere più dipendenti rispetto ai fumatori che si astengono dal fumare per una mezz’ora o più”, ha spiegato Muscat.
Lo studio ha analizzato quasi 5.000 casi di cancro al polmone che erano stati diagnosticati a regolari fumatori. Le persone che fumavano la prima sigaretta del giorno tra i 30 e i 60 minuti dopo il risveglio mattutino, avevano 1,31 volte più probabilità di sviluppare il cancro ai polmoni rispetto a coloro che fumavano dopo un’ora. Infine, quelli che fumavano prima ancora dei 30 minuti dopo essersi svegliati mostravano un rischio di 1,79 volte maggiore. Nel caso del tumore a testa e collo, dagli oltre 1.000 casi analizzati, si è scoperto che chi fumava già trai 30 e i 60 minuti dopo il risveglio aveva 1,42 volte più probabilità di sviluppare questo tipo di cancro.
Insomma, se proprio dobbiamo fumare, aspettiamo almeno qualche ora prima di iniziare. (LA STAMPA)

Al fast food a occhi chiusi, solo uno su 6 guarda calorie

QUADRO NEWS.pngIl salutismo a tutti i costi sembra non contagiare il popolo dei fast food, che nella scelta dei cibi non si basa sull’apporto calorico, che campeggia impietoso sulle confezioni, ma esclusivamente sul proprio gusto. Anzi, solo una persona su sei da un occhio ai dati sulle…

calorie e gli ingredienti, che vengono quasi considerati alla stregua di un elemento “decorativo” del packaging, e dopo essersi informato opta per la cosa piu’ “sana” tra quelle proposte.

Lo dimostra una ricerca svolta in 11 catene di fast food della citta’ di New York e pubblicata online sulla rivista “British Medical Journal”. Gli studiosi hanno dimostrato che si sceglie dopo aver dato un occhio a quanto riportato sulle etichette anche in base a dove ci si trova: da Mc Donald’s McDonald’s, Kfc e da Au Bon Pain, ad esempio, si e’ piu’ portati a farlo (anche se nel complesso le calorie ingerite rimangono le stesse per i circa 8mila clienti esaminati) rispetto che da Subway, dove il numero di calorie ingerite ha addirittura subito un’impennata (17,8%). Questo nonostante l’obbligo che vige negli usa dal 2007 di rendere noto ai clienti dei fast food l’apporto calorico dei cibi che mangeranno, rendendoli in qualche modo piu’ consapevoli.

Il motivo? Starebbe, secondo lo studio, nella maggiore possibilita’ di scelta. In sostanza si e’ piu’ portati a scegliere il cibo meno calorico in assoluto se se ne hanno diversi a disposizione.

La soluzione, quindi, spiegano gli studiosi, starebbe nell’incentivare i clienti a mangiare sano offrendo loro un menu il piu’ possibile variegato e salutista. “Maggiori cambiamenti nel menu sono piu’ importanti che le etichette” spiega la dottoressa Susan Jebb dal Centro di Nutrizione umana MRC di Cambridge in un editoriale di corredo alla presentazione della ricerca. (ANSA)