salute

Come eliminare le zanzare

QUADRO NEWS.pngNella loro lotta senza quartiere alle zanzare, ma soprattutto alla malaria, alla febbre gialla e alle altre pericolose malattie portate da questi insetti, gli scienziati hanno messo a punto un’arma genetica probabilmente crudele ma sicuramente efficace…

Un team di scienziati dell’Università dell’Arizona ha infatti scoperto che è sufficiente “spegnere” un gene di questi fastidiosi insetti per rendere loro impossibile la digestione del sangue che hanno succhiato.

Le zanzare solitamente si nutrono del nettare dei fiori, ma durante il periodo della riproduzione le femmine hanno bisogno di proteine e per questo motivo modificano la loro dieta introducendo abbondanti dosi di sangue.

Per digerirlo attivano la produzione di un enzima specifico, che gli scienziati americani sono però riusciti a spegnere.
Il sangue, bloccato nell’apparato digerente dell’insetto senza nulla che lo scomponga e lo digerisca, nel giro di 36-48 ore coagula, provocando la morte della zanzara.

Il rimedio, che può sembrare uscito dalla fantasia di uno scrittore horror, nei test si è dimostrato molto efficace, portanto all’eliminazione del 90% degli insetti coinvolti, loro malgrado, nei test.
Ma prima di poter pensare a un trattamente genetico su larga scala c’è ancora qualche problema di ordine pratico da risolvere: le zanzare utilizzate negli esperimenti sono state manipolate geneticamente dagli scienziati una per una.

Per estendere il processo a una dimensione utile occorre trovare il modo per intervenire sul genoma delle zanzare mediante molecole da spruzzare o mediante qualcosa che gli insetti possono assimilare mangiando. (focus.it)

Sul litorale di Capaci tutti in forma con sport e balli di gruppo

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, capaci, balli, latino americano, saluteNuove storie dagli stabilimenti balneari della cittadina in provincia di Palermo raccontate anche tra le pagine di “Tutti al mare”, la rubrica pubblicata sul Giornale di Sicilia. Canoa, beach volley e windsurf sono le attività sportive più in voga per tenere d’occhio la linea anche in spiaggia. E insieme agli animatori, spazio anche alla musica con la gettonatissima danza Kuduro…

L’estate è entrata nel vivo. Tra una scatenata movida notturna e un tuffo refrigerante, gli stabilimenti attrezzati di Capaci tornano ad essere presi d’assalto, dopo l’allarme alga tossica scongiurato. E, complice la bella stagione, lo scenario offre stimoli sempre diversi. Dai nuovi amori nati sulla spiaggia a quelli ormai consolidati, fino alle amicizie in riva al mare. Per passare il tempo ci si inventa di tutto. Gli sport sulla sabbia, come il beach volley, un po’ di movimento sul pedalò, i balli di gruppo che vedono protagonisti piccoli e grandi e le lezioni di canoa o windsurf. Senza tralasciare nemmeno per un istante la moda: anche in spiaggia essere di tendenza è ormai una regola.

Amore nato in riva al mare

Si sono conosciuti nell’estate del 2005 a Peschici, sul Gargano. E da allora non si sono mai più separati. Galeotto fu un villaggio turistico, dove entrambi erano animatori, lui capo-villaggio e lei coreografa. Adesso vivono insieme e ogni estate girano i vari lidi italiani per far divertire i bagnanti con giochi ed intrattenimento, con il loro team “Obiettivo Tropici”. “L’ho conquistata con una scena di una pellicola di cinema muto – racconta Luigi De Blasi –
in cui John Gilbert corteggiava la divina Greta Garbo”. Entrambi sono uniti anche dalla passione per la recitazione e hanno fondato una compagnia teatrale.

Prima il dovere, poi il piacere

Ha studiato fino a metà luglio e si è impegnata al massimo per superare brillantemente gli esami di maturità. E adesso che finalmente è libera, in attesa dell’inizio delle lezioni universitarie, Roberta Di Peri si gode le tanto agognate vacanze estive insieme al suo fidanzato. Anche loro, si sono conosciuti in spiaggia. Così lei, che è un’amante del mare di Capaci, lo ha trascinato con lei nel lido dove, sin da piccola, va insieme ai suoi genitori.

Tutti pazzi per il volley

Nessuno di loro si conosceva, ma hanno fatto amicizia sulla spiaggia del Saracen beach e sono diventati un vero e proprio team. Vince la sana competizione sportiva. E, nonostante il caldo, la nuova squadra che si è formata in riva al mare, composta da persone di ogni età, sembra non stancarsi mai. Sono anche stati “vittime” di uno scherzo organizzato dagli animatori del lido. “Ci avevano annunciato che sarebbero passate le frecce tricolore – racconta Antonella Riccio -. Invece, i burloni, si sono travestiti da frecce tricolore per prenderci in giro”.

Panama, re delle spiagge

Tipico accessorio per l’abbigliamento estivo, chic e un po’ retrò, il Panama è il principe incontrastato dei cappelli di paglia. Si è abituati a immaginarlo calcato sulla fronte di personaggi famosi nei film in bianco e nero del primo Novecento, ricchi uomini d’affari sudamericani o artisti dal look sobrio dell’era del jazz. Oggi, è sempre più protagonista sulla spiaggia, sia per gli uomini che per le donne. Ed è immancabile nei balli di gruppo che coinvolgono proprio tutti, dai giovani alle scatenate casalinghe più avanti con l’età. Il ballo più trendy dell’estate 2011? La danza Kuduro. E al lido Tropical di Capaci, tutti ne vanno matti.

A lezione di canoa

Va bene il relax. Va bene la tintarella in riva al mare e la lettura sotto l’ombrellone. Ma un po’ di sano movimento non deve mancare nemmeno durante la bella stagione. E così Monica Cammarata e l’amica Elvira Tripolino, prendono lezioni di canoa con l’istruttore per affinare la tecnica ed allenare i muscoli. Le due ragazze, amiche da una vita, vivono in città diverse e l’estate è l’occasione per incontrarsi e trascorrere insieme le vacanze raccontandosi tutto quello che è successo loro durante l’anno. Nell’attesa di ritornare alle attività invernali di
ciascuna, lo studio e la danza in primis. Articolo di  Chiara Lizio (Giornale di Sicilia)

Lo shampoo fa ingrassare. Colpa dei ftalati

QUADRO NEWS.pngL’uso frequente dello shampoo, come ben sappiamo, incide fortemente sull’impatto ambientale, ma secondo le ultime scoperte scientifiche porterebbe anche ad un aumento del peso corporeo. Insomma, lavare frequentemente i capelli con gli shampoo tradizionali fa ingrassare…

A rivelare questa triste realtà è una ricerca pubblicata recentemente dal Mount Sinai Medical Center di New York, che ha dimostrato come i prodotti usati normalmente per detergere i capelli abbiano in realtà conseguenze inaspettate anche sulla linea.

Vediamo perché…
Secondo lo studio americano, il lavaggio continuo di capelli provoca un assorbimento costante e frequente di ftalati, sostanze presenti comunemente nei prodotti di bellezza (shampoo, ma anche creme per il corpo e altri tipi di detergenti) che sono anche responsabili dell’obesità diffusa nel mondo occidentale.

Secondo gli scienziati infatti, gli ftalati interagiscono con gli ormoni e sconvolgono l’equilibrio del nostro corpo, impedendo al nostro organismo di avere il controllo sul peso corporeo.

Gli studiosi sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato l’urina di 330 ragazze newyorkesi, dove sono state trovate tracce di queste sostanze utilizzate per migliorare la resistenza e l’efficacia dei prodotti cosmetici. “Anche se queste sostanze giocano un piccolo ruolo nell’obesità – hanno commentato gli autori dello studio – è una esposizione prevenibile”.

E allora come fare? Di rimedi ormai ce ne sono tanti! Dai prodotti biologici che eliminano le sostanze chimiche dai loro ingredienti ai rimedi della nonna. Come abbiamo suggerito più volte, lo shampoo può essere sostituito da impacchi a base di bicarbonato di sodio, ma anche birra, olio di oliva e succo di limone.
Insomma, evitare di usare lo shampoo in modo frequente aiuta l’ambiente, ma anche la linea! Articolo di Verdiana Amorosi (greenme.it)

Nuova emergenza rifiuti a Palermo

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, rifiuti, saluteIn via Messina all’angolo con la via Nicolò Garzilli, i cumuli di sacchetti abbandonati accanto alle campane del vetro hanno invaso la strada e sono infestati da topi e scarafaggi. In via Sammartino e in via Agrigento, i residenti stanno organizzando una petizione per chiedere la…

rimozione urgente della carta e del vetro che non sono stati raccolti dai netturbini. Sono solo alcune facce della nuova emergenza rifiuti dovuta alle assemblee sindacali dei lavoratori Amia, in stato di agitazione per il mancato adeguamento del contratto di servizio dell’ex municipalizzata. Da lunedì, da quando sono iniziate le assemblee di protesta, sono saltati diversi turni della raccolta “porta a porta” in tutti e sei le zone in cui è partito il progetto Palermo Differenzia e continuano i rallentamenti nella raccolta ordinaria, sia nei quartieri periferici che in quelli centrali, da corso Calatafimi a piazza Marina, dallo Zen a Bonagia.

A fare le spese delle assemblee a oltranza – l’ultima di questa settimana di passione si è conclusa ieri a mezzanotte ma lunedì i sindacati proclameranno un’altra ondata di riunioni – sono soprattutto le oltre 400 strade del “porta a porta”. “Da una settimana gli operatori dell’Amia non passano a ritirare le varie frazioni di rifiuti, dall’organico alla carta – racconta Anna Silvana, amministratore di vari condomini nelle vie Marchese di Roccaforte, Bonanno e D’Azeglio – abbiamo cercato di contattare l’azienda ma al numero verde non risponde nessuno”.

In via Ugdulena 7, nei pressi di via D’Azeglio, il portiere Onofrio Di Blasi ogni sera espone tutti i bidoni della raccolta in attesa che passi un compattatore. Ma i contenitori rimangono puntulamente pieni. “Lunedì è saltato l’organico – racconta – poi la carta, la plastica e l’indifferenziato e due giorni fa di nuovo l’organico. Rischiamo anche le multe perché non ritiriamo i bidoni: abbiamo dovuto spiegare ai vigili urbani che il servizio non funziona e solo così abbiamo evitato un verbale”. In centro, accanto alla vetrina di un negozio di accessori firmati, una montagna di sacchetti marcisce da giorni sotto il sole. “Li lasciano i residenti dei condomini in zona – racconta Lula Albanese, commessa del negozio Bagagli in via Messina – perché il ritiro è andato in tilt.

Nei negozi, è saltata anche la raccolta della carta che rimane abbandonata sui marciapiedi. E i vigili urbani passano e minacciano multe salate”. Al 52 di via Marchese Ugo, i contenitori sono sommersi da una montagna di sacchetti di rifiuti organici. “Qui abitano 31 famiglie – racconta il portiere Gaspare Giunta – questa settimana sono saltati due volte i turni dell’indifferenziato, due quelli dell’organico e due volte quelli della plastica e dei metalli e stasera chissà”. Oggi e domani, sospese le assemblee sindacali, il servizio riprenderà con regolarità ma da lunedì si annunciano nuovi disagi. “Se il Comune non provvede ad adeguare il contratto di servizio – minaccia Dionisio Giordano, segretario regionale della Fit Cisl – per tutto luglio e agosto continueranno le assemblee sindacali”.

E con la nuova emergenza, divampano i roghi anche in pieno giorno. Ieri mattina alle 9,45 un incendio a una postazione di cassonetti stracolmi in via dei Cantieri ha mobilitato due mezzi e otto uomini del comando provinciale dei vigili del fuoco. Due sere fa, i pompieri sono intervenuti anche in via Rocky Marciano allo Zen, dove una grossa discarica è stata data alle fiamme per la quarta volta nel corso della settimana e in via Albiri a Falsomiele. (Repubblica Palermo)

Alga tossica, cartelli di divieto balneazione a Vergine Maria e Arenella

QUADRO NEWS.pngCartelli sul pericolo alga tossica compaiono a Vergine Maria e all’Arenella. Si tratta di una disposizione del Comune per avvertire i frequentatori della zona del possibile spiacevole «incontro». Nell’area, tra l’altro già sottoposta a divieto di balneazione, l’Arpa ha rilevato infatti…

concentrazioni di Ostreopsis ovata superiori ai limiti considerati tollerabili. Da qui la decisione assunta dall’ assessore alla Sanità Marianna Caronia: «Toglieremo i cartelli solo quando l’emergenza sarà rientrata».

(Corriere del Mezzogiorno)

Beve 16 litri d’acqua al giorno, rischia di morire

QUADRO NEWS.pngIn inglese esiste già un termine per definirli: ‘aquaholic’, cioè le persone che non possono evitare di bere. Ma non alcolici, bensì semplice acqua, a litri. Come la giornalista britannica Nigella Lawson, che ha confessato di essere dipendente dall’acqua. E non è la sola. Sul ‘Daily Mail’ viene pubblicata martedì, infatti, un’intervista alla Pr 25enne di Londra Joanne Jarvis, che ingurgita ogni…

giorno almeno sei litri di acqua. Ed è addirittura arrivata a superare i 16 litri, mettendo a rischio la sua stessa vita.

MASSIMO DUE LITRI AL GIORNO – L’Organizzazione mondiale della sanità e la British Dietetic Association raccomandano che una persona adulta con un peso di 60 chilogrammi assuma un litro e mezzo, due di acqua ogni giorno per ridurre il rischio di infezioni urinarie, calcoli renali e tumori della vescica. «Ma io non bevo acqua perché mi fa bene – confessa Joanne – bensì perché mi piace. E pensavo che fosse l’ultimo modo al mondo per nuocere alla mia salute. Lo faccio da quando sono piccola e ho perso il conto di quante volte i miei genitori mi hanno portato dal medico perché pensavano fossi diabetica: la sete è uno dei sintomi principali di questa malattia. Ma niente, sono sana». Joanne è stata anche ricoverata in ospedale per aver bevuto oltre 16 bottiglie d’acqua in un giorno, stimolata dall’attività fisica. Non è il primo caso di «intossicazione da acqua» o iponatremia: nel 2007 un atleta che ha partecipato alla maratona di Londra ha avuto complicanze cerebrali causate da eccessiva assunzione di acqua ed è morto. (Adnkronos Salute)

Vino falso, glucosio al posto dell’uva. 11 arresti: venduti 285mila ettolitri

QUADRO NEWS.pngLa guardia di finanza di Palermo ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere fra Napoli, Palermo, Catania, Trapani, Caltanissetta, nei confronti di persone accusate di aver fatto parte di una associazione per delinquere. La banda, dal 2005 al 2007, avrebbe commercializzato a…

prezzi concorrenziali «285 mila ettolitri di vino prodotto non con uve ma con altri prodotti, come il glucosio, spacciandolo come vino di pregio, traendo in inganno i consumatori e con grave danno per gli operatori del settore».

Le indagini sono partite dal sequestro, nel porto di Palermo, di una cisterna piena di glucosio destinata a una ditta «fantasma», ma in realtà diretta alle aziende responsabili della frode. Il liquido «sucrosweet», viene utilizzato di solito nell’industria alimentare. Nell’ambito della stessa indagine, è stata accertata inoltre l’indebita percezione di aiuti comunitari per 600 mila euro. La frode in commercio e la truffa all’Unione Europea sono i reati contestati agli indagati.

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, culminata nell’operazione «Non solo vino», è durata circa tre anni: il vino, spacciato per prodotto di pregio, non era nocivo, ma di bassissima qualità. Il materiale sequestrato a Palermo proveniva da Napoli ed era destinato ad una società del Marsalese. Le indagini hanno accertato che la società era inesistente e che il prodotto era in realtà destinato ad una cantina vinicola di Mazzarrone, in provincia di Catania, che ha prodotto ingenti quantitativi di «pseudo vino» ricavato con tecniche di sofisticazione e l’utilizzo di glucosio, vinacce ed acqua che, una volta imbottigliato, è stato immesso in commercio a prezzi concorrenziali sul mercato locale e straniero con l’ulteriore intento di ottenere ingenti contributi comunitari quali aiuti alla produzione.

La frode è stata resa possibile grazie ad un sistema messo in atto da una società per azioni napoletana di rilevanti dimensioni produttrice di glucosio tipo «sucrosweet» che tra il 2005 e il 2007 ha inviato 8.717 tonnellate di questo prodotto a diversi operatori del settore vinicolo delle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Catania. (Corriere del Mezzogiorno)

In vendita primo pomodoro con triplo antiossidante

QUADRO NEWS.pngIl risultato sono una superpolpa e una superpassata di pomodoro con il piu’ elevato contenuto di licopene, ma anche caratterizzati da qualita’ organolettiche uniche, che possono essere acquistate sul mercato per la prima volta in Italia dove sono in vendita con il marchio Pomi’ L+.
Si tratta dell’unico pezzo di Parmalat salvato dalla…

  conquista straniera grazie all’acquisizione realizzata dagli agricoltori associati alle cooperative del CIO e del Consorzio Casalasco del Pomodoro per valorizzare la produzione italiana dal campo alla tavola.

A 150 anni dall’Unita’ d’Italia si tratta di una vera rivoluzione per il prodotto piu’ rappresentativo dell’identita’ nazionale e componente di base della dieta mediterranea, che ha garantito record di longevita’ agli italiani. “E’ possibile fare ricerca con risultati concreti che rispondono a reali esigenze dei produttori e dei consumatori senza ricorrere a metodi innaturali come la manipolazione genetica”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “e’ piu’ facile il trasferimento delle innovazioni dal campo alla tavola quando e’ piu’ diretto il rapporto tra produttori e consumatori come nel progetto della Coldiretti per ‘la filiera agricola tutta italiana’ che punta ad offrire prodotti al cento per cento italiani firmati dagli stessi agricoltori”.
“CIO ha aderito sin dall’inizio ad “Una filiera agricola tutta italiana” perche’ questo progetto di Coldiretti rappresenta non solo il nostro modo di fare filiera ma anche l’obiettivo principale del nostro essere cooperativa”, ha affermato Marco Crotti, Presidente del Consorzio Interregionale Ortofrutticoli (CIO. “Il superpomodoro e’ caratterizzato da un contenuto triplo di licopene che un prodotto del tipo alfa-carotene, che esercita un’azione preventiva nell’insorgenza dei tumori della prostata nel maschio e degli annessi nella femmina”, ha affermato il prof. Giorgio Calabrese docente di Alimentazione e Nutrizione Umana all’Universita’ Cattolica nel sottolineare che “la maggiore temperatura ne favorisce il maggior contenuto e il migliore assorbimento a livello intestinale”.

Per quasi la meta’ degli italiani (45%) la pasta al sugo di pomodoro e’ il simbolo culinario dell’Unita’ d’Italia che accomuna gli italiani a tavola del sud, del centro e del nord e batte, anche se di poco, la pizza che – sottolinea la Coldiretti – raggiunge il 39 per cento delle preferenze mentre percentuali residuali riguardano altri cibi che si sono affermati nella tradizione culinaria Made in Italy come il gelato, la bruschetta con l’olio extravergine d’oliva. (AGI)

Latte, un cocktail di prodotti chimici

QUADRO NEWS.pngIn un bicchiere di latte tracce diffuse di farmaci secondo un nuovo studio di un team di ricercatori di Spagna e Marocco. Il latte fa bene, il latte è un alimento sano, sostengono molti nutrizionisti. E, difatti, il latte di per sé può in effetti esserlo. Ma cosa può contenere un bicchiere di latte oltre ai suoi noti componenti? Secondo lo scienziato…

spagnolo dell’Università di Jaen, Evaristo Ballesteros, in un bicchiere di latte c’è un vero e proprio cocktail di prodotti chimici – per lo più farmaci come antibiotici, antidolorifici… per un totale di circa 20 sostanze “estranee”.
Per scoprire se e quante sostanze, in più, fossero contenute nel latte, i ricercatori si sono avvalsi di un test altamente sofisticato e sensibile. Con questo metodo hanno analizzato 20 campioni di latte vaccino (ossia di mucca), latte di capra e latte materno. I risultati hanno mostrato che nessun tipo di latte era esente dalla presenza di sostanze estranee. Quello che tuttavia presentava maggiori quantità era proprio il latte vaccino. Anche se la misura di sostanze chimiche presenti era molto bassa, i ricercatori sottolineano che ormai le sostanze chimiche artificiali sono presenti in tutta la catena alimentare; da qui il motivo per cui sono state trovate anche nel latte materno.
Queste sostanze, che i ricercatori ritengono essere in presenza irrilevante per avere effetti sulla salute di chi beve latte, denunciano tuttavia l’abitudine ormai diffusa di trattare gli animali con farmaci che poi sono trasmessi al latte. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry” e mostrano come nel latte vaccino fosse più marcata la presenza di farmaci antinfiammatori e antidolorifici contenenti acido niflumico, acido mefenamico e ketoprofene, ma anche una forma di estrogeni quali l’ormone 17 beta-estradiolo. Quest’ultimo, in particolare, è stato rilevato in tre milionesimi di grammo per ogni chilo di latte; la più alta dose di acido niflumico rilevata è stata meno di un milionesimo di grammo per chilo di latte.
Questo tipo di test, sottolineano gli scienziati, potrebbe essere utile nel rilevare la presenza di sostanze estranee anche in altri tipi di alimenti. «Riteniamo che la metodologia contribuirà a fornire un modo più efficace per determinare la presenza di questi tipi di contaminanti nel latte o altri prodotti [alimentari]. I laboratori di controllo qualità del cibo potrebbero utilizzare questo strumento per rilevare i farmaci prima che entrino nella catena alimentare. Ciò contribuirebbe a sensibilizzare i consumatori e dare loro la consapevolezza che il cibo è… innocuo, puro, genuino, benefico per la salute e privi di residui tossici», ha concluso Ballesteros. (La Stampa)
 

Dire addio alle bruciature solari con un antibiotico

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mare, salute, sole, bruciaturaIl bello della stagione estiva è potersi crogiolare al sole senza pensieri, rilassandosi e acquistando la famosa tintarella. L’unico problema è che durante la prima esposizione non si rischia tanto di acquisire un color bronzeo, quanto un color aragosta che tanto bene non fa, soprattutto perché…

la melanina contenuta nella pelle abbronzata funge anche da protezione per i raggi ultravioletti.

Che fare dunque in caso di scottatura? I ricercatori del King’s College di Londra propongono l’inibizione di una proteina, chiamata CXCL5. Secondo gli studi effettuati infatti pare che il dolore da bruciatura sia dovuto proprio alla presenza di questa proteina in quantità abnormi, come individuato anche dai test effettuati su topi da laboratorio. Iniettando quindi un antibiotico contro questa proteina, sarò possibile avere uno splendido colorito porpora senza sentire alcun dolore.

Forse iniettarsi un antibiotico per le scottature è davvero un po’ troppo: ma spalmarsi un po’ di crema solare a protezione totale no, eh? (Tiscali)