In primo grado, Cuffaro era stato prosciolto perche’ i giudici avevano pronunciato il ‘ne bis in idem’, la formula che il codice prevede quando si ritiene che l’imputato sia gia’ stato processato per gli stessi fatti. Cuffaro e’ in carcere da quasi un anno e mezzo per scontare la condanna a sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di notizie riservate, nell’ambito del processo alle ‘talpe’ in Procura.
“Il tradimento di quest’uomo nei confronti dello Stato e’ inaudito. Abbiamo cercato di dimostrare che l’apporto di Cuffaro a Cosa nostra e’ un apporto volontario e consapevole, perche’ Cuffaro non e’ uno sprovveduto perche’ il ‘Toto’ vasa vasa’ che bacia questi uomini, bacia degli assassini e su questo non possiamo tornare indietro, non ci sono dubbi. Perche’ Cuffaro ha fornito notizie fondamentali per la sopravvivenza di Cosa nostra, per evitare la cattura di Provenzano e di Messina Denaro, per permettere a Cosa nostra di riorganizzarsi”, ha detto Patronaggio nella requisitoria. (Adnkronos)