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Manovra, ecco i comuni siciliani che potrebbero “sparire”

palermo,turismo,news,notizie,sicilia,estate,mareSedici abitanti salverebbero due Comuni dall’estinzione: Mirto e Gratteri. Per 14 persone non scomparirebbe anche Cefalà Diana. Ma è solo un’ipotesi. Perché gli enti locali siciliani sono protetti dagli effetti della manovra per via dello «scudo» dello Statuto regionale.
Ma se la Regione dovesse recepire gli effetti dei tagli di Roma, sarebbero abolite due…

Province, Enna e Caltanissetta, dal momento che sono abitate da meno di 300 mila persone. La stessa sorte, secondo i dati dell’Istat, toccherebbe anche a 30 Comuni siciliani. È questo il numero degli enti locali nel cui territorio non risiedono più di mille persone. E la leadership spetta alla provincia di Messina, dove ne sparirebbero 23. In provincia di Palermo, invece, sono quattro i Comuni che condividerebbero questa sorte. Uscirebbero indenni dal provvedimento tutti quelli delle province di Catania, Ragusa e Trapani.
Secondo il presidente della Provincia di Enna, Giuseppe Monaco, l’abolizione degli enti intermedi più piccoli comporterebbe risparmi esigui: «Sono d’accordo con la riduzione del numero dei consiglieri o degli assessori – dice Monaco – ma con l’abolizione delle Province si risparmierebbe poco. Infatti, il costo del consiglio provinciale di Enna equivale a quello di tre deputati nazionali. Ma consente piuttosto un governo diretto del territorio che altri enti non riuscirebbero a garantire».
Dalle ipotesi alla realtà. La Regione si sta muovendo in direzione opposta a quella adottata dal governo nazionale. Lo evidenzia l’assessore per l’Economia, Gaetano Armao. «Non puntiamo all’accorpamento di Comuni – spiega – ma al riordino degli enti locali e all’affidamento dei servizi a consorzi di Comuni. L’obiettivo è decentrare personale e funzioni». In quest’ottica è orientato il disegno di legge per l’abolizione delle Province, allo studio della giunta regionale. E il coordinatore di Fli nell’Isola, Carmelo Briguglio, rilancia: «Le Province in Sicilia vanno abolite tutte, siamo disponibili a lavorare sin da subito».
Il neopresidente dell’Anci, Giacomo Scala, giudica negativamente il provvedimento relativo agli enti locali contenuto nella manovra. «La riforma dell’ordinamento dei Comuni non è una modifica che si può fare per decreto da un giorno all’altro – afferma -. È necessaria, piuttosto, una norma organica per organizzare i servizi tra più Comuni e migliorarne la qualità. Se poi bisognasse riformare il loro assetto si dovrebbe redigere una norma concertata che non risponda solo al criterio dei tagli a ogni costo».
Il Comune con minori abitanti dell’Isola è Roccafiorita, in provincia di Messina, che ne conta solo 232. In una realtà così piccola l’autosufficienza sembra essere comunque una difficoltà. E lo spettro dell’aggregazione con altre realtà potrebbe manifestarsi come una necessità a causa degli scarsi trasferimenti di fondi e dei servizi che spesso bisogna ottenere grazie a collaborazioni con comuni vicini. Ma secondo il sindaco del piccolo centro, Santino Russo, «c’è un’altra verità: se dovessero sparire Comuni così piccoli si estinguerebbe con più facilità il patrimonio di tradizioni e storia custodito dalle realtà locali. Speriamo – aggiunge Russo – che le misure di accorpamento, che devono, però, rispondere a criteri di economicità, ritardino. Ma se è necessario le accoglieremo. Del resto in parte siamo già consorziati con altri Comuni per vari servizi, come la vigilanza, a causa delle carenze economiche». La via del consorzio, dunque, è già avviata. I provvedimenti amministrativi andrebbero solo ad accelerare questo processo.

Ecco i comuni siciliani che, secondo le intenzioni del governo nazionale, non avrebbero più assessori e consigli comunali. Fra parentesi il numero degli abitanti secondo l’Istat al primo gennaio di quest’anno. A questi comuni vanno aggiunte le province di Enna e Caltanissetta che non raggiungono i 300 mila abitanti.

PROVINCIA DI MESSINA
Antillo (996), Casalvecchio Siculo (945), Malfa (943), Tripi (943), Forza d’Agrò (922), Limina (912), Santa Marina Salina (894), Motta Camastra (894), Reitano (878), Motta d’Affermo (850), Alì (834), Malvagna (821), Frazzanò (804), Moio Alcantara (753), Roccella Valdemone (714), Leni (697), Basicò (692), Mongiuffi Melia (670), Mandanici (653), Floresta (542), Condrò (495), Gallodoro (389), Roccafiorita (232)

PROVINCIA DI PALERMO
Santa Cristina Gela (927); Scillato (637); Campofelice di Fitalia (553); Sclafani Bagni (454)

PROVINCIA DI AGRIGENTO
Comitini (946)

PROVINCIA DI CALTANISSETTA
Bompensiere (624)

PROVINCIA DI SIRACUSA
Cassaro (819)

PROVINCIA DI ENNA
Sperlinga (895)

(GIORNALE DI SICILIA)

La manovra non basta, Milano chiude a -3,06%

QUADRO NEWS.pngPiazza Affari chiude sui minimi di seduta, con l’indice Ftse Mib in calo del 3,06% a 17.885 punti. Male i bancari: le vendite piu’ decise hanno riguardato ancora Fonsai (-7,67%) e Parmalat (-7,15%), ma peggiorano ora soprattutto le banche, con Intesa Sanpaolo in calo del…

 6,89%, Mps del 5,85%, Unicredit del 5,79% e il Banco Popolare del 5,84%.

LUNEDI’ NERO ANCHE PER EUROPA, BRUCIATI 91 MLD – Piazza Affari e’ stata la peggiore Borsa europea, ma tutti i listini continentali hanno archiviato una seduta molto difficile: l’indice Stxe 600, che registra l’andamento dei principali titoli quotati sui mercati azionari europei, ha ceduto l’1,71%, che equivale alla perdita di 91,2 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola seduta.
 
SPECULAZIONE DOPO RATING, INDAGINE PROCURA ROMA – La Procura di Roma ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati o ipotesi di reato, in relazione all’andamento della Borsa nelle ultime settimane. Lo si apprende da fonti giudiziarie.

INCHIESTA SU SPECULAZIONE DOPO RATING SU ITALIA – La speculazione sui mercati borsistici e sul mercato secondario dei titoli di Stato seguita alla diffusione di rating sull’Italia e, in particolare, ai giudizi espressi sulla manovra correttiva sono ora sotto i riflettori della magistratura. Il pm di Trani Michele Ruggiero, che aveva gia’ aperto un’ inchiesta sulle agenzie di rating nel passato, l’ha ampliata anche alla possibile speculazione delle ultime settimane, dopo l’arrivo di un esposto denuncia da parte dell’Adusbef e Federconsumatori. Il magistrato, accompagnato da alcuni ufficiali della Guardia di Finanza, si e’ recato oggi alla Consob, dove ha raccolto dati e informazioni sul confronto che la stessa Autorita’ di Borsa aveva avviato con le agenzie di rating dopo la diffusione dei report. Secondo quanto si e’ appreso, anche magistrati di Roma e Milano avrebbero aperto dei fascicoli in merito.

ACCERTAMENTI CONSOB DOPO STOP SU ETF, SEDEX E MOT – In seguito allo stop tecnico in corso da questa mattina su diversi strumenti quotati a Piazza Affari sui mercati Etf, Sedex e sul mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato (Mot), Consob e’ in stretto contatto con Borsa Italiana e ha avviato accertamenti per comprendere quali siano le ragioni che hanno causato l’interruzione delle negoziazioni. Lo si apprende da fonti della Commissione.

Quella che si e’ aperta e’ una settimana rovente per i mercati finanziari: gli spread di alcuni paesi europei, Italia compresa, ancora alti. L’impatto dei risultati degli stress test sulle banche. La concreta valutazione dell’efficacia della manovra economica italiana. Le trattative di Obama con i repubblicani per modificare il tetto al debito Usa. E il Summit salva euro in programma giovedì con i capi di governo alle prese con la necessità di rafforzare gli interventi sulla Grecia. Non manca di certo il combustibile.

Le Borse europee perdono quota in scia alle vendite che stanno colpendo i bancari, nonostante i risultati – in gran parte positivi – emersi dagli stress test. L’indice paneuropeo, Stoxx 600, cede quindi lo 0,34%, mentre a fare peggio sono il comparto del credito (Stoxx banks -0,5%) e delle costruzioni (Stoxx construction -0,7%). I listini sono quindi tutti in rosso e a guidare i ribassi spuntano Milano (-2%) e Parigi (-0,83%), precedute da Francforte (-0,79%) e Londra (-0,56%). Tra i titoli più pesanti i bancari, quindi, con il Credit Suisse che perde il 2,92% e Deutsche Bank il 2,32 per cento. Nel comparto assicurativo pesante la francese Axa che lascia sul listino di Parigi circa 2,5 punti percentuali.

Wall Street accentua le perdite. Il Dow Jones perde l’1,14% a 12.338,39 punti, il Nasdaq cede l’1,17% a 2.757,97 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,09% a 1.301,84 punti.

BORSE ASIATICHE SOTTOTONO – Le Borse asiatiche archiviano la prima seduta della settimana sottotono, in gran parte influenzate dai timori legati al grande accordo su debito e deficit americano. Complice poi l’assenza di scambi sul listino di Tokyo, chiuso per festa nazionale, i mercati del ‘Far East’ si sono mossi a passo di gambero: l’indice Msci Asia Pacifico, che sintetizza l’andamento dei mercati di questa macro-area, sta arretrando infatti di circa 0,5 punti percentuali. A guidare i ribassi è la Borsa di Seoul con l’indice principale che ha ceduto quasi 0,7 punti percentuali, lievemente meglio sta andando invece ad Hong Kong (-0,06%), mentre Taiwan ha chiuso in calo dello 0,42 per cento. Tra i titoli più deboli, quindi, quelli degli esportatori verso gli Stati Uniti che risentono del problema deficit. Il colosso dell’elettronica koreano, Samsung, ha perso il 2 per cento, al fianco al produttore di telefonini taiwanese Htc (-2,1%). Male, per le stesse ragioni, anche il gigante dei semiconduttori cinese, Smi, che è crollato del 7,9%, mentre il quarto colosso mondiale di telefoni, LG, ha perso lo 0,7 per cento. Quotazioni in ribasso infine per il ‘big’ dell’elettronica Hon Hai Precision (-3%).

EUROPA IN CALO, SNOBBA EFFETTO STRESS TEST – Le Borse europee proseguono la seduta in calo snobbando di fatto i risultati degli stress test che non sembrano allontanare i timori legati alla crisi del debito che sta colpendo alcuni Paesi Ue. E così a metà seduta l’indice Stoxx 600 perde lo 0,7%, mentre il peggior listino si conferma Milano che perde l’1,72 per cento. Appaiono comunque pesanti anche Parigi (-1,29%), Francoforte (-1,13%) e Londra (-0,98%). Ad affossare i listini sono sopratutto i titoli bancari, nonostante i risultati degli stress test dai quali è emersa la bocciatura di 8 banche europee su 90. Diverse case d’affari hanno comunque definito la prova poco credibile visto che “gli asset delle banche non sono stati stressati a sufficienza dalla simulazione”. Mentre un analista di JpMorgan ha ipotizzato che almeno 20 istituti del Vecchio Continente necessiterebbero di un aumento di capitale. E di queste analisi il comparto bancario non ne sta beneficiando sui mercati: l’indice settoriale (Stoxx bank) arretra di un punto e mezzo (-1,46%), mentre ad affossare il comparto sono i titoli greci come Efg (-5,56%), oltreché quelli francesi Societé Generale (-4,32%), Credit Suisse (-3,55%). Di seguito gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: – Londra -0,98% – Parigi -1,29% – Francoforte -1,13% – Madrid -0,44% – Milano -1,83% – Amsterdam -1,02% – Stoccolma -1,60% – Zurigo -1,36%. (ANSA)

Ecco cosa taglia la nuova manovra

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La manovra correttiva è stata rafforzata: ora riduce il deficit di 47,972 miliardi nei quattro anni al 2014 dai circa 40 miliardi del testo uscito da Palazzo Chigi. Le maggiori entrate ammontano a 28,829 miliardi e assicurano il 60% dell’intera correzione…

 

Nel dettaglio la manovra prevede un intervento di 2,108 miliardi sul 2011, di 5,578 sul 2012 e di 24,407 miliardi sul 2013.

LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA

Per rassicurare i mercati il governo ha inserito nel decreto la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, che consente di iscrivere a bilancio la riduzione del deficit attesa tra 2013 e 2014 dall’attuazione della delega sulla riforma fiscale e assistenziale.

Un nutrito elenco di agevolazioni a favore di famiglie e imprese sarà ridotto del 5% nel 2013 e del 20% dal 2014 in caso di mancata entrata in vigore della riforma entro il 30 settembre 2013.

La disposizione deve assicurare una riduzione del deficit pari a 4 miliardi nel 2013 e a 20 miliardi dal 2014.

Finora il Tesoro aveva spiegato che il contributo della delega sarebbe stato pari a 14,7 miliardi nel 2014.

TORNANO TICKET DA 10 EURO. DA SANITÀ 5 MLD NEL 2014

Salta la sospensione fino a dicembre 2011 dei ticket da 10 euro su visite specialistiche e diagnostiche, che costeranno agli italiani 381,5 milioni di euro solo quest’anno. Dal 2012 i tocket garantiranno minori trasferimenti statali alle Regioni per 834 milioni.

Non finisce qui, perché dal 2014 la manovra prevede nuovi ticket — definiti però “misure di compartecipazione” — che dovrebbero garantire il 40% dei risparmi programmati.

Le Regioni potranno comunque adottare “provvedimenti di riduzione delle predette misure di compartecipazione, purché assicurino comunque, con misure alternative, l’equilibrio economico-finanziario”.

La razionalizzazione della spesa sanitaria produrrà risparmi per 2,5 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014. Il Fondo sanitario nazionale salirà solo dello 0,5% nel 2013 e dell’1,4% nel 2014. Nel 2013 il 30% dei risparmi arriverà dai prezzi di riferimento per beni e servizi, il 40% dagli interventi sulla spesa farmaceutica e un altro 30% dal nuovo tetto di spesa sui dispositivi medici.

I TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA

Non potranno superare la media “ponderata rispetto al Pil” degli analoghi trattamenti economici previsti negli altri sei principali Stati dell’area euro gli stipendi dei titolari di cariche elettive, come parlamentari o amministratori locali, o di vertice. La norma si applica tuttavia dalle prossime elezioni o nomine e, per quel che riguarda le Camere, nel rispetto della loro autonomia costituzionalmente garantita.

L’articolo 6 introduce dalla prossima legislaturaun taglio del 10% al finanziamento dei partiti politici che, cumulato agli analoghi interventi già decisi negli anni scorsi, porta a una “riduzione complessiva del 30%”.

Gli aerei blu saranno presto limitati solo alle 5 massime cariche dello Stato: presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato, presidente del Consiglio, presidente della Corte costituzionale. Sono ammissibili eccezioni ma solo se “specificamente autorizzate”.

Previsti inoltre limiti alle auto blu, che non potranno superare i 1600 centimetri cubici, con l’eccezione delle auto in dotazione al Capo dello Stato, ai presidenti del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale, al presidente del Consiglio e “le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza”. Le auto blu attualmente in servizio che non rispettano i parametri potranno essere utilizzate solo fino alla loro dismissione o rottamazione.

I TAGLI ALLA SPESA. DA MINISTERI 5 MILIARDI NEL 2014

I ministeri faranno la loro parte nel finanziare la manovra. In termini di indebitamento netto le riduzioni di spesa ammontano a 1 miliardo nel 2012, a 3,5 nel 2013 che diventano 5 miliardi dal 2014. Una norma ponte in vista del processo di spending review che partirà l’anno prossimo e porterà anche le amministrazioni centrali ad adottare la logica dei costi standard prevista per gli enti locali.

La parte del leone nei tagli la fa anche quest’anno il ministero dello Sviluppo, con 1,96 miliardi dal 2014. Segue il ministero dell’Economia con quasi 1,39 miliardi.

L’ADDIZIONALE SUL BOLLO DELLE AUTO PIÙ POTENTI

Già da quest’anno, le autovetture e gli autoveicoli per il “trasporto promiscuo di persone e cose” saranno soggette a una addizionale erariale della tassa automobilistica, pari a dieci euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 225 chilowatt.

L’addizionale sarà corrisposta con modalità e termini da stabilire con provvedimento del ministero dell’Economia, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della manovra.

IL CAPITOLO PREVIDENZIALE

I requisiti per l’accesso alla pensione di uomini e donne saranno agganciati alle aspettative di vita certificate da Istat a partire dal 2013, con due anni di anticipo rispetto a quanto ha stabilito la manovra correttiva dello scorso anno.

Dal primo agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014 le pensioni superiori a 90.000 euro lordi annui saranno soggette a un “contributo di perequazione”. Il prelievo è pari al 5% per la quota compresa tra 90.000 e 150.000 euro, al 10% per la parte superiore a 150.000 euro.

Dal 2012 chi avrà maturato i 40 anni di contributi si vedrà posticipare l’accesso alla pensione di un mese, di due mesi nel 2013 e di tre mesi nel 2014.

Stretta sulle pensioni superiori a cinque volte il minimo Inps, che non si vedranno riconoscere la rivalutazione automatica per il biennio 2012-2013, con esclusione della fascia di importo inferiore a tre volte il minimo, per la quale si applica una rivalutazione del 70%.

Dopo le proteste della Lega, l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia delle donne che lavorano nel settore privato salirà a 65 anni dagli attuali 60 solo a partire dal 2032, al termine di un graduale innalzamento che inizierà nel 2020.

AUMENTO ACCISE DIVENTA PERMANENTE. GETTITO 1,7 MLD

La manovra rende permanente l’aumento delle accise di 4 centesimi stabilito il 28 giugno per benzina e gasolio da autotrazione. La relazione tecnica quantifica in circa 1,7 miliardi il maggior gettito in tutto l’arco di previsione al 2014.

LIBERALIZZAZIONI MA SENZA TOCCARE GLI ORDINI PROFESSIONALI

Il governo formulerà alle categorie diverse da quelle che già hanno un ordine professionale “proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche”. Trascorsi 8 mesi dall’entrata in vigore della manovra, “ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero”.

La manovra interviene anche sulla rete carburanti ampliando la tipologia di beni che possono essere venduti. I gestori degli impianti potranno infatti vendere alimenti e bevande, quotidiani e periodici.

IL CAPITOLO SVILUPPO. FORFAIT AL 5% PER GIOVANI IMPRENDITORI

La manovra introduce un regime fiscale di vantaggio per i giovani imprenditori e i lavoratori in mobilità che decidono di avviare un’attività imprenditoriale.

La misura interviene modificando il regime fiscale forfettario al 20% per piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti con un fatturato inferiore ai 30.000 euro l’anno, introdotto in Finanziaria 2008 dal secondo governo Prodi.

A partire dal 2012 il nuovo regime fiscale prevede un’imposta sostitutiva al 5% e si applicherà fino al “periodo di imposta di compimento del trentacinquesimo anno di età”.

LE ENTRATE. BOLLO SU CONTI TITOLI VALE 2,5 MLD A REGIME

L’Irap su banche e società finanziarie sale dal 3,9 al 4,65%. Per le assicurazioni l’aliquota cresce di 2 punti percentuali e arriva al 5,90%. L’operazione frutterà allo Stato 888,7 milioni nel 2012 e 479,7 sia nel 2013 che nel 2014.

Aumenta l’imposta di bollo sui conti titoli. Un salasso che costerà a risparmiatori e investitori 725,1 milioni nel 2011, 1,323 miliardi nel 2012, 3,8 nel 2013 e 2,525 miliardi dal 2014, quando la nuova imposizione entrerà a regime.

Nell’immediato il bollo resta a 34,2 euro per i depositi inferiori a 50.000, ma aumenta a 70 euro per somme investite tra 50.000 a 150.000, a 240 euro da 150.000 a 500.000 euro, a 680 euro per depositi pari o superiori ai 500.000 euro.

Dal 2013 nuovo giro di vite: tra 50.000 e 150.000 euro risparmiatori e investitori pagheranno 230 euro, tra 150.000 e 500.000 pagheranno 780 euro e 1.100 euro per depositi da 500.000 euro in su.

STRETTA SU STOCK OPTION: MANAGER PAGHERANNO 21,6 MLN DA 2012

L’addizionale al 10% sulla remunerazione variabile dei manager, corrisposta sotto forma di bonus e stock option, si applica alla quota che eccede la parte fissa della retribuzione.

Cambia quindi la manovra dello scorso anno nella parte che faceva scattare l’addizionale sulla quota superiore al triplo della parte fissa.

Il maggior gettito ammonta a 5,4 milioni nel 2011 e a 21,6 milioni nel 2012 e per gli anni successivi.

PER AUTOSTRADE E TRAFORI DEDUCIBILITÀ FONDO RIPRISTINO A 1%

La manovra colpisce le società concessionarie che gestiscono autostrade e trafori abbassando all’1% dal 5% la deducibilità del fondo di ripristino.

Le altre concessionarie si vedono invece aumentare l’Irap di 0,3 punti percentuali: l’aliquota cresce dal 3,9% al 4,2%.

IL PIANO PER LA CESSIONE DELLE PARTECIPAZIONI STATALI

Entro il 31 dicembre 2013 il ministero dell’Economia dovrà approvare “uno o più programmi per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali”.

Le modalità di alienazione saranno stabilite con uno o più decreti del Tesoro, che dovrà anche riferire al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno.

NUOVA STRETTA SUL PUBBLICO IMPIEGO

Cattive notizie per i dipendenti pubblici: la manovra estende dal 2013 al 2014 il blocco degli incrementi salariali e proroga di un altro anno anche lo stop all’avvicendamento di personale (turn over).

In arrivo interventi restrittivi sull’indennità di vacanza contrattuale “per gli anni 2015-2017” e una “semplificazione delle procedure di mobilità del personale” tra le diverse amministrazioni.

Correda il tutto l’ulteriore stretta sull’assenteismo. Per migliorare la produttività dei dipendenti pubblici, la manovra prevede che il controllo sulle assenze per malattia scatti “sin dal primo giorno quando l’assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative”.

ENTI LOCALI SUL PIEDE DI GUERRA: TAGLI DA 6,4 MLD NEL 2014

Com’era inevitabile, gli amministratori locali puntano i piedi contro i nuovi tagli loro imposti: 3,2 miliardi nel 2013 e 6,4 nel 2014. Le Regioni a statuto ordinario si vedranno ridurre i trasferimenti di 800 milioni nel 2013 e di 1,6 miliardi a decorrere dal 2014. Le Regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano parteciperanno con un miliardo nel 2013 e 2 miliardi dal 2014. I tagli alle province ammonteranno a 400 milioni nel 2013 e a 800 milioni nel 2014. I comuni contribuiranno con 1 nel 2013 e 2 dal 2014.

CAMBIA PATTO STABILITÀ INTERNO PER COMUNI

A parziale compensazione dei tagli, la manovra introduce per i comuni un “coefficiente di correzione” connesso alla dinamica nel miglioramento dei saldi.

Salta il parametro del “rapporto tra spesa in conto capitale finanziata con risorse proprie e spesa corrente”. Viene infine riformulato l’ultimo criterio sulle dismissioni di partecipazioni societarie. Nella nuova versione la manovra fa riferimento alle privatizzazioni già fatte ma anche a quelle in essere o future.

LA SANATORIA SULLE LITI FISCALI PENDENTI

In arrivo un condono sulle liti fiscali di valore non superiore a 20.000 euro pendenti al primo maggio 2011.

Se il valore della lite è di importo fino a 2.000 euro il contribuente potrà chiudere la vertenza pagando 150 euro. In caso di valore superiore a 2.000 euro, si aprono tre possibilità. Il contribuente dovrà pagare il 10% del valore della lite qualora a soccombere nell’ultima pronuncia sia stata l’amministrazione fiscale, il 50% qualora a soccombere sia stato il contribuente, il 30% qualora la lite penda ancora nel primo grado di giudizio.

Inoltre, la manovra estingue di diritto i processi in materia previdenziale che vedono coinvolto l’Inps, se sono pendenti nel primo grado di giudizio alla data del 31 dicembre 2010 e il cui valore non superi complessivamente i 500 euro. L’estinzione assicura la vittoria al ricorrente.

IL CAPITOLO GIOCHI TRA NUOVE LICENZE E LOTTA ALL’ILLEGALITÀ

Il 3% delle spese pubblicitarie annue sostenute dai concessionari andrà a finanziare la carta acquisti (social card) per i più poveri.

In arrivo 1.000 nuove licenze della durata di nove anni per il poker sportivo con base 100.000 euro l’una. La raccolta sarà assoggettata a un’aliquota di imposta unica pari al 3%.

Verranno presto messi a gara anche 5.000 diritti di esercizio per la raccolta fisica dei giochi “su base ippica o sportiva”, cui se ne aggiungeranno altri 2.000 legati a punti vendita che hanno già come attività principale la commercializzazione di prodotti di gioco pubblici.

In arrivo il gioco del Bingo a distanza, con un aliquota di imposta stabilita in misura pari al 10% delle somme giocate.

Nutrito il capitolo delle sanzioni. Chi fa giovare minori rischia pene da 5.000 a 20.000 euro. In caso tre violazioni, anche se non consecutive, la manovra prevede la revoca delle concessione.

Le banche e gli intermediari in genere sono obbligati a comunicare ai Monopoli di Stato i flussi di denaro con operatori di scommesse che svolgono attività in Italia privi di licenza. In caso di omessa comunicazione la sanzione amministrativa va da 300.000 a 1,3 milioni per ogni singola violazione.

In termini di indebitamento netto le entrate da giochi sono pari a 442,5 milioni di euro nel 2011, 481 mln nel 2012, 501 mln nel 2013 e nel 2014.

ANCHE NEL 2012 IL BONUS PER IL SALARIO DI PRODUTTIVITÀ

Per ora è solo un impegno programmatico, ma il governo intende prorogare anche per l’anno prossimo la tassazione agevolata sulle intese che aumentano la produttività, compresi i contratti aziendali sottoscritti in base all’accordo interconfederale “del 28 giugno 2011 fra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.

Il governo, sentite le parti sociali, provvederà entro il 31 dicembre 2011 alla determinazione del sostegno fiscale e contributivo previsto nei limiti delle risorse stanziate con la Legge di stabilità.

Nel 2011 la detassazione al 10% del salario di produttività per i redditi fino a 40.000 euro ha un costo programmato di 835 milioni.

I FONDI DI VENTURE CAPITAL

La manovra disciplina i “Fondi per il venture capital” (Fvc) come i fondi comuni di investimento armonizzati europei che investono almeno il 75% dei capitali raccolti in società non quotate. I fondi sosterranno imprese nella fase di sperimentazione (seed financing), di costituzione (start-up financing), di avvio dell’attività (early-stage financing) o di sviluppo del prodotto (expansion financing). (Reuters)