prezzi concorrenziali «285 mila ettolitri di vino prodotto non con uve ma con altri prodotti, come il glucosio, spacciandolo come vino di pregio, traendo in inganno i consumatori e con grave danno per gli operatori del settore».
Le indagini sono partite dal sequestro, nel porto di Palermo, di una cisterna piena di glucosio destinata a una ditta «fantasma», ma in realtà diretta alle aziende responsabili della frode. Il liquido «sucrosweet», viene utilizzato di solito nell’industria alimentare. Nell’ambito della stessa indagine, è stata accertata inoltre l’indebita percezione di aiuti comunitari per 600 mila euro. La frode in commercio e la truffa all’Unione Europea sono i reati contestati agli indagati.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, culminata nell’operazione «Non solo vino», è durata circa tre anni: il vino, spacciato per prodotto di pregio, non era nocivo, ma di bassissima qualità. Il materiale sequestrato a Palermo proveniva da Napoli ed era destinato ad una società del Marsalese. Le indagini hanno accertato che la società era inesistente e che il prodotto era in realtà destinato ad una cantina vinicola di Mazzarrone, in provincia di Catania, che ha prodotto ingenti quantitativi di «pseudo vino» ricavato con tecniche di sofisticazione e l’utilizzo di glucosio, vinacce ed acqua che, una volta imbottigliato, è stato immesso in commercio a prezzi concorrenziali sul mercato locale e straniero con l’ulteriore intento di ottenere ingenti contributi comunitari quali aiuti alla produzione.
La frode è stata resa possibile grazie ad un sistema messo in atto da una società per azioni napoletana di rilevanti dimensioni produttrice di glucosio tipo «sucrosweet» che tra il 2005 e il 2007 ha inviato 8.717 tonnellate di questo prodotto a diversi operatori del settore vinicolo delle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Catania. (Corriere del Mezzogiorno)