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Alga tossica: sintomi, prevenzione e trattamento

palermo,sicilia,news,notizie,vacanze,estate,holiday,turismo,salute,alga tossicaDopo gli ultimi casi di alga tossica sul litorale palermitano cerchiamo di capire insieme il motivo per cui essa si forma, parlando anche dei sintomi e di una possibile soluzione per prevenire l’intossicazione.

La diffusione del fenomeno

Negli ultimi decenni il fenomeno non solo è diventato sempre più frequente, ma ha cominciato a diffondersi anche al di fuori delle zone tropicali. In particolare, anche nel Mediterraneo si è assistito alla proliferazione di un’alga unicellulare potenzialmente tossica, Ostreopsis ovata, che solitamente vive sulla superficie delle macroalghe rosse e brune presenti sul fondo del mare. La proliferazione di microalghe anche alle nostre latitudini è legata essenzialmente a fattori climatici:

  • condizioni meteo-marine stabili
  • moto ondoso ridotto (mare calmo, presenza di barriere artificiali)
  • elevata temperatura dell’acqua (25°C o più)
  • alta pressione atmosferica
  • venti di mare con velocità sufficienti a trasportare le goccioline d’acqua (aerosol).

I segni caratteristici del fenomeno, osservabili a occhio nudo, sono:

  • opalescenza dell’acqua
  • formazione di schiuma (foaming) in superficie
  • presenza di materiale di consistenza gelatinosa in sospensione
  • sott’acqua, formazione di una pellicola bruna dall’aspetto membranoso sugli scogli e su tutto ciò che si trova sul fondo.

Inoltre, organismi marini come ricci e stelle di mare possono mostrare segni di sofferenza, per esempio perdita di aculei e bracci.

 

Modalità di intossicazione e sintomi

Al momento sono state osservate due principali modalità di intossicazione per l’uomo, per via alimentare o per via aerea. Nel primo caso l’intossicazione avviene a causa del consumo di molluschi, crostacei o pesci contaminati: la sintomatologia si manifesta con vomito, diarrea, dolori agli arti, spasmi muscolari e difficoltà respiratorie. Finora è stato registrato un unico caso letale dovuto a ingestione di pesce contaminato, in Madagascar nel 1994.

 

La seconda modalità di intossicazione, associata frequentemente all’uso ricreativo delle acque marine, è l’inalazione di aerosol contenente frammenti di cellule di alghe marine o tossine: i sintomi, che in genere si presentano a distanza di 2-6 ore dall’esposizione, sono febbre alta (>38°C), mal di gola, tosse, dispnea, cefalea, nausea, rinorrea, congiuntivite e lacrimazione, vomito e dermatite.

 

Prevenzione e trattamento

Secondo le linee guida del ministero della Salute, prodotte nel maggio del 2007, per attenuare i possibili effetti dannosi legati al contatto con le microalghe tossiche sarebbe opportuno:

  • pulire la battigia per impedire l’accumulo di macroalghe o altro materiale organico, evitando che l’azione meccanica del mare o la decomposizione di questo materiale danneggi qualità e salubrità dell’aerosol marino
  • intensificare i controlli nella raccolta di prodotti ittici commestibili da parte degli organi competenti
  • invitare le persone ad allontanarsi dalla spiaggia, soprattutto se affette da disturbi di tipo respiratorio (per esempio asma), nel caso avvertano sintomi di irritazione alle vie respiratorie, lacrimazione agli occhi o altri disturbi in seguito alla permanenza in aree di balneazione a rischio.

A volte basta che le persone si spostino di alcune decine di metri, eventualmente andando in un locale con aria condizionata, per eliminare o attenuare i malesseri. Se invece i disturbi rimangono o si aggravano anche dopo l’allontanamento dalla spiaggia, è opportuno recarsi al pronto soccorso.

Crisi, solo il 20% degli italiani andrà in vacanza

QUADRO NEWS.pngSolo il 20% degli italiani andrà in vacanza. A pesare sui bilanci delle famiglie i rincari, in media di 200 euro, per trasporto e alloggio. E’ la previsione che fa l’associazione dei consumatori Adoc, sulle vacanze estive degli italiani. “Sarà un’estate nera per il turismo, solo un quinto degli italiani andrà in vacanza e la maggior parte di questi opterà per viaggi brevi e…

economici – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – secondo i risultati dell’indagine dell’Adoc, difatti, sei italiani su dieci soggiorneranno al massimo per una settimana, mentre solo l’1% potrà permettersi quasi un mese di relax”.
Anche perché per spostarsi e alloggiare – sono i calcoli dell’Adoc – quest’anno si spenderanno in media 200 euro in più che nel 2010. Il costo di un traghetto quest’anno è aumentato del 70%, pari a circa 230 euro di aggravio rispetto allo scorso anno. Per un biglietto aereo di andata e ritorno si spendono in media 112 euro in più, un rialzo del 25%, un biglietto del treno costa il 7% in più. Prendere l’auto comporterà un esborso maggiore di oltre 20 euro per due pieni.
In rialzo dell’1,6% anche i pacchetti vacanza “tutto compreso”, mentre l’alloggio in un albergo a mezza pensione per una settimana costa lo 0,8% in più. La spesa media di una singola persona, per viaggio e alloggio, si aggira – calcola l’Adoc – sui 700 euro, solo il 2% ha preventivato un budget superiore a 1000 euro per le proprie vacanze. (TMNews)
 

Concessioni demaniali: ecco le nuove regole

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Sarà più facile ottenere la concessione demaniale per aprire piccole attività commerciali al di fuori delle spiagge. Mentre si infittiscono le regole per rendere migliori lidi e stabilimenti balneari sul litorale. Eccolo il decreto che riscrive le norme per ottenere le concessioni sul demanio: l’assessore all’Ambiente, Gianmaria Sparma, lo ha firmato ieri, a cinque anni di…

distanza dall’ultimo provvedimento. Ora tocca ai Comuni riscrivere su questa traccia i cosiddetti Piani di utilizzo del demanio marittimo.

Il decreto prevede che tra ogni stabilimento, area attrezzata o punto di ristoro debba essere lasciata una distanza minima di 100 metri. Dunque, nella parcellizzazione del litorale che può essere ceduto in concessione, i Comuni dovranno attenersi a questo limite. Il vincolo non c’è invece per i litorali delle isole minori, dentro gli ambiti portuali e lontano dalle spiagge (per esempio sulla strada costiera). Il fronte mare di ogni concessione non può superare i cento metri. E in queste zone l’altezza di ogni manufatto non potrà superare i 4 metri e mezzo mentre l’altezza delle sole cabine è limitata a 2 metri e 70 centimetri. I manufatti devono essere smontabili e realizzati con materiali eco-bio-compatibili: non è consentita la realizzazione di opere fisse in cemento.
Ogni costruzione in lidi, stabilimenti o ristoranti, può avere un massimo di tre colori di cui almeno due devono essere di tonalità simili. Tutti i manufatti realizzati nella stagione turistica devono essere poi smontati, pena la decadenza della concessione. E soprattutto, lo spazio utilizzato per lo stabilimento e quelli limitrofi devono essere puliti per tutto l’anno dal titolare della concessione. E nelle strutture vanno sempre sistemati i contenitori per la raccolta differenziata.

In ogni stabilimento balneare devono essere realizzati almeno tre bagni, di cui uno per disabili. Devono essere presenti anche cabine-spogliatoio pari almeno al 10% degli ombrelloni, due docce al coperto e 4 all’aperto (in questo caso con acqua fredda). La superfice che può essere data in concessione per lidi e stabilimenti non può essere superiore a 3 mila metri quadrati e di questa area solo il 10% può essere coperto.
Fin qui le regole per lidi e stabilimenti balneari. Ma ci sono anche precise prescrizioni per la spiaggia libera. Fra ogni lido dato in concessione va realizzato un accesso libero al mare: il limite massimo di distanza da un accesso all’altro è di 150 metri. La fascia di spiaggia libera va da un minimo di un metro e mezzo a un massimo di cinque metri dalla battigia.

C’è un margine di discrezionalità invece per la realizzazione di ristoranti e bar al di fuori dei lidi. Il limite è individuato nella «prudente valutazione del fabbisogno» e va comunque «privilegiato il rapporto di complementarietà con gli usi del mare». In ogni caso la superficie massima che può essere data in concessione per questi scopi non può superare i 400 metri quadrati, di cui solo la metà può essere coperta.
Nuove norme anche per la aree attrezzate per animali. Il decreto prevede che «si dovranno prevedere in prossimità di alcuni stabilimenti balneari degli spazi riservati agli animali domestici». Qui dovranno sempre trovarsi un’area per il gioco degli animali, 10 box all’ombra in cui sistemare i cani (con struttura in legno e copertura in canne). Dovranno essere realizzati anche servizi per fare la doccia al cane. Per quanto riguarda chioschi e ristoranti, la superficie occupata non può essere superiore a 100 metri quadrati al netto di pedane e piattaforme.

Sulla scorta di queste indicazioni, i Comuni dovranno approvare in consiglio il Piano di utilizzo del demanio entro 180 giorni. I piani vanno poi spediti all’assessorato regionale all’Ambiente che li approva entro i successivi 60 giorni. I canoni restano invece immutati: l’ultimo decreto di aumento è di un anno e mezzo fa. (GDS)

Algha tossica a Palermo: allarme per i bagnanti

palermo,sicilia,news,notizie,vacanze,estate,holiday,turismo,alga tossica,saluteNel fine settimana nuovi casi di alga tossica nel litorale palermitano. Una cinquantina di persone si sono presentate al pronto soccorso degli ospedali o in semplici guardie mediche, dopo aver fatto il bagno nelle spiaggie di Isola delle Femmine, Capaci e Trappeto. La responsabile di tutti ciò la famosa alga tossica, che negli ultimi giorni ha fatto parlare molto di se in città…

I sintoni accusati sono prurito, febbre, tosse e vomito. Dopo i primi due casi verificatosi due settimane fa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale aveva lanciato l’allarme, ma a giugno i risultati delle analisi erano negativi. L’Arpa comunque promette di ripetere gli esami. E’ bene sottolineare che l’alga tossica ogni estate fa spesso visita in diverse località balnerari d’Italia, specialmente dove le temperature sono alte e il vento a tratti è assente.